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Poesie Resistenza
Partigiani
Non chiamateci eroi.
fummo solo uomini liberi.
tenera e spietata
la nostra vicenda.
paziente avventura
nel fluire quotidiano
della paura e della morte.
Ebbra età di saggezza,
la nostra:
quando giocavamo
la vita
per nulla e per tutto,
lungo i sentieri
vergini di neve.
1975
ENRICO LODI
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Interviste Video Partigiani – Taronews
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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 200 a pag. 234 4° parte
GENNAIO / FEBBRAIO 1945

GENNAIO / FEBBRAIO 1945
I documenti riportati si riferiscono a:
— il durissimo rastrellamento nazifascista di gennaio.
— crisi e cambio del Comando della 1ˆ Julia.
— direttive del Comando Supremo alleato al Movimento partigiano in vista della conclusione del conflitto comunicate dal Capo della Missione Alleata Cap. «Bob».
— caccia alle spie.
— la riorganizzazione generale delle Brigate partigiane della Provincia nelle direttive del «C.U.».
— la costituzione del Tribunale Superiore di Guerra presso il <<C.U.>>
— azioni armate della 1ˆ Brigata Julia.
— varie.
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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 168 a pag. 199 3° parte
NOVEMBRE -DICEMBRE

NOVEMBRE / DICEMBRE 1944
I documenti riportati si riferiscono a:
—~ Compiti dei Comandi di brigata per promuovere la costituzione e la funzionalità dei Comitati Nazionali di Liberazione locali.
— Un avvertimento del Comando Unico: guardarsi dall’infiltrazione di spie nemiche.
— Disposizioni del Comando Generale del C.L.N. Alta Italia sulla struttura degli organici e sui gradi partigiani.
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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 125 a pag.167 2° parte

IL CAPO DI STATO MAGGIORE
OTTAVIO
Questo tipo di sorveglianza, affidato al fiuto e alla solerzia di pochi uomini su territori vastissimi e per gran parte disagevoli, non appare facile. Per quanto riguarda in particolare lo spionaggio, essendo l’insieme della popolazione residente solidale con i partigiani, la cerchia dei sospettabili si restringe al clan dei fascisti e loro congiunti che non sono fuggiti dalla zona. Ma se queste ben individuate persone sono poche e poco pericolose in quanto guardate a vista anche dalla cittadinanza, l’insidia viene invece dagli infiltrati che sicuramente i nazifascisti hanno inviato quassù, ben mimetizzati fra i numerosi sfollati, circa 3.000, qui immigrati dopo i bombardamenti aerei della pianura.
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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 1 a pag. 125 1° parte

Alla memoria di mia madre
PREMESSA
A distanza di quarant’anni era tempo che anche la 1ˆ Brigata Julia del Comando Unico Parmense del Corpo Volontari della Libertà, lasciasse durevole traccia scritta e documentata delle sue vicende, a ricordo del sacrificio dei suoi gloriosi Caduti, degli ardimenti e delle vicissitudini dei suoi combattenti. Questa Brigata Partigiana composta in maggioranza di ALPINI, rappresenta indubbiamente il <<fiore all’occhiello >> della Città di Borgo Val di Taro, decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare per le gesta delle Formazioni partigiane che hanno operato nell’Alta Valle del Taro e nell’Alta Val Ceno.
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“Al Pian Scenderm per la Battaglia…”
Ferruccio Ferrari

A ricordo dei genitori sfollati a Tornolo , che staffette insospettabili, ripercorsero a piedi i vecchi sentieri; del nonno “Peppin de Bertacca” che instancabilmente con la lena giovanile costruì rifugi, per i suoi e tutti gli altri restando sempre vigile con con fede incrollabile di fronte alle minacce e continue scorrerie delle orde nazi-fasciste
SENATORE PROF. PAOLO EMILIO TAVIANI Presidente della F.I.V.L.
PRESENTAZIONE
Ferruccio Ferrari ripercorre in questo volume i lunghi mesi della lotta di Liberazione, da lui vissuti in prima persona in una tormentata zona della provincia di Parma e nell’adiacente provincia di Genova. . E’ una zona che conosco bene, e altrettanto bene conosco le battaglie che vi abbiamo combattuto, le tragedie sofferte durante la guerra partigiana. Come non ricordare i drammi di Bedonia, di Compiano, di Tornolo e l’entusiasmante vicenda dello Stato Libero del Taro? Il testo non vuole svolgere un’analisi storica; intende raccogliere molti ricordi, così come i protagonisti li hanno conservati nei loro cuori o li hanno tramandati, spesso solo oralmente, alle successive generazioni.
Alta Val Taro, Alta ValCeno, Bertolotti, cacchioli, Celeso Mori, Dado, De Guido, Domenico Dallacasa, Emilio Taviani, Gino Cacchioli, Giovanni Timossi, Golico, Lino Ghiorzi, Musa nando, Nino Rolleri, Paolo Checchi, Pelosa, Rastrellamento, Sacerdoti, Santa Maria, Santo Stefano d Aveto, Scarpa, Spartaco, Tarsogno, Tornolo -
Nella Bufera della Resistenza Valtaro
Testimonianze del Clero Piacentino durante la guerra partigiana a cura di Angelo Porro Memorie raccolte da Domenico Ponzini.


PARROCCHIA DI ALPE
CARDINALI DON GIUSEPPE (1908 – 1968)
Dal 1933 fino alla morte Parroco di Alpe di Bedonia.
1944 luglio 12 – Alpe Testimonianza di Don Cardinali.
Ore Tragicamente Storiche
L’8 settembre 1943, con la liberazione di Mussolini dall’isola della Maddalena per opera delle SS Tedesche di Hitler, si ricostruì nella parte dell’Italia ancora controllata dai Tedeschi, un governo repubblicano Fascista, con a Capo Supremo il Duce che scelse Salò di Garda come sede del nuovo governo. Si temettero rappresaglie che non mancarono e non risparmiarono lo stesso genero di Mussolini Galeazzo Ciano, giustiziato assieme ad altri gerarchi a Verona dopo un processo per direttissima. Elementi egoisti e poco responsabili di Alpe, nei giorni della confusione, credettero di poter esportare tutto il filo di rame della linea militare telefonica della Postazione antiaerea. Si temettero giustamente le ire dei Tedeschi e loro rappresaglie per l’atto di sabotaggio compiuto. Corse ai ripari il parroco presso le varie autorità italiane e tedesche e con la promessa della totale restituzione del filo poté stornare tanti pericoli dalla popolazione di Alpe.
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Il Triduo della Cattività 16-17-18- Luglio 1944 dal Diario di Mon. Carlo Boiardi


ASSOCIAZIONE «ANTONIO EMMANUELI» RICERCHE VALTARESI
IL TRIDUO
DELLA
CATTIVITÀ
16-17-18 LUGLIO 1944
dal diario di Mons. Carlo Boiardi
Tipolitografia Benedettina – Parma

Nasce a Chiavenna Landi di Lugagnano il 14 luglio 1899, viene ordinato sacerdote a San Lazzaro Alberoni il 7 marzo 1925. Professore presso il Seminario di Bedonia dal 1925 al 1931, in seguito, fino al 1936, è professore di “Storia ecclesiastica” presso il Seminario Urbano di Piacenza. Successivamente viene nominato Parroco della Cattedrale e contemporaneamente Assistente Diocesano del G.P. di A.C.
Dal 30 aprile 1944 è Parroco a Borgotaro fino alla Consacrazione a Vescovo avvenuta il 27 gennaio 1946 nella Chiesa di Sant’ Antonino. Fa il suo ingresso nella Diocesi di Apuania il 24 febbraio 1946 dove rimane fino alla sua morte avvenuta il 24 febbraio 1970. Laureato in teologia collaborò attivamente alla rivista teologica piacentina “Divus Thomas”. Fra i suoi scritti: “La famiglia piccola Chiesa” (1969) e “Il nuovo rito della Santa Messa” (1970). Celebri le sue lettere pastorali, molte delle quali furono pubblicate. (altro…)
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Per una Medaglia D’oro “Richetto”Federico Salvestri Camillo Delmaestro

«… Semplice carabiniere, Salvestri ha dimostrato di saper comandare un’intera Divisione e condurla con successo nella guerra di Liberazione… …»
(Dal discorso tenuto dal Gen. Carlo Alberto
Dalla Chiesa, alla commemorazione della fondazione dell’Arma dei CC, a
Milano il 5/6/1980).
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Testimonianza Battaglia del Manubiola 30.06.1944 Patrizia Tagliavini
30 Giugno 1944: I sentieri della memoria.

Era il giorno del mio settimo compleanno, il primo che festeggiavo fuori casa, la mia comoda casa di Borgotaro. Infatti, a causa dei frequenti bombardamenti aerei che avevano come bersaglio il ponte ferroviario, i miei genitori avevano deciso di trasferirsi in una piccola casa nei boschi di Frascara, lontana e nascosta dalla strada provinciale. Vi si arrivava da un sentiero sterrato che partendo dalla strada per Berceto s’inoltrava nel bosco.



