• Poesie Resistenza

    Partigiani

    Non  chiamateci  eroi.

    fummo solo uomini liberi.

    tenera e spietata

    la  nostra  vicenda.

    paziente avventura

    nel  fluire quotidiano

    della paura e della morte.

    Ebbra età  di  saggezza,

    la nostra:

    quando  giocavamo

    la  vita

    per nulla e per tutto,

    lungo  i  sentieri

    vergini  di  neve.

    1975

    ENRICO LODI

    (altro…)

  • Interviste Video Partigiani – Taronews

    (altro…)

  • Rosetta Solari AI MONTI LUNGO IL TARO – VIVACE MA NON TROPPO

    Più volte mi sono sentita chiedere: << Ma come  mai, per quali ragioni sei andata ai monti con i partigiani? Che cos’era un senso  di  rivolta, d’avventura, di patriottismo?>> Le  ragioni, più o meno, che allora si potevano  attribuire agli uomini. Nel mio caso la spiegazione era più semplice ed anche più prosaica. Era una decisione che non ho preso io.

    (altro…)

  • La Repubblica Partigiana dell’Alta Valtaro avv. Gino Cacchioli

    Uno degli episodi più significativi della guerra partigiana verificato si nell’Alta Val Taro in provincia di Parma, si svolse dai primi di giugno del ’44 alla fine di luglio dello stesso anno. Mentre i fatti di cui furono protagonisti i partigiani dell’Ossola e di Montefiorino sono stati ampiamente trattati, gli avvenimenti accaduti nel­l’Alta Val Taro, non hanno ancora costituito oggetto di studio da parte di coloro che si interessano delle vicende che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese in quel periodo.

    (altro…)

  • Celebrazione del Ventennale

    COMUNE DI BORGOTARO

    INAUGURAZIONE DEL SACRARIO DEI CADUTI PER LA LIBERTA’

    BORGOTARO, 26 LUGLIO 1964

          Il cammino della libertà è costellato di croci

    Ogni volta che dinnanzi a questo Sacrario recante le spoglie dei giovani sacrificati nella lotta per la Libertà vien fatto di scorgere una madre con il capo chino e il pensiero fisso nel ricordo di una giovinezza spenta all’im­provviso, si rivive la scena di un addio dato vent’anni fa . .. quando con un paio di scarponi e un involto sotto il braccio Egli iniziava il cammino difficile sul sentiero della montagna, dove un pugno di coetanei avevano deciso di costituire una nuova comunità sottratta all’oppressione, al sopruso, alla negazione dei più elementari valori umani. Sapeva che una vita fatta

    (altro…)

  • LA NUOVA  ITALIA Numero 3

    GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO E DI PARMA LIBERA Numero 3        PARMA 9 MAGGIO 1945    Prezzo  Lire Due 

     Ai Volontari della Libertà

    Volontari della Libertà, fratelli di battaglia e di vittoria, compagni dei lunghi ri­schi e delle dure pene, e dei lutti, e delle ansie, e della volontà inflessibile che trasfor­mò le tenebre in luce e il dolore in certezza: cari consorti dei giorni tristi e dei lieti, dei rastrellamenti e di questa, fulgida ora di trionfo e di libertà, Arta e Poe vi passano idealmente in rivista per l’ultima volta, stringono a ognuno di voi le aspre mani usate allo sten, vi stringono al loro petto, vi dicono addio.

    (altro…)

  • LA NUOVA ITALIA 2

    GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO

    Presso la sede del Coniando Unico Operativo della Provincia di Parma Ovest  Cisa         N. 2

                                                                                                                         Lunedì 9 aprile 1945 Ieri e oggi

    Otto mesi  di  silenzio sono pochi a confronto all’eternità, ma sarebbero troppi, se insieme con le lingue si fossero  riposate  anche  le  nostre mani . Fortunatamente se il giornale taceva, le mani operavano: e dallo scorso luglio  a oggi, dopo tre ra­strellamenti, dopo la tragedia di BOSCO, dopo tante vicende luttuose, luminose, malinconiche e gioiose, i Volontari della Libertà, più fieri, più risoluti, più forti che mai, sono tutti in prima linea, attendono tutti con fede intatta, con animo saldo, l’ultima battaglia, la vittoria definitiva.

    (altro…)

  • La Strada era Tortuosa don Luigi Canessa

    Sedici mesi di Guerriglia sull’Appennino Parmense – Ligure

    Don Luigi Canessa

    PREFAZIONE

    Don Luigi Canessa, cappellano capo di una delle for­mazioni più rischiose e operose dei Volontari della libertà nel periodo della guerra nazionale contro i. Tedeschi, ha raccolto in questo volume i ricordi di quel glorioso periodo della sua vita. .

    Senza retorica nè fantasiose amplificazioni egli ha nar­rato la verità nel suo aspetto obiettivo: donde viene al suo libro maggior interesse, per chi ama) al di là delle for­me e delle formule spesso stereotipate e insincere, il con­tatto immediato col dramma della vita.

    (altro…)

  • Combattimento del Manubiola Intervista a Libero ” Primo Brindani

    si passa al combattimento del Manubiola. il Manubiola l’ho vissuto bene, il Manubiola è stato per me il più … ma il più che mi ha scosso … perchè anche li è successo che …la postazione era giusta, dove avevamo messo i mitragliatori, la mitragliatrice ce l’aveva Minoli (Spavaldo) e li l’hanno bloccato su queste scogliere senza poca via di scampo (qualcuno però è scappato). Presi dal fuoco si sono dovuti fermare, pigliammo i primi si sono dovuti fermare. Allora io, . o ‘e l’a. Dragotte e Pellacini, ho detto guardate io attraverso il fiume. Ho attraversato il fiume e con me c’era: uno era Piscina, L’altro era il fratello di quella che sta a Chiavari (Renzo Petrilli), gente che era li, uno era Renzo Piscina che era giovane, giovanissimo, uno Renzo Petrilli, uno era Bocci, pensa c’era ,anche Bocci, e al quarto secondo me penso sia Tigre, ma io non sono mai più riuscito a parlare, comunque io mi sono messo d’accordo che come arrivavo in cima avrei messo un fazzoletto bianco che cessassero il fuoco per vedere cosa lo dovevo fare, una cosa dire sa, poi piano, piano facevo segno a tutti gli al tri che mi erano dietro di 4 o metri e io intanto andavo avanti piano, piano il primo che mi è venuto incontro con due figlioletti in braccia, uno da una parte e uno dell’altra, figlioletti di 2- o 4 anni, non saprei, mi voleva intrattenere, complimentarsi, ma io ci ho detto: via, via, via che qui bisogna guardare i tedeschi che non s1 muovessero; poi dopo parecchi minuti, i tedeschi, qualcuno metteva fuori qualche cosa di b1anco, ma altri invece avevano intenzione di sparare; poi i tedeschi in qual periodo erano ancora tedeschi, perché era il giugno del 44….. era per quello che era difficile fare una resa; comunque un bel momento capissi. che volevano arrendersi. Allora ho percorso con gli altri dietro, tutto il fronte di questi automezzi, vedendo chi con le budella fuori e uno dei nostri feriti, che li vedevo, ma non potevo fermarmi perchè era tale la tensione nervose, che un tedesco allora giacevano, li ti tirai tu se stai disattento, invece sono riuscito a passarli tutti e loro si arredavano; intanto sono arrivati anche gli altri che erano da quel monte, proprio di fronte dove si aveva sparato, noi eravamo andati più avanti e diciamo cosi sono venuti su anche loro allora anch’io ho detto incominciate a incolonnare i prigionieri e anch’io ho detto: vado via ­ perchè non ne potevo più.
    Italo: B rindani :
    Ero prostrato. Quello li è stato un combattimento, per me è stato vedere tanto sangue mi aveva. E pensare che venire fuori cosi senza niente sai, era già eccezionale insomma. Pellacini ho detto, pensa te voi a fare tutto, anche perchè non facessero rappresaglia. Comunque quello è stato un grosso combattimento, per mio conto. e hanno pagato caro; per esempio il fatto di Antolini, Marchini (c’era anche Carletto), loro hanno preso invece dietro la colonna, cosa è successo: 2 automezzi si erano fermati a Ghiare di Berceto; Ghiare di Berceto, è notorio che c’erano dei fascisti, forse a discutere; quando sono venuti su hanno visto quelli lì che ve”1ivcno, gli hanno sperato e li è morto appunto Antolini; Marchini invece era tra gli ostaggi ferito, morti e anche ostaggi feriti, è stato un affare che ci è costato parecchio: 2 partigiani persi e otto civili. Loro hanno avuto 10 o 14 morti e una decina di feriti e una ottantina di prigionieri presso a poco è cosi.  Il camion ~ stato caricato di tutti questi prigionieri, era il camion di Delmaestro Luigi (Castagnò), era l’unico conducente, e so che poi si sono fermati davanti all’Appenino. Poi i prigionieri sono stati portati a Compiano e i feriti ad Albareto. Ma io mi ero fermato li. Quel giorno li, porca l’oca, ero proprio fuori di me. . . . . ora si parla dell’attacco alla stazione di Valmozzola.
  • PERIODO OCCUPAZIONE DI BORGOTARO.

    Intervistati Delnevo Giuseppe(Dragotte) e Solari Giuseppe (Gek)

    Dragotte:   inquadro bene io la situazione;

    ai tedeschi interessava liberare la stazione di Borgotaro che bloccava i rifornimenti dalla pianura Padana alla linea gotica.

    Allora cosa hanno fatto: la 1^ puntata l’hanno fatta proprio al Bratello mi pare… cioè da Pontremoli una compagnia sui 120….. uomini noi si chiamavano, si era preso per Corrado, diceva avete visto i tedeschi?.. cominciò una sparatoria e… una sparatoria di un’ora circa… intanto era venuto giù anche Bill, c’era anche Eugenio… i tedeschi resistevano, man mano si spostavano in alto… noi eravamo sul versante sinistro del Tarodine, poi a un certo momento abbiamo detto: qui non si risolve niente, cerchiamo di accerchiarli e ho chiesto chi è che vuol venire con me; Bil si è rifiutato, ha detto io non conosco la zona;

    (altro…)

  • Montevacà

    Montevacà

    Gek:   la seconda pàrte lo fece il distaccamento di Bill e insiame a quel distaccamento c’era mio fratello, Fanfulla, Tognela, L’Istriano;

    Dragotte:  comunque è successo così: io avevo disposto questo sohieramento al passo e un altro schieramento a Tasola (erano le due vie di probabile accesso di questa corriera di tedeschi e fascisti che ci avevano segnalato, insomma avevo disposto gli uomini come per una imboscata (doveva arrivare la corriera all’ Anzola ed erano presi in trappola).

    (altro…)

  • Combattimento del Manubiola

    SI PASSA AL COMBATTIMENTO DEL MANUBI0LA.

    Brindani:     il manubiola l’ho vissuto bene, il manubiola è stato per me il più … ma il più che mi ha scosso … perché anche lì è successo che … la postazione era giusta, dove avevamo messo i mitragliatori, la mitragliatrice ce l’aveva Minoli (Spavaldo) e li han bloccato su queste scogliere senza poca via di scampo (qualcuno però è scappato). Presi dal fuoco si sono dovuti fermare, pigliando i primi si sono dovuti fermare.

    (altro…)