Tratto dal Libro Primo Savani Antifascismo e Guerra di Liberazione a Parma
Edito da Guanda
Dal 9 settembre al 25 dicembre 1943
9 settembre 1943
Alle tre squillò il telefono: era Dante Gorreri: «La città è accerchiata, i tedeschi hanno concesso al nostro comando di presidio 10 minuti di tempo per capitolare. Telefona a Foà, Micheli e Bernini che si mettano in salvo. Tu sai dove andare». Micheli era a Roma. Foà si mise in salvo; Bernini rispose che la moglie era molto malata e non poteva lasciare l’abitazione. Appena fuori di casa si sentì la prima detonazione. I dieci minuti erano trascorsi.
Giorno fatale per l’Italia e gli italiani il 9 settembre 1943. Armi tedesche sparavano ancora contro gli italiani come al Piave. Alle ore 16 di quel giorno la nave ammiraglia della Marina militare italiana, diretta a Malta, al largo della Corsica, veniva affondata da aerei tedeschi. Con la nave perivano l’ammiraglio Carlo Bergamini con 1352 uomini. Nel pomeriggio dello stesso giorno a Cefalonia la divisione Acqui era in linea contro i tedeschi. Dopo 13 giorni di resistenza disperata 9000 soldati italiani venivano falcidiati dai tedeschi, compresi gli ufficiali e il comandante generale Antonio Gandin.
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