Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 234 a pag. 282 5° parte

MARZO 1945

I DOCUMENTI RIPRODOTTI SI RIFERISCONO AI SEGUENTI ARGOMENTI:

- costituzione della Divisione Partigiana Valtaro
- adozione della parola d'ordine
- severi conti e rendiconti di  spesa delle formazioni
- s'intensificano i << lanci<< alleati
- forzato diniego all'approvvigionamento alimentare nelle nostre zone delle brigate  partigiane  liguri
- arrivano fra  noi gli << eroi dell'ultima ora>>
- le nostre razioni alimentari teoriche
-  scarseggiano i medicinali
- direttive tattiche: mai lasciarsi agganciare dal nemico
- requisizione preventiva di  automezzi per le eventuali esigenze future
-  i preziosi notiziari del nostro Servizio Segreto
- la Brigata Centocroci di<< Richetto >> confluisce nella Divisione Valtaro
- << Arta >> e >> Poe >> del Comando Unico passano in rassegna  gli uomini della  nostra Divisione
- l'autorità dell'ora vieta il ballo dei  partigiani
- i nostri prigionieri di  guerra aumentano e dobbiamo organizzare nuovi  campi di  concentramento
- azioni  armate dei distaccamenti della I^ Julia
-  varie

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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 125 a pag.167 2° parte

IL CAPO DI STATO MAGGIORE

OTTAVIO

Questo tipo di sorveglianza, affidato al fiuto e alla solerzia di pochi uomini su territori vastissimi e per gran parte disagevoli, non appare facile. Per quanto riguarda in particolare lo spionaggio, essendo l’insieme della popolazione residente solidale con i partigiani, la cerchia dei sospettabili si restringe al clan dei fascisti e loro congiunti che non sono fuggiti dalla zona. Ma se queste ben individuate persone sono poche e poco pericolose in quanto guardate a vista anche dalla cittadinanza, l’insidia viene invece dagli infiltrati che sicuramente i nazifascisti hanno inviato quassù, ben mimetizzati fra i numerosi sfollati, circa 3.000, qui immigrati dopo i bombardamenti aerei della pianura.

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