Comune di Borgo Val di Taro Medaglia d’Oro al Valor Militare Ufficio del Sindaco
25 aprile 2024 – Festa della Liberazione
Saluti del Sindaco
Care cittadine e cari cittadini di Borgotaro,
se a ciascuno di noi venisse chiesto di scrivere il significato del 25 aprile su un foglio e di riporlo in una cesta – quasi a perpetuare simbolicamente il gesto democratico della scheda elettorale da riporre nell’urna – sono certo che raccoglieremmo diverse risposte, ciascuna frutto delle proprie suggestioni e ricordi e, ormai per una esigua minoranza, della propria esperienza personale.
Alcuni risponderebbero che è semplicemente un giorno di festa nazionale, altri l’anniversario della liberazione, la rinascita di una Nazione democratica, il giorno per ricordare il sacrificio dei caduti, il seme della nostra Costituzione repubblicana, e, forse i più romantici, scriverebbero che il 25 aprile è la cartolina della Resistenza, il film proiettato sopra le note di “Bella Ciao”.
Partendo dall’alto a sinistra – Gino Parenti – Giuseppe Tendola (Vilmo) – Luciano Righi – Luigi Amedeo Giannetti – Nino Gerrini – Ubaldo Cheirasco -Angelo Trogu – Domenico Mosti –
INTRODUZIONE
di M. T. Mori
I fatti di Valmozzola del Marzo ’44 costituiscono uno dei primi avvenimenti di larga risonanza nella storia dello sviluppo delle formazioni partigiane in provincia della Spezia (1). L’episodio si svolse in due tempi, di cui uno fu la drammatica conclusione dell’altro: l’assalto al treno nella stazione di Valmozzola da parte dei partigiani del gruppo Betti il 13 Marzo, e la rappresaglia nazifascista che ne seguì, portando qualche giorno dopo alla fucilazione di sette «ribelli ».
Al Valore Militare il Gonfalone del Comune di Borgotaro
Introduzione
L’Associazione Partigiani Cristiani ho voluto curare la pubblicazione del discorso del 21 settembre 1985 del dott. Giuseppe Costella alla presenza della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato, della Regione, delle provincie dei Comuni in occasione della consegna del Gonfalone del Comune di Borgo Val di Taro della Medaglia d’oro al valore militare per rendere un riconoscente omaggio all’entusiasmo ed al tenace impegno coi quali l’amico Costella, prima come Sindaco di Borgotaro poi consigliere regionale, ha perseguito l’obiettivo di far ottenere la più alta ricompensa della Patria per onorare l’olocausto di tante vite, le sofferenze dei feriti e dei mutilati, il valore delle formazioni Partigiane e il sacrificio delle popolazioni e del clero dell’Alti Valli del Taro e del Ceno.
Il contenuto del discorso non ha voluto essere soltanto una carrellata retrospettiva dei tanti momenti ed episodi di cui è costellata la Resistenza delle nostre valli, ma ha voluto affermare che quel “passato” come direbbe quel grande resistente e maestro che fu per tutti noi don Giuseppe Cavalli – è stato “ un motivo perenne di prospezione in avanti, un impegno di vita, un momento di cosciente e vigorosa ripresa, un ricordo annunzio che si stacca dal passato, freme nel presente e si proietta nel futuro, perche abbia da risplendere più alta, più viva, più lucente la fiaccola della Resistenza”.
Ecco questo è il significato del discorso pronunciato dall’amico Costella nella esaltante occasione della consegna Medaglia d’Oro ed un messaggio che affettuosamente viene affidate ai giovani di oggi affinché dalla storia scritta col sangue dei giovani d’allora, i loro padri, ne traggano insegnamento ed esempio.
Sergio Giliotti Presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani di Parma 25 Aprile 1986.
Ho letto l’ultimo libro di Galli della Loggia, la solita palinodia in polemica con la Resistenza e la cosiddetta storiografia “convenzionale “, incapace (a suo dire) di identificare nella data dell’8 settembre 1943 la morte della patria.
Ma a chi altro si dovrebbero attribuire se non al fascismo le responsabilità della disfatta? Che significa -si è chiesto Giuliano Vassalli- dar colpa di tutto ai fatti dell’8 settembre. Ora chi ridusse l’Italia a quel punto? Indubbiamente la dittatura ventennale.
Borgo Val di Taro – Anno I N. I Giovedì, 13 Luglio 1944
Questo giornale che è destinato a diventare una rarità, si vende al prezzo minimo dl
L. 1. Chi io pagherà più caro Farà opera buona, perché gli utili saranno devoluti ad opere di pubblica beneficenza.
Tip Cesare Cavanna – Borgo Val di Taro Senza autorizzazione de! Ministro della Cultura Popolare residente a X.
Annunzio
Questo giornale non è fatto da rettori stipendiati. i quali, per lucro immondo, esortino i temerari e gli ingenui al rischio che essi fuggono, alle battaglie che essi temono. Questo giornale è fatto dai combattenti pei loro compagni di fede e di sacrificio; è fatto dal popolo in anni per il popolo che nelle case, nelle officine, nei campi, attende e spera, dopo tante sofferenze, dai fratelli e dai figli il dono luminoso della pace, della giustizia e della libertà.
I fatti di Valmozzola ( Gruppo di Monte Barca ) 13 – 17 Marzo 1944
Cippo a Valmozzola vicino alla stazioneLapide Stazione di ValmozzolaAngelo Trogu nato a S. Terenzo di Lerici nel 1924Domenico Mosti nato alla Spezia nel 1924Gino Parenti nato alla Spezia nel 1924Giuseppe Tendola ” Vilmo” nato a Sarzana nel 1922Luciano Righi nato alla Spezia nel 1924Luigi Amedeo Giannetti nato a nel 1923Nino Gerrini nato a Lerici nel 1926Ubaldo Cheirasco nato alla Spezia nel 1922Essiccatoio dove furono catturatiProssimità dell’essiccatoioValmozzola Luogo della FucilazioneManifesto X Mas
INTRODUZIONE
di M. T. Mori
I fatti di Valmozzola del Marzo ’44 costituiscono uno dei primi avvenimenti di larga risonanza nella storia dello sviluppo delle formazioni partigiane in provincia della Spezia (1). L’episodio si svolse in due tempi, di cui uno fu la drammatica conclusione dell’altro: l’assalto al treno nella stazione di Valmozzola da parte dei partigiani del gruppo Betti il 13 Marzo, e la rappresaglia nazifascista che ne seguì, portando qualche giorno dopo alla fucilazione di sette «ribelli ».
Il gruppo Betti era nato nella Val Ceno spontaneamente, e in un primo tempo senza alcun intervento diretto da parte di partiti antifascisti, essendosi formato intorno alla figura di Mario Betti, uomo di cui ancor oggi è sconosciuto il vero nome, quasi sicuramente proveniente dal Piacentino e che si trovava nella zona fin dal mese di Dicembre. Valmozzola è precisamente in provincia di Parma; ma l’episodio di cui si tratta si inserisce a buon diritto nella storia delle formazioni partigiane che avevano come riferimento politico e organizzativo gli esponenti antifascisti e il C. L. N. della Spezia. Mario Betti aveva già partecipato allo scontro che si era svolto ad Osacca contro reparti fascisti qualche tempo prima.
I DOCUMENTI RIPRODOTTI SI RIFERISCONO AI SEGUENTI ARGOMENTI:
- costituzione della Divisione Partigiana Valtaro
- adozione della parola d'ordine
- severi conti e rendiconti di spesa delle formazioni
- s'intensificano i << lanci<< alleati
- forzato diniego all'approvvigionamento alimentare nelle nostre zone delle brigate partigiane liguri
- arrivano fra noi gli << eroi dell'ultima ora>>
- le nostre razioni alimentari teoriche
- scarseggiano i medicinali
- direttive tattiche: mai lasciarsi agganciare dal nemico
- requisizione preventiva di automezzi per le eventuali esigenze future
- i preziosi notiziari del nostro Servizio Segreto
- la Brigata Centocroci di<< Richetto >> confluisce nella Divisione Valtaro
- << Arta >> e >> Poe >> del Comando Unico passano in rassegna gli uomini della nostra Divisione
- l'autorità dell'ora vieta il ballo dei partigiani
- i nostri prigionieri di guerra aumentano e dobbiamo organizzare nuovi campi di concentramento
- azioni armate dei distaccamenti della I^ Julia
- varie
— il durissimo rastrellamento nazifascista di gennaio.
— crisi e cambio del Comando della 1ˆ Julia.
— direttive del Comando Supremo alleato al Movimento partigiano in vista della conclusione del conflitto comunicate dal Capo della Missione Alleata Cap. «Bob».
— caccia alle spie.
— la riorganizzazione generale delle Brigate partigiane della Provincia nelle direttive del «C.U.».
— la costituzione del Tribunale Superiore di Guerra presso il <<C.U.>>