Commemorazione dell’Ottantesimo Anniversario dell’Eccidio dei Giovani Caduti Valmozzola Stazione del 17 Marzo 1944 – 16 Marzo 2024

Partendo dall’alto a sinistra – Gino Parenti – Giuseppe Tendola (Vilmo) – Luciano Righi – Luigi Amedeo Giannetti – Nino Gerrini – Ubaldo Cheirasco -Angelo Trogu – Domenico Mosti –

INTRODUZIONE

di M. T. Mori

I fatti di Valmozzola del Marzo ’44 costituiscono uno dei primi avvenimenti di larga risonanza nella storia dello sviluppo delle formazioni partigiane in provincia della Spezia (1). L’episodio si svolse in due tempi, di cui uno fu la drammatica conclusione dell’altro: l’assalto al treno nella stazione di Valmozzola da parte dei partigiani del gruppo Betti il 13 Marzo, e la rappresaglia nazifa­scista che ne seguì, portando qualche giorno dopo alla fucilazione di sette «ribelli ».

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Discorso per la Consegna della Medaglia D’Oro al Valore Militare per l’Attività Partigiana Borgotaro 21 Settembre 1985

Il Presidente della Repubblica

Francesco Cossiga

Mentre Decoro con la Medaglia D’Oro

Al Valore  Militare il  Gonfalone del Comune di Borgotaro

Introduzione

L’Associazione Partigiani Cristiani ho voluto  curare  la pubblicazione del discorso del 21 settembre 1985 del dott. Giuseppe Costella alla  presenza della  Repubblica e delle più  alte cariche dello Stato, della Regione, delle provincie dei  Comuni in occasione della consegna  del Gonfalone del Comune di Borgo Val di Taro della Medaglia d’oro al valore militare per rendere un riconoscente  omaggio all’entusiasmo  ed al tenace impegno coi   quali  l’amico  Costella, prima  come  Sindaco di Borgotaro poi consigliere  regionale, ha  perseguito  l’obiettivo di far ottenere  la  più alta ricompensa della Patria per  onorare l’olocausto di tante vite, le sofferenze dei feriti  e dei mutilati, il valore delle formazioni  Partigiane e il sacrificio delle popolazioni e del  clero dell’Alti Valli del Taro e del Ceno.

Il contenuto del  discorso non ha voluto essere soltanto una  carrellata retrospettiva dei tanti momenti ed episodi di  cui è costellata  la Resistenza delle  nostre  valli, ma  ha  voluto affermare che  quel “passato” come direbbe quel grande resistente  e maestro che fu per tutti noi don Giuseppe Cavalli – è stato “ un motivo perenne di prospezione in avanti, un impegno di  vita, un momento di cosciente e vigorosa ripresa, un ricordo annunzio che si  stacca dal passato, freme nel presente e si  proietta nel futuro, perche abbia da  risplendere più alta, più viva, più lucente la fiaccola della Resistenza”.

Ecco questo  è il significato del discorso pronunciato dall’amico Costella nella esaltante  occasione della consegna Medaglia d’Oro ed un messaggio che affettuosamente viene affidate ai  giovani di  oggi affinché  dalla storia scritta  col sangue dei giovani d’allora, i loro padri, ne traggano insegnamento ed  esempio.

Sergio Giliotti Presidente dell’Associazione Partigiani  Cristiani di Parma  25 Aprile 1986.

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I Caduti di Valmozzola Istituto  Storico Della Resistenza ” Pietro Mario  Beghi ” La Spezia

I fatti di  Valmozzola ( Gruppo  di  Monte Barca ) 13 – 17 Marzo 1944

INTRODUZIONE

di M. T. Mori

I fatti di Valmozzola del Marzo ’44 costituiscono uno dei primi avvenimenti di larga risonanza nella storia dello sviluppo delle formazioni partigiane in provincia della Spezia (1). L’episodio si svolse in due tempi, di cui uno fu la drammatica conclusione dell’altro: l’assalto al treno nella stazione di Valmozzola da parte dei partigiani del gruppo Betti il 13 Marzo, e la rappresaglia nazifa­scista che ne seguì, portando qualche giorno dopo alla fucilazione di sette «ribelli ».

Il gruppo Betti era nato nella Val Ceno spontanea­mente, e in un primo tempo senza alcun intervento di­retto da parte di partiti antifascisti, essendosi formato intorno alla figura di Mario Betti, uomo di cui ancor oggi è sconosciuto il vero nome, quasi sicuramente pro­veniente dal Piacentino e che si trovava nella zona fin dal mese di Dicembre. Valmozzola è precisamente in provincia di Parma; ma l’episodio di cui si tratta si inserisce a buon diritto nella storia delle formazioni partigiane che avevano come riferimento politico e organizzativo gli esponenti antifascisti e il C. L. N. della Spezia. Mario Betti aveva già partecipato allo scontro che si era svolto ad Osacca contro reparti fascisti qualche tempo prima.

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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 335 a pag. 378 7° parte

Parte Terza

– memorie autobiografiche, profili di caduti, poesie e racconti partigiani

  • – elenchi dei Caduti partigiani e civili,
  • – quadri comando della 1^ Brigata Julia
  • – organici di brigata

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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 168 a pag. 199 3° parte

NOVEMBRE -DICEMBRE

NOVEMBRE / DICEMBRE 1944

I documenti riportati si riferiscono a:

—~      Compiti dei Comandi di brigata per promuovere la costituzione e la funzionalità dei Comitati Nazionali di Liberazione locali.

—        Un avvertimento del Comando Unico: guardarsi dall’infiltrazione di spie nemiche.

—        Disposizioni del Comando Generale del C.L.N. Alta Italia sulla struttura degli organici e sui gradi partigiani.

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Testimonianza Battaglia del Manubiola 30.06.1944 Patrizia Tagliavini

30 Giugno 1944: I sentieri della memoria.

Era il giorno del mio settimo compleanno, il primo che festeggiavo fuori casa, la mia comoda casa di Borgotaro. Infatti, a causa dei frequenti bombardamenti aerei che avevano come bersaglio il ponte ferroviario, i miei genitori avevano deciso di trasferirsi in una piccola casa nei boschi di Frascara, lontana e nascosta dalla strada provinciale. Vi si arrivava da un sentiero sterrato che partendo dalla strada per Berceto s’inoltrava nel bosco.

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Un Anno di Guerriglia 1° Brigata Julia

Sarebbe bene, prima di narrare la cruda cronistoria di numerosi fatti d’arme della Prima Brigata Julia, illustrare il periodo precedente  il primo aprile  1944 per far presente  le  lunghe  fatiche, le  gravi privazioni ed il grande spirito  di abnegazione sopportate e dimostrato dai primi patrioti,  da coloro che, con il loro coraggio e la loro indomita fede, seppero resistere, combattere e con l’esempio formare  quelle prime  bande che poi si trasformarono in Brigate ed infine – nei giorni della  riscossa – costituirono quel potente ed organizzato esercito della Libertà.

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BRIGATA « CENTOCROCI »

Se è vero che il rastrellamento ebbe il suo culmine il 20 Gennaio, è pur vero che i partigiani della Brigata « Centocroci » già da tempo avevano avuto avvisaglie del­le intenzioni del nemico. Infatti, fin da dicembre, i nazi­fascisti avevano fatto diverse puntate per saggiare le for­ze partigiane e mettere a prova la maturità della Resi­stenza. « …Pochi giorni dopo Natale, il 28 dicembre, c’era un distaccamento della «Centocroci» dislocato nei pressi di Albareto. Ero nella piazza del paese quando incontrai Beretta che andava al telefono. Ci avvertivano che nel Piacentino era già in atto il rastrellamento. Pochi gior­ni dopo, infatti, cominciarono ad arrivare i fuggiaschi ».

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Antifascismo e Guerra di Liberazione a Parma Primo Savani 2° Parte La Resistenza Armata 9 Settembre 1943 – 25 Aprile 1945

Tratto dal Libro Primo Savani Antifascismo e Guerra di Liberazione a Parma

Edito da Guanda

Dal 9 settembre al 25 dicembre 1943

settembre 1943

Alle tre squillò il telefono: era Dante Gorreri: «La città è accerchiata, i tedeschi hanno concesso al nostro co­mando di presidio 10 minuti di tempo per capitolare. Tele­fona a Foà, Micheli e Bernini che si mettano in salvo. Tu sai dove andare». Micheli era a Roma. Foà si mise in salvo; Bernini ri­spose che la moglie era molto malata e non poteva lasciare l’abitazione. Appena fuori di casa si sentì la prima detona­zione. I dieci minuti erano trascorsi.

Giorno fatale per l’Italia e gli italiani il 9 settembre 1943. Armi tedesche sparavano ancora contro gli italiani come al Piave. Alle ore 16 di quel giorno la nave ammiraglia della Marina militare italiana, diretta a Malta, al largo della Corsica, veniva affondata da aerei tedeschi. Con la nave perivano l’ammiraglio Carlo Bergamini con 1352 uomini. Nel pomeriggio dello stesso giorno a Cefalonia la divi­sione Acqui era in linea contro i tedeschi. Dopo 13 giorni di resistenza disperata 9000 soldati italiani venivano falci­diati dai tedeschi, compresi gli ufficiali e il comandante ge­nerale Antonio Gandin.

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Montevacà

Montevacà

Gek:   la seconda pàrte lo fece il distaccamento di Bill e insiame a quel distaccamento c’era mio fratello, Fanfulla, Tognela, L’Istriano;

Dragotte:  comunque è successo così: io avevo disposto questo sohieramento al passo e un altro schieramento a Tasola (erano le due vie di probabile accesso di questa corriera di tedeschi e fascisti che ci avevano segnalato, insomma avevo disposto gli uomini come per una imboscata (doveva arrivare la corriera all’ Anzola ed erano presi in trappola).

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