Passo del Bratello Commemorazione Rastrellamento e Grifola 1944 Lunedì 30 09 2024

Passo del Bratello MS Grifola di Borgo Val di Taro PR Commemorazione dei fatti del luglio 1944 Il Cippo Eretto al Passo del Bratello e restaurato dalle Associazioni Partigiane, è luogo d’incontro per i cittadini della valle del Taro e della Val Verde in ricordo dei loro caduti Militari e Civili. Commemorazione della Battaglia di Grifola. Vitto e Guelfo – Vincenzo Errico di Verbicaro (CS) e Lugi Bozzia Borgotaro PR 8 luglio 1944 Lunedì 30 – 09 – 2024

Commemorazione dell’Ottantesimo Anniversario dell’Eccidio dei Giovani Caduti Valmozzola Stazione del 17 Marzo 1944 – 16 Marzo 2024

Partendo dall’alto a sinistra – Gino Parenti – Giuseppe Tendola (Vilmo) – Luciano Righi – Luigi Amedeo Giannetti – Nino Gerrini – Ubaldo Cheirasco -Angelo Trogu – Domenico Mosti –

INTRODUZIONE

di M. T. Mori

I fatti di Valmozzola del Marzo ’44 costituiscono uno dei primi avvenimenti di larga risonanza nella storia dello sviluppo delle formazioni partigiane in provincia della Spezia (1). L’episodio si svolse in due tempi, di cui uno fu la drammatica conclusione dell’altro: l’assalto al treno nella stazione di Valmozzola da parte dei partigiani del gruppo Betti il 13 Marzo, e la rappresaglia nazifa­scista che ne seguì, portando qualche giorno dopo alla fucilazione di sette «ribelli ».

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Discorso per la Consegna della Medaglia D’Oro al Valore Militare per l’Attività Partigiana Borgotaro 21 Settembre 1985

Il Presidente della Repubblica

Francesco Cossiga

Mentre Decoro con la Medaglia D’Oro

Al Valore  Militare il  Gonfalone del Comune di Borgotaro

Introduzione

L’Associazione Partigiani Cristiani ho voluto  curare  la pubblicazione del discorso del 21 settembre 1985 del dott. Giuseppe Costella alla  presenza della  Repubblica e delle più  alte cariche dello Stato, della Regione, delle provincie dei  Comuni in occasione della consegna  del Gonfalone del Comune di Borgo Val di Taro della Medaglia d’oro al valore militare per rendere un riconoscente  omaggio all’entusiasmo  ed al tenace impegno coi   quali  l’amico  Costella, prima  come  Sindaco di Borgotaro poi consigliere  regionale, ha  perseguito  l’obiettivo di far ottenere  la  più alta ricompensa della Patria per  onorare l’olocausto di tante vite, le sofferenze dei feriti  e dei mutilati, il valore delle formazioni  Partigiane e il sacrificio delle popolazioni e del  clero dell’Alti Valli del Taro e del Ceno.

Il contenuto del  discorso non ha voluto essere soltanto una  carrellata retrospettiva dei tanti momenti ed episodi di  cui è costellata  la Resistenza delle  nostre  valli, ma  ha  voluto affermare che  quel “passato” come direbbe quel grande resistente  e maestro che fu per tutti noi don Giuseppe Cavalli – è stato “ un motivo perenne di prospezione in avanti, un impegno di  vita, un momento di cosciente e vigorosa ripresa, un ricordo annunzio che si  stacca dal passato, freme nel presente e si  proietta nel futuro, perche abbia da  risplendere più alta, più viva, più lucente la fiaccola della Resistenza”.

Ecco questo  è il significato del discorso pronunciato dall’amico Costella nella esaltante  occasione della consegna Medaglia d’Oro ed un messaggio che affettuosamente viene affidate ai  giovani di  oggi affinché  dalla storia scritta  col sangue dei giovani d’allora, i loro padri, ne traggano insegnamento ed  esempio.

Sergio Giliotti Presidente dell’Associazione Partigiani  Cristiani di Parma  25 Aprile 1986.

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Ponte Parabolico Ostia

10 – 6- 944 – Verso  sera due  squadre occupavano la  stazione  ferroviaria  di  Ostia per proteggere l’azione dei  sabotatori del  Gruppo  << Cento  Croci >> che  dovevano  far  saltare  il ponte  parabolico. Sabotato  il ponte ed un locomotore i patrioti  si  ritiravano.

Perdite Nemiche:  3 prigionieri.

Tratto dal Libro Obiettivo Libertà

Gek:  no, quello era il ponte parabolico;
Italo: è meglio mettere in rilievo che non sono riusciti neanche loro, specialisti;

Dragotte: sono partiti da Brindisi o da Napoli, questa missione: era un Capitano e 5 o 6 sabotatori,

Italo: i nomi non li hanno riportati, non sono rimasti……

Dragotte: se non li ha Bill. Avevano esplosivo, il pugnale avvelenato per le sentinelle; erano venuti per il parabolico, perchè con il sistema di puntamento di allora, era difficile colpirlo; infatti sembrava proprio il ponte Dragotte in Albania. Era un ponte difficile da far saltare con un bombardamento aereo. Allora avevano mandato questo gruppo di sabotatori, avevano esplosivo, il pugnale avvelenato per le sentinelle, pugnale avvelenato con il curaro, e sono sbarcati a Chiavari… fra Chiavari e Sestri, Bonassola.

Italo: erano d’accordo via radio con qualche gruppo partigiano?

Dragotte: Eravamo ancora all’Anzola noi, quindi non sapevamo neanche che esistevano dei partigiani. Sono partiti in forma autonoma. Avevano tutto l’itinerario, dal Cento Croci a venire a Borgotaro, nella zona di Mone Groppo, qualcuno li ha segnalati alla polizia……

Gek: no, è stata una coincidenza,

Dragotte: non so, sono stati intercettati della zona di Codogno credo, i fascisti sono andati su, … loro hanno abbandonato l’esplosivo, però nessuno è rimasto prigioniero, hanno abbandonato il materiale e si sono rifugiati nel nostro Gruppo all’Anzola e……

Gek: Capitano Bellini, era di Reggio Emilia, ma è sparito lassù, ti ricordi Peppino (Dragotte), nel 1°o 2° rastrellamento, è sparito, non l’abbiamo più visto. Dei sabotatori una parte è andata con Bill, una parte con Richetto, e una parte con noi; ma è stata una coincidenza, è stato così: io ero a Tarsogno, e prima a Tarsogno c’era stato un primo approccio del movimento partigiano, … poi è stato scoperto da uno di Sarzana, un Maresciallo che doveva essere eli minato; per causa di mio cognato non l’hanno eliminato. Allora questo ha dato l’allarme; contemporaneamente come ha dato l’allarme è venuta una corriera di militi e di tedeschi, sono andati sul Cento Croci; hanno cominciato dal Cento Croci venendo giù, sempre giù e sapevano che li al Miramonti, laggiù in fondo avevano il loro covo (i partigiani), e allora di lassù sono venuti giù li, hanno rastrellato, poi il rastrellamento è continuato di lì è venuto vicino al Miramonti e sono andati giù verso Codogno combinazione c’era quella missione li che veniva da…. ossia non è che loro sono venuti appositamente per quella missione, è stata una combinazione, una coincidenza, perchè noi questi fascisti, questi tedeschi, erano andati per quel motivo li (perchè io c’ero dentro, dormivo li); di notte passava una corriera e mi ha avvisato Forni. Ho visto questa corriera ohe andava su al Cento Croci, ma poi sono venuti giù, all’alba, vedo che vengono giù. Sarà stato febbraio-marzo 1944.

Bonini: sarà stato fine febbraio;

Gek: invece di farsi paracadutare sono venuti in sommergibile. Venivano da Borzonasca. Da Borzonasca avevano già l’indicazione del Penna. Era un giorno che nevicava-pioveva, poi verso mezzogiorno ho sentito una sparatorta che io e mio fratello, siamo andati giù verso Isola; allora quando siamo stati giù abbiamo sentito una sparatoria, e tra me e me ho detto: ma chi può essere? Combinazione, poi sapemmo che erano questi sabotatori che si erano tolti via dagli zaini tutto il materiale perchè si era bagnato, ed era venuto un po’ di sole, lo avevano steso per fare asciugare; in quel mentre è capitata quella colonna di fascisti. Hanno fatto in tempo a prendere gli sten e quello che hanno potuto della roba e poi allontanarsi; ed è stata una combinazione, poi si sono incanalati e sono venuti su al Penna;

Italo: è già molto che siano riusciti a cavarsela senza rimetterci la pelle,

Dragotte: e per il ponte di Borgotaro abbiamo

La Seconda Julia Nella Resistenza

Sergio Giliotti

PRESENTAZIONE

Ho letto l’ultimo libro di Galli della Loggia, la solita palinodia in polemica con la Resistenza e la cosiddetta storiografia “convenzionale “, incapace (a suo dire) di identificare nella data dell’8 settembre 1943 la morte della patria.

Ma a chi altro si dovrebbero attribuire se non al fascismo le responsabilità della disfatta? Che significa -si è chiesto Giu­liano Vassalli- dar colpa di tutto ai fatti dell’8 settembre. Ora chi ridusse l’Italia a quel punto? Indubbiamente la dittatura ventennale.

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LA NUOVA ITALIA

     GIORNALE DEL TERRITORIO LIBERO DEL TARO

Borgo Val di Taro – Anno I                       N. I               Giovedì, 13 Luglio 1944

Questo giornale che è destinato a diventare una rarità, si vende al prezzo minimo dl

L. 1. Chi io pa­gherà più caro Farà opera buona, perché gli utili saranno devoluti ad opere di pubblica beneficenza.

Tip Cesare Cavanna – Borgo Val di Taro                      Senza autorizzazione de! Ministro della Cultura Popolare residente a X.

Annunzio

            Questo giornale non è fatto da rettori stipendiati. i quali, per lucro immondo, esortino i temerari e gli ingenui al rischio che essi fuggono, alle battaglie che essi temono. Questo giornale è fatto dai combattenti pei loro compagni di fede e di sacrificio; è fatto dal popolo in anni per il popolo che nelle case, nelle officine, nei campi, attende e spera, dopo tante sofferenze, dai fratelli e dai figli il dono luminoso della pace, della giustizia e della libertà.

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I Caduti di Valmozzola Istituto  Storico Della Resistenza ” Pietro Mario  Beghi ” La Spezia

I fatti di  Valmozzola ( Gruppo  di  Monte Barca ) 13 – 17 Marzo 1944

INTRODUZIONE

di M. T. Mori

I fatti di Valmozzola del Marzo ’44 costituiscono uno dei primi avvenimenti di larga risonanza nella storia dello sviluppo delle formazioni partigiane in provincia della Spezia (1). L’episodio si svolse in due tempi, di cui uno fu la drammatica conclusione dell’altro: l’assalto al treno nella stazione di Valmozzola da parte dei partigiani del gruppo Betti il 13 Marzo, e la rappresaglia nazifa­scista che ne seguì, portando qualche giorno dopo alla fucilazione di sette «ribelli ».

Il gruppo Betti era nato nella Val Ceno spontanea­mente, e in un primo tempo senza alcun intervento di­retto da parte di partiti antifascisti, essendosi formato intorno alla figura di Mario Betti, uomo di cui ancor oggi è sconosciuto il vero nome, quasi sicuramente pro­veniente dal Piacentino e che si trovava nella zona fin dal mese di Dicembre. Valmozzola è precisamente in provincia di Parma; ma l’episodio di cui si tratta si inserisce a buon diritto nella storia delle formazioni partigiane che avevano come riferimento politico e organizzativo gli esponenti antifascisti e il C. L. N. della Spezia. Mario Betti aveva già partecipato allo scontro che si era svolto ad Osacca contro reparti fascisti qualche tempo prima.

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Poesie Resistenza

Partigiani

Non  chiamateci  eroi.

fummo solo uomini liberi.

tenera e spietata

la  nostra  vicenda.

paziente avventura

nel  fluire quotidiano

della paura e della morte.

Ebbra età  di  saggezza,

la nostra:

quando  giocavamo

la  vita

per nulla e per tutto,

lungo  i  sentieri

vergini  di  neve.

1975

ENRICO LODI

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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Foto pag 401 a 418 10° parte

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Obiettivo Libertà Storia della “I” Julia Brigata Partigiana dell’ Alta Val Taro A.L.P.I. Associazione Liberi Partigiani – Parma da pag. 335 a pag. 378 7° parte

Parte Terza

– memorie autobiografiche, profili di caduti, poesie e racconti partigiani

  • – elenchi dei Caduti partigiani e civili,
  • – quadri comando della 1^ Brigata Julia
  • – organici di brigata

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