
Parte Terza
– memorie autobiografiche, profili di caduti, poesie e racconti partigiani
- – elenchi dei Caduti partigiani e civili,
- – quadri comando della 1^ Brigata Julia
- – organici di brigata
43-45 Resistenza in ValTaro ValCeno
Resistenza in ValTaro ValCeno a Cura delle Associazioni Partigiane

Parte Terza
– memorie autobiografiche, profili di caduti, poesie e racconti partigiani

Alla memoria di mia madre
PREMESSA
A distanza di quarant’anni era tempo che anche la 1ˆ Brigata Julia del Comando Unico Parmense del Corpo Volontari della Libertà, lasciasse durevole traccia scritta e documentata delle sue vicende, a ricordo del sacrificio dei suoi gloriosi Caduti, degli ardimenti e delle vicissitudini dei suoi combattenti. Questa Brigata Partigiana composta in maggioranza di ALPINI, rappresenta indubbiamente il <<fiore all’occhiello >> della Città di Borgo Val di Taro, decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare per le gesta delle Formazioni partigiane che hanno operato nell’Alta Valle del Taro e nell’Alta Val Ceno.
Ferruccio Ferrari

A ricordo dei genitori sfollati a Tornolo , che staffette insospettabili, ripercorsero a piedi i vecchi sentieri; del nonno “Peppin de Bertacca” che instancabilmente con la lena giovanile costruì rifugi, per i suoi e tutti gli altri restando sempre vigile con con fede incrollabile di fronte alle minacce e continue scorrerie delle orde nazi-fasciste
SENATORE PROF. PAOLO EMILIO TAVIANI Presidente della F.I.V.L.
PRESENTAZIONE
Ferruccio Ferrari ripercorre in questo volume i lunghi mesi della lotta di Liberazione, da lui vissuti in prima persona in una tormentata zona della provincia di Parma e nell’adiacente provincia di Genova. . E’ una zona che conosco bene, e altrettanto bene conosco le battaglie che vi abbiamo combattuto, le tragedie sofferte durante la guerra partigiana. Come non ricordare i drammi di Bedonia, di Compiano, di Tornolo e l’entusiasmante vicenda dello Stato Libero del Taro? Il testo non vuole svolgere un’analisi storica; intende raccogliere molti ricordi, così come i protagonisti li hanno conservati nei loro cuori o li hanno tramandati, spesso solo oralmente, alle successive generazioni.


ASSOCIAZIONE «ANTONIO EMMANUELI» RICERCHE VALTARESI
IL TRIDUO
DELLA
CATTIVITÀ
16-17-18 LUGLIO 1944
dal diario di Mons. Carlo Boiardi
Tipolitografia Benedettina – Parma

Nasce a Chiavenna Landi di Lugagnano il 14 luglio 1899, viene ordinato sacerdote a San Lazzaro Alberoni il 7 marzo 1925. Professore presso il Seminario di Bedonia dal 1925 al 1931, in seguito, fino al 1936, è professore di “Storia ecclesiastica” presso il Seminario Urbano di Piacenza. Successivamente viene nominato Parroco della Cattedrale e contemporaneamente Assistente Diocesano del G.P. di A.C.
Dal 30 aprile 1944 è Parroco a Borgotaro fino alla Consacrazione a Vescovo avvenuta il 27 gennaio 1946 nella Chiesa di Sant’ Antonino. Fa il suo ingresso nella Diocesi di Apuania il 24 febbraio 1946 dove rimane fino alla sua morte avvenuta il 24 febbraio 1970. Laureato in teologia collaborò attivamente alla rivista teologica piacentina “Divus Thomas”. Fra i suoi scritti: “La famiglia piccola Chiesa” (1969) e “Il nuovo rito della Santa Messa” (1970). Celebri le sue lettere pastorali, molte delle quali furono pubblicate. Continua a leggere “Il Triduo della Cattività 16-17-18- Luglio 1944 dal Diario di Mon. Carlo Boiardi”


Nella prefazione alla Storia di Parma, Ferdinando Bernini scrive: «Parma è sempre stata lontana dagli angoli morti della storia, anzi sta sui grandi itinerari della storia italiana ed europea ». La prima società operaia di mutuo soccorso, ispirata alle dottrine filantropiche di Mazzini, sorse in Parma nel novembre 1860 ed elesse presidente Giuseppe Garibaldi. A fine secolo mentre si andavano diffondendo le ideologie di Marx e di Bakunin che assegnavano alla classe operaia la funzione di motore della storia, nel parmense l’umanitarismo garibaldino fu il ponte di passaggio dalla democrazia al socialismo.
Continua a leggere “Antifascismo e guerra di Liberazione a Parma Primo Savani”




COMUNE DI BORGOTARO
INAUGURAZIONE DEL SACRARIO DEI CADUTI PER LA LIBERTA’
BORGOTARO, 26 LUGLIO 1964
Il cammino della libertà è costellato di croci
Ogni volta che dinnanzi a questo Sacrario recante le spoglie dei giovani sacrificati nella lotta per la Libertà vien fatto di scorgere una madre con il capo chino e il pensiero fisso nel ricordo di una giovinezza spenta all’improvviso, si rivive la scena di un addio dato vent’anni fa . .. quando con un paio di scarponi e un involto sotto il braccio Egli iniziava il cammino difficile sul sentiero della montagna, dove un pugno di coetanei avevano deciso di costituire una nuova comunità sottratta all’oppressione, al sopruso, alla negazione dei più elementari valori umani. Sapeva che una vita fatta
GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO E DI PARMA LIBERA Numero 3 PARMA 9 MAGGIO 1945 Prezzo Lire Due
Ai Volontari della Libertà
Volontari della Libertà, fratelli di battaglia e di vittoria, compagni dei lunghi rischi e delle dure pene, e dei lutti, e delle ansie, e della volontà inflessibile che trasformò le tenebre in luce e il dolore in certezza: cari consorti dei giorni tristi e dei lieti, dei rastrellamenti e di questa, fulgida ora di trionfo e di libertà, Arta e Poe vi passano idealmente in rivista per l’ultima volta, stringono a ognuno di voi le aspre mani usate allo sten, vi stringono al loro petto, vi dicono addio.
| si passa al combattimento del Manubiola. il Manubiola l’ho vissuto bene, il Manubiola è stato per me il più … ma il più che mi ha scosso … perchè anche li è successo che …la postazione era giusta, dove avevamo messo i mitragliatori, la mitragliatrice ce l’aveva Minoli (Spavaldo) e li l’hanno bloccato su queste scogliere senza poca via di scampo (qualcuno però è scappato). Presi dal fuoco si sono dovuti fermare, pigliammo i primi si sono dovuti fermare. Allora io, . o ‘e l’a. Dragotte e Pellacini, ho detto guardate io attraverso il fiume. Ho attraversato il fiume e con me c’era: uno era Piscina, L’altro era il fratello di quella che sta a Chiavari (Renzo Petrilli), gente che era li, uno era Renzo Piscina che era giovane, giovanissimo, uno Renzo Petrilli, uno era Bocci, pensa c’era ,anche Bocci, e al quarto secondo me penso sia Tigre, ma io non sono mai più riuscito a parlare, comunque io mi sono messo d’accordo che come arrivavo in cima avrei messo un fazzoletto bianco che cessassero il fuoco per vedere cosa lo dovevo fare, una cosa dire sa, poi piano, piano facevo segno a tutti gli al tri che mi erano dietro di 4 o metri e io intanto andavo avanti piano, piano il primo che mi è venuto incontro con due figlioletti in braccia, uno da una parte e uno dell’altra, figlioletti di 2- o 4 anni, non saprei, mi voleva intrattenere, complimentarsi, ma io ci ho detto: via, via, via che qui bisogna guardare i tedeschi che non s1 muovessero; poi dopo parecchi minuti, i tedeschi, qualcuno metteva fuori qualche cosa di b1anco, ma altri invece avevano intenzione di sparare; poi i tedeschi in qual periodo erano ancora tedeschi, perché era il giugno del 44….. era per quello che era difficile fare una resa; comunque un bel momento capissi. che volevano arrendersi. Allora ho percorso con gli altri dietro, tutto il fronte di questi automezzi, vedendo chi con le budella fuori e uno dei nostri feriti, che li vedevo, ma non potevo fermarmi perchè era tale la tensione nervose, che un tedesco allora giacevano, li ti tirai tu se stai disattento, invece sono riuscito a passarli tutti e loro si arredavano; intanto sono arrivati anche gli altri che erano da quel monte, proprio di fronte dove si aveva sparato, noi eravamo andati più avanti e diciamo cosi sono venuti su anche loro allora anch’io ho detto incominciate a incolonnare i prigionieri e anch’io ho detto: vado via perchè non ne potevo più. |
| Italo: B rindani : |
| Ero prostrato. Quello li è stato un combattimento, per me è stato vedere tanto sangue mi aveva. E pensare che venire fuori cosi senza niente sai, era già eccezionale insomma. Pellacini ho detto, pensa te voi a fare tutto, anche perchè non facessero rappresaglia. Comunque quello è stato un grosso combattimento, per mio conto. e hanno pagato caro; per esempio il fatto di Antolini, Marchini (c’era anche Carletto), loro hanno preso invece dietro la colonna, cosa è successo: 2 automezzi si erano fermati a Ghiare di Berceto; Ghiare di Berceto, è notorio che c’erano dei fascisti, forse a discutere; quando sono venuti su hanno visto quelli lì che ve”1ivcno, gli hanno sperato e li è morto appunto Antolini; Marchini invece era tra gli ostaggi ferito, morti e anche ostaggi feriti, è stato un affare che ci è costato parecchio: 2 partigiani persi e otto civili. Loro hanno avuto 10 o 14 morti e una decina di feriti e una ottantina di prigionieri presso a poco è cosi. Il camion ~ stato caricato di tutti questi prigionieri, era il camion di Delmaestro Luigi (Castagnò), era l’unico conducente, e so che poi si sono fermati davanti all’Appenino. Poi i prigionieri sono stati portati a Compiano e i feriti ad Albareto. Ma io mi ero fermato li. Quel giorno li, porca l’oca, ero proprio fuori di me. . . . . ora si parla dell’attacco alla stazione di Valmozzola. |
Montevacà
Gek: la seconda pàrte lo fece il distaccamento di Bill e insiame a quel distaccamento c’era mio fratello, Fanfulla, Tognela, L’Istriano;
Dragotte: comunque è successo così: io avevo disposto questo sohieramento al passo e un altro schieramento a Tasola (erano le due vie di probabile accesso di questa corriera di tedeschi e fascisti che ci avevano segnalato, insomma avevo disposto gli uomini come per una imboscata (doveva arrivare la corriera all’ Anzola ed erano presi in trappola).
Brindani: Corrado Pellacini ha avuto la medaglia d’argento.
Io però non c’ero, non ho partecipato. Neanche a Grifola non ho partecipato; per esempio Grifola è stato sette o otto giorni dopo il fatto del Manubiola, ma io non c’ero, non ho partecipato perché anch’io un po’ a volte tenevo quì, li, per una cosa o l’altra… in paese…invece quello li lo ricordo bene, perché prima che venisse l’attacco del Manubiola, i tedeschi erano già annunciati che venivamo a Borgotaro.