ISREC Parma Istituto Storico Resistenza Parma

https://www.istitutostoricoparma.it/home

L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea per la provincia di Parma è stato fondato il 26 giugno 1964 da un gruppo di autorevoli esponenti della Resistenza parmense.

È associato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia “Ferruccio Parri” che, con altri sessanta istituti, costituisce la più estesa rete di centri per lo studio della storia contemporanea presente in Italia.

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BORGOTARO:un itinerario di libertà

un itinerario di libertà

Alla Popolazione della

Val Taro  autentica protagonista

della  lotta  per la  libertà

BORGOTARO:

un itinerario di  libertà

ASSOCIAZIONE RICERCHE  VALTARESI

“A. EMMANUELI “

Quella del  25 Aprile  è una data che  rappresenta,

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LA NUOVA ITALIA

     GIORNALE DEL TERRITORIO LIBERO DEL TARO

Borgo Val di Taro – Anno I                       N. I               Giovedì, 13 Luglio 1944

Questo giornale che è destinato a diventare una rarità, si vende al prezzo minimo dl

L. 1. Chi io pa­gherà più caro Farà opera buona, perché gli utili saranno devoluti ad opere di pubblica beneficenza.

Tip Cesare Cavanna – Borgo Val di Taro                      Senza autorizzazione de! Ministro della Cultura Popolare residente a X.

Annunzio

            Questo giornale non è fatto da rettori stipendiati. i quali, per lucro immondo, esortino i temerari e gli ingenui al rischio che essi fuggono, alle battaglie che essi temono. Questo giornale è fatto dai combattenti pei loro compagni di fede e di sacrificio; è fatto dal popolo in anni per il popolo che nelle case, nelle officine, nei campi, attende e spera, dopo tante sofferenze, dai fratelli e dai figli il dono luminoso della pace, della giustizia e della libertà.

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Celebrazione del Ventennale

COMUNE DI BORGOTARO

INAUGURAZIONE DEL SACRARIO DEI CADUTI PER LA LIBERTA’

BORGOTARO, 26 LUGLIO 1964

      Il cammino della libertà è costellato di croci

Ogni volta che dinnanzi a questo Sacrario recante le spoglie dei giovani sacrificati nella lotta per la Libertà vien fatto di scorgere una madre con il capo chino e il pensiero fisso nel ricordo di una giovinezza spenta all’im­provviso, si rivive la scena di un addio dato vent’anni fa . .. quando con un paio di scarponi e un involto sotto il braccio Egli iniziava il cammino difficile sul sentiero della montagna, dove un pugno di coetanei avevano deciso di costituire una nuova comunità sottratta all’oppressione, al sopruso, alla negazione dei più elementari valori umani. Sapeva che una vita fatta

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LA NUOVA ITALIA 2

GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO

Presso la sede del Coniando Unico Operativo della Provincia di Parma Ovest  Cisa         N. 2

                                                                                                                     Lunedì 9 aprile 1945 Ieri e oggi

Otto mesi  di  silenzio sono pochi a confronto all’eternità, ma sarebbero troppi, se insieme con le lingue si fossero  riposate  anche  le  nostre mani . Fortunatamente se il giornale taceva, le mani operavano: e dallo scorso luglio  a oggi, dopo tre ra­strellamenti, dopo la tragedia di BOSCO, dopo tante vicende luttuose, luminose, malinconiche e gioiose, i Volontari della Libertà, più fieri, più risoluti, più forti che mai, sono tutti in prima linea, attendono tutti con fede intatta, con animo saldo, l’ultima battaglia, la vittoria definitiva.

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La Strada era Tortuosa don Luigi Canessa

Sedici mesi di Guerriglia sull’Appennino Parmense – Ligure

Don Luigi Canessa

PREFAZIONE

Don Luigi Canessa, cappellano capo di una delle for­mazioni più rischiose e operose dei Volontari della libertà nel periodo della guerra nazionale contro i. Tedeschi, ha raccolto in questo volume i ricordi di quel glorioso periodo della sua vita. .

Senza retorica nè fantasiose amplificazioni egli ha nar­rato la verità nel suo aspetto obiettivo: donde viene al suo libro maggior interesse, per chi ama) al di là delle for­me e delle formule spesso stereotipate e insincere, il con­tatto immediato col dramma della vita.

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Rinascita -Giornale per i Patrioti della 1.Brigata Julia

RINASCITA

Giornale per i Patrioti della 1.Brigata Julia

 Borgotaro , 26  maggio  1945                                  Numero  unico

AI COMPAGNI  DELLA  JULIA

Le fatiche, le trepidazioni, le ristrettezze alimentari proprie della nostra vita sui monti sono cessate; non sono cessati invece i doveri derivanti dagli ideali di libertà e di giustizia per i quali abbiamo sì lungamente combattuto. Ci salutiamo, vecchi e nuovi Patrioti della Brigata, con una certa amarezza nel cuore proveniente (checché se ne possa pensare) dall’aver lasciato quelle armi, quella vita alla quale ci eravamo, fin troppo, adusati. Ognuno di noi ritorni alle vec­chie occupazioni, al proprio lavoro con lo spirito teso a nobili propositi e con quella duttile esperienza fatta tale in lunghi mesi di peregrinazione o di vita.., vissuta, da contatti con ogni ceto sociale e particolarmente contadino, da tutto ciò che il nostro occhio ha, visto e su tutto quanto la nostra mente ha ragionato.

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Abbiamo Tutti Rischiato 43-44-45

Memorie dattiloscritte da BONINI Guido

nato a Parma il 09.02.1923, residente in Borgo Val di Taro (Parma)
La mia famiglia era così composta: padre, madre; sorella cl. 1919, fratello cl. 1921; io ero il più giovane cl. 1923.
Mio padre, reduce della guerra 1914-18 risiedeva a Parma, sua città natale con la famiglia, strada Nino Bixio.
Oppositore al fascismo, dovette abbandonare Parma nel 1928 perché perseguitato e continuamente minacciato dai violenti del nuovo regime. Fu ospitato a Borgotaro in casa di suo cugino sig..,INVERNIZZI,- abitante nel palazzo della Società Imbriani.
Nel 1931 tutta la mia famiglia lasciò Parma per unirsi, a mio padre in Borgo Val di Taro. In questa circostanza, in un paese nuovo e non conosciuti, oltre agli Invernizzi ci diedero un valido aiuto:) il Sig. Delnevo (Merlotto) e la sua cara signora Brugnoli Caterina.
Nel 1941 mio fratello cl. 1921 era alle, armi con l’Esercito Italiano per assolvere gli obblighi di leva. Nel 1942 sottufficiale dell’ Esercito inviato in Russia con il C.S.I.R. , e dal Natale 1942 (inizio della disastrosa ritirata dal fiume Don) non ha più dato notizie di se e quindi come tantissimi altri giovani, dichiarato dal Governo Italiano – Ministero della Difesa – con verbale n° 12848 ST “morte presunta”.
E ‘ arrivato il famoso “8 settembre 1943” e mi trovavo a casa mandato dall’infermeria presidiaria del Distretto Militare di Parma.
Le truppe tedesche probabilmente bene informate sapevano cosa stava succedendo ed erano già in stato di allarme. Hanno attaccato in forze le poche truppe italiane delle varie Caserme costringendole alla resa e seminando terrore. I nostri militari hanno reagito per un po’ ma poi, anche a corto di munizioni hanno abbandonato iniziando un fuggi-fuggi per le campagne ed, affidarsi ai contadini per evitare la cattura ed essere trasportati in Germania nei famosi campi di concentramento (sterminio).
Visto cosa facevano i tedeschi nelle città italiane dopo 1’8 settembre non ho più avuto dubbi sulla ferocia e cattiveria tedesca. Avevo 20 anni e tanta volontà. Ho sempre portato a termine con serietà incurante dei rischi tutti gli incarichi a me affidati.
Il mio nome di battaglia “Scalabrino” e poco conosciuto perché la maggioranza mi chiamava col nome battesimale, era più semplice ed io non ne facevo caso, ero cosciente delle mie azioni che ritenevo buone e giuste.

(Guido Bonini)
Scalabrino

Borgo Val di Taro, 30 novembre 1996.

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Montagne Insanguinate

Alla memoria della mia venerata
mamma che in quel tragico
20 luglio 1944 con le sue suppliche
e con l’offerta di sè stessa valse
a salvare la mia vita e forse quella
di tanti altri da morte violenta.

                                                             Panorama  di  Guerra
Sugli inizi dell’anno 1944, visto che le cose sul fronte Italiano prendevano una cattiva piega e che i Patrioti, obbedienti alle disposizioni del Generale Alexander, rispondevano con le armi e con il sabotaggio ai replicati bandi di leva nazifascisti, il Comandante in capo delle forze tedesche in Italia, Kesselring, emanava un ordine chiamato comunemente «Messaggio di Kesselring», nel quale dopo aver fatto appello ai «banditi» Italiani, concludeva con una sanzione di stampo “esclusivamente nordico, concepita press’a poco in questi termini:
«Se voi ci colpirete alle spalle, noi per rappresaglia ci vendicheremo con le vostre famiglie innocenti!»

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Gruppo D’Azione Valtaro

GRUPPO D’ AZIONE VAL TARO

Ordine Del Giorno    n 1

Zona X, il 14 aprile 1945.

Sugli aspri monti ci siam fatti lupi;

il          nostro grido è Libertà o morte.

“ C. Bassani ,,

                                                   VOLONTARI  DELLA LIBERTÀ!

L’ora della liberazione è ormai prossima.

Nell’ imminenza della prova decisiva, forse 1’ ultima, sento più che mai impellente ed irresistibile il desiderio. di portarvi il mio incitamento e di formularvi il più fervido augurio.

Mentre il ricordo dei compagni caduti che più non potranno assistere al trionfo della nostra causa mi rattrista profondamente, sentimenti di gratitudine, di orgoglio e di ammirazione nei vostri riguardi mi affolano la mente ed il cuore; in questo momento vi esprimo il mio modesto plauso e ringraziamento per l’ardire combattivo. 1’attaccamento e l’affetto palesatimi nei momenti più difficili e sopratutto per lo spirito di sacrificio e di diuturna dedizione della causa da voi sempre ed -ovunque dimostrata.

Fra di voi riconosco quegli stessi  “ RIBELLI” ,, che sin dal settembre 1943 si strinsero attorno a me accendendosi alla scintilla della ribellione contro la risorta tirannide fascista; siete i compagni dell’Anzola, del Monte Orocco, del Penna, di Monte Vaccà, di Tasola ove le prime pallottole dei “ Fuori  legge”sibila­rono sui tedeschi ed i loro servi; siete i compagni dei Boschi del Molinatico, dei costoni dell’ Ozzola, della Manubiola, di Grifola e di Valmozzola. Fra Voi vedo giovani fieri ed ardimentosi, figli di ogni parte d’ Italia, venuti sui nostri Monti per dividere disagi, sacrifici e pericoli, vedo ragazzi audaci corsi fra noi a portarci 1’ inesauribile entusiasmo dei loro vent’ anni e l’ indomabile loro spirito ribelle.

A questo punto sento il dovere di esternare il mio compiacimento e riconoscenza al gruppo dei sabota­tori che in ogni evenienza circostanza, mettendo in serio pericolo la loro stessa vita, con encomiabile spirito di abnegazione e dì altruismo, hanno portato a compimento gesta il cui ricordo rimarrà incancellabile in chi, come me, ha assistito al loro silenzioso eroismo.

Tutti indistintamente vi abbraccio, cari compagni d’ arme, tutti vi accomuno nell’ elogio ed in ricordo della vita assieme vissuta, delle lotte sostenute, delle speranze represse delle ansie patite, vi offro questo libello contenente  l’elenco dei fatti d’ arme a cui partecipaste perché esso vi sia d’ incitamento per i prossi­mi eventi, di sprone a sempre ,migliorarvi per rendervi più degni della riconoscenza della Patria.

Viva 1’Italia!

                                                                                                     IL COMANDANTE

Dragotte

Elenco  cronologico dell’attività operativa del

GRUPPO D’ AZIONE VAL  TARO

Dalla data  della sua costituzione 3 febbraio 1945

22 febb.        — Nella notte, cinque sabotatori gua

 1945               dano il Taro con un carico di
                        esplosivo ed eludendo la vigilanza
                        delle sentinelle nemiche fanno saltare
                        la pila della prima arcata del ponte
                        ferroviario di Borgotaro.
7 marzo           —        Verso le ore 14, un nucleo di sette
 1945               uomini fanno irruzione in un albergo
                        del Centro Urbano dove stazionano
                        quindici tedeschi. Con azione audace
                        irrompano nel locale intimando la
                        resa ai nemici. Ne consegue un
                        violento scontro con risultati: due
                        tedeschi uccisi, due feriti gravi e
                        due alpini repubblicani catturati. La
                        rabbia nemica si sfoga come di
                        consuetudine sugli inermi; L’albergatore
                        viene ferocemente freddato sul posto,
                        mentre l’immobile è fatto saltare con
                        la dinamite.

14 marzo      — Nella notte, sabotatori del gruppo

  1945              compiono una azione di sabotaggio
                        sulla Parma – Spezia, facendo saltare
                        50 m. di binario tra le stazioni di
                        Solignano e Valmozzola.
4 aprile —        Viene compiuto un atto d sabotaggio
 1945               al traffico nemico sulla strada della
                        Cisa. Un grosso autocarro tedesco
                        e attaccato e fatto saltare in aria con
                        una mina a strappo.
4 aprile —        Nella notte, 50 uomini del gruppo
 1945               si portano in località Guinadi ed
                        eludendo la forte sorveglianza nemica
                        minano una pila del Ponte Grande
                        ( sul fiume Verde ), di grande

                       importanza per il traffico nemico. Lo
                        scoppio provoca gravi danni ad una

                      arcata dello stesso.

5 aprile Nella notte, un nucleo di audaci
 1945               sabotatori, in dispregio della loro
                        vita e quasi a sfida della aumentata
                        sorveglianza nemica, riescono
                        nuovamente a minare la già sconquas­-
                        sata pila del ponte ferroviario di
                        Borgotaro e a danneggiarla in modo
                        definitivo.
7 aprile —Tre sabotatori si portano sulla
 1945               ferrovia Parma-Spezia località Solignano
                        e riescono a far saltare il ponte
                        ferroviario dà poco riattivato dal nemico.
8 aprile —In esecuzione dell’ ordine generale
 1945               di azione, 70 uomini del gruppo
                        attaccano il presidio tedesco di Roc­-
                        camurata trincerato in due fabbricati
                        e due caselli distanti circa 200 m.
                        l’ uno dall’ altro. In cinque ore di
                        accanito combattimento i Volontari
                        espugnano d’assalto uno dopo l’altro
                        i quattro capisaldi eliminando ogni
                        resistenza nemica.
                        RISULTATO
                        38 prigionieri. 7 nemici uccisi ; in­-
                        gente bottino di armi e munizioni;
                        Un treno carico di materiale bellico
                        catturato in una galleria dopo averne
                        eliminata la scorta armata.
9 aprile —Una esigua squadra lasciata a presi-
 1945               diare la zona liberata attacca con
                        fulminea azione un gruppo di 20
                        tedeschi inviati di rinforzo da Berceto.
                        Sorpresi dall’ audacia e dalla tem-
                        pestività dell’ azione i tedeschi sì
                        arrendono con alla testa  il loro ca­-
                        pitano.

RIEPIOGO

delle azioni dal 2 febbraio 1945 a tutt’oggi: n3 ponti  ferroviari interrotti al traffico nemico, n 9 tedeschi  uccisi, n58 prigionieri catturati tra cui un capitano.

bottino d’armi . n 2 mitragliatrici e quattro mitragliatori, n 40 armi individuali strappate ai tedeschi, 4 vagoni di materiale bellico fra cui ingente quantità di nuove armi tedesche.

NESSUNA PERDITA DA PARTE NOSTRA