Montevacà Dragotte Obbiettivo Libertà Interviste 13-14 Giugno 1984

Montevacà

Gek:   la seconda pàrte lo fece il distaccamento di Bill e insiame a quel distaccamento c’era mio fratello, Fanfulla, Tognela, L’Istriano;

Dragotte:  comunque è successo così: io avevo disposto questo sohieramento al passo e un altro schieramento a Tasola (erano le due vie di probabile accesso di questa corriera di tedeschi e fascisti che ci avevano segnalato, insomma avevo disposto gli uomini come per una imbosoata (doveva arrivare la corriera all’ Anzola ed erano presi in trappola).
Intanto ohe aspettavo ho pensato che io avrei dovuto essere sul posto dove arrivavano loro, (avevamo la cabina in fondo-valle), allora ad un certo punto presi una staffetta con me e andai giù di persona per sentire da che parta arrivava questa corriera, perohè il telefonista di Bedonia ci dava 2 segnalazioni sulla direzione della corriera  ( a piedi verso Tasola e con la corriera verso noi).

Italo: Voi che c’erano questi anti-fascisti a Bedonia  l’avevate saputo come.

Dragotte:  l’avevamo saputo dal telefonista che poi ci aveva anche avvisato delle due varie direzioni della corrierà.

Italo: sempre attraverso a quelli delle cabine telefoniche?+

Dragotte: si sempre. La cabina telefonica era a Ponte Ceno. Allora io dal passo di Montevacà, dove avevo già disposto gli uomini, tutti borgotaresi, ero voluto andare giù di persona per controllare la situazione. Ed intanto che andavo giu, arri varano i tedeschi e i fascisti; poi loro che avevano capito che c’era una imboscata, si fermarono a 50 metri e cominciarono a sparare, così il distaccamento era stato costretto a battere in ritirata.

Gek: quello che ha portato sù la corriera è un autista di Carpani, (ti ricordi che poi è andato a finire in America), alla sera eravamo lì da Gianò (trattoria)

Italo:  si, ma Gek, è lì che si fanno le cose all’italiana, lo andate a dire a urbit et orbi e, al momento giusto…..

Gek: no, lì si discuteva e si diceva, come arriva la corriera sul passo, vieni un pò avanti, il primo a fare fuori era l’autista e c’era anche lui lì……. al mattino va a finire che lo mettono sulla corriera per portarli sù… o si è fermato lui, o lo hanno fermato i tedeschi, non è arrivato sù …

Italo: ma poi anche i tedeschi hanno capito che avvicinandosi a un passo… ..

Dragotte: no, no! lì è stato tutto l’autista, loro cantavano …

Gek: loro non sapevano cazzo…..

Italo: probabilmente loro credevano che voi vi dileguaste…… loro fino a Bedonia, sono arrivati come? in treno? …..

Dragotte e Gek: : non so come sono venuti sù, sono venuti con corriere?… poi si sono fermati a Bedonta, non so …….

Gek: poi è capitato anche questo,… a noi ci sono stati consegnati proprio quella sera lì i nuovi sten, e noi credavamo di avere in mano dei cannoni, delle mitraglie, … ad un certo momento ti pianti in piedi davanti alla corriera… spari contro la corriera, non fanno niente sai una canna lunga così….. spari 5 o 6 colpi …..
Come loro sono venuti avanti noi abbiamo retrocesso (e lì è morto Ruggeri) .

Italo: Poi in un libro si parla di prigionieri: in quel caso era stato fatto prigioniero un maresciallo tedesco…

Gek: no, non era un maresciallo, lo so perchè una notte avevo dormito nelle grotte di Drusco e la mattina quando mi alzai capitò il Conte Camperri, vidi quel tedesco e dopo ce lo portammo dietro e arrivammo ai Bruschi e andando sù sopra la strada è capitato l’Arciprete di Bedonia che lo è venuto a prendere, e ce lo abbiamo dato indietro.

Italo: ma c’era prigioniero solo questo tedesco o c’erano anche dei fascisti?

Gek: no, c’era solo quel tedesco!

Italo: Perchè sul libro c’è scritto che poi i prigionieri sono stati restituiti e c’era scritto anche che uno ha chiesto di rimanere, un siciliano che poi invece ha fatto la spia quando sono tornati nel rastrellamento;

Dragotte: e sarà la storia della Brigata Garibaldi, allora.

Gek: quello non lo so dire,… ti so dire che quella mattina vidi quel tedesco e poi noi abbiamo proseguito…… Si sentiva già allora la necessità di un Comando Unico, ne avevamo accennato su ai Linari, che c’era..:.. un giorno Cacchioli, Umberto e poi ci capitò quel Maggiore di Milano, ti ricordi?

Dragotte: Già dal maggio del 44 gli alleati avevano dato delega a questo Tenente di nominarmi Comandante di tutte le Brigate a VaI Taro, …siccome eravamo sorti dal basso all’alto, ognuno era geloso, se io mi fossi presentato da ….. a dire prendo il comando perchè gli alleati… saltava la linea …perchè… guarda questo
non è possibile siamo ,ancora all’inizio del movimento….. loro cercavano di dare il comando a un……. per poter comprare meglio il movimento partigiano.

Italo: Quella linea lì fu utilizzata sempre dalle nostre Brigate?

Gek: no, fino all’occupazione di Borgotaro l’avevamo sempre e anzi era proprio dove è ancora adesso.
Con la rioccupazione dei tedeschi di Borgotaro, era stato demolito ossia erano state rotte le linee da parte nostra (di tutti) o meglio come noi avevamo lasciato Borgotaro in mano loro,… però noi usavamo sempre la via di comunicazione con la C.I.E.L.I.
(ossia l’azienda elettrica di allora, che aveva la cabina in fondo a Borgotaro).
I punti che noi utilizzavamo erano: Borgotaro, Costerbosa e Lozzola. Nella direzione verso Bedonia non c’era nulla.
Poi noi avevamo ottenuto quelle comunicazioni sino a quando avevamo Borgotaro; come mollammo Borgotaro e con la formazione del Comando Unico (quando avevamo ancora in mano Borgotaro il Comando era a Compiano e quello non fu stato autorizzato dal Comitato di allora, poi finalmente si arrivò alla formazione, alla fine dell’estate, del Comando Unico) tutte queste mansioni di comunicazioni le prese in mano il Comando stesso; attraverso staffette e in modo particolare attraverso questo telefono privato della C.I.E.L.I. =
Chi si interessava molto delle comunicazioni (era sempre il Comando Unico) ed era amico di Pellizzari, era Franco Franchini, di Sarzana, e faceva queste comunicazioni attraverso la C.I.E.L.I. – .
Anche Tancredi, che era a Borgotaro è di Sarzana, come Franco Franchini, erano compaesani.

Italo: ora è, inutile registrare. ….



Borgo Val di Taro, 14.Giugno.1984



Tutto quanto descritto ne è conservata registrazione su cassetta.

Intervistati Delnevo Giuseppe(Dragotte) e Solari Giuseppe (Gek) PERIODO OCCUPAZIONE DI BORGOTARO. 13-Giugno 1984

Dragotte:   inquadro bene io la situazione;

ai tedeschi interessava liberare la stazione di Borgotaro che bloccava i rifornimenti dalla pianura Padana alla linea gotica.

Allora cosa hanno fatto: la 1^ puntata l’hanno fatta proprio al Bratello mi pare… cioè da Pontremoli una compagnia sui 120….. uomini noi si chiamavano, si era preso per Corrado, diceva avete visto i tedeschi?.. cominciò una sparatoria e… una sparatoria di un’ora circa… intanto era venuto giù anche Bill, c’era anche Eugenio… i tedeschi resistevano, man mano si spostavano in alto… noi eravamo sul versante sinistro del Tarodine, poi a un certo momento abbiamo detto: qui non si risolve niente, cerchiamo di accerchiarli e ho chiesto chi è che vuol venire con me; Bil si è rifiutato, ha detto io non conosco la zona;

Gek:   scusa un momento se ti interrompo, quando siamo andati su con il distaccamento a S.Vincenzo, te lo ricordi?

Dragotte:   si ma comunque io parlo dello scontro della battaglia di Grifola,

Gek:  si ma prima siamo arrivati a S.Vincenzo, te lo ricordi?

Dragotte:   poi siamo tornati indietro….

Gek:  e abbiamo mandato una pattuglia di la… S.Vincenzo è di qua, Tarodine in mezzo e a un certo momento la pattuglia è tornata indietro… ma non ha trovato niente, però ti ricordi che durante…

Dragotte:  i tedeschi sono scesi a mezza costa, e sono sbucati lì, davanti a Grifola;

Italo:  conoscevano bene il territorio;

Dragotte:  si, infatti una pattuglia sono andati su e non li ha incontrati, e loro sono scesi giù a mezza costa, in mezzo al bosco e nessuno li vedeva…

Gek:  e ti ricordi che sentivamo quel ta-pum … si ta-pum, ma non riuscivamo a individuare la posizione esatta;

Dragotte:  l’atto finale è stato li a Grifola, sbucavano proprio a Grifola, vengono giù dalla boscaglia e Carletto li o partigiani!…… e si  è cominciato  a sparare, la  battaglia  è cominciata lì,

Bonini:  Terrarossa si chiama quella zona li ?

Dragotte:  si,  di fronte a Grifola,

Gek:   abbiamo cominciato a sparare nei Campassi… ci dicono i Campassi,

Dragotte:  il nome della battaglia è di Grifola,

Italo: noi non dobbiamo sottilizzare;

Gek: si, ma noi abbiamo cominciato a sparare dai Campassi,

Bonini:  dal Molino dell’Aglio… di sopra, più alti

Dragotte:  io ho cercato appunto di fare una manovra aggirante,

io ho chiesto chi voleva venire con me, Corrado, al Togno, Bill… tu lo sai, è sempre stato un ragazzo che si batteva bene, disse: mi dispiace siamo in una zona non conosciuta e non è venuto… allora io con Pirei, al Togno de Rugiò… e una ventina di uomini insomma siamo andati su lungo il Tarodine, abbiamo attraversato il ponte del Tarodine, siamo andati alla fabbrica del cemento (c’eri anche te), abbiamo salito il canalone e siamo entrati nel bosco di Grifola, il primo bosco di Grifola e abbiamo trovato i primi tedeschi, saranno stati 4 o 5, li abbiamo visti prima di arrivare nel caseggiato di Grifola e ci hanno visti. Un tedesco ci ha lanciato una bomba a mano, quelle col manico, e noi ci siamo buttati in terra, è arrivata li sta bomba e invece non hanno fatto in tempo a sganciarla, non l’hanno disinnescata e loro sono scappati, hanno sparato un colpo, hanno ferito nella natica Togno de Rugiò. Ci siamo alzati i piedi, siamo andati giù… poi si sono arresi. In precedenza avremo sparato un paio d’ore. Poi quando hanno visto che sono accerchiati… e poi il Capitano, prima di arrendersi si è sparato alla testa. Avevano un mortaio 81… era una compagnia intera;

Gek: poi c’è questo, quando sparavano le bombe, ti ricordi? facevano una gran rosa… perché cominciava a diventare  tardi……

Dragotte:   mia madre e mio padre assistevano al combattimento da Brunelli;

Gek: perché di giorno, la bomba se la spari cosi, non vedi niente, invece si vedeva…

Dragotte:  era uno spettacolo per la popolazione; guarda un po la data… il Manubiola è stato il 30 giugno;

Bonini: ma li starebbe bene fare una fotografia della zona del Manubiola con le frecce degli attacchi perché si presta fare una bella fotografia, e la fotografia anche di Grifola da mettere nel libro per illustrare…

Gek:  a Borgotaro dal Bratello l’8.luglio.44;

Dragotte:  l’ 8 luglio hanno fatto la prima puntata dal Bratello per sbloccare la stazione ferroviaria, perché era un punto di riferimento. I tedeschi avevano l’obiettivo di liberare Borgotaro, pensando che ci fosse una forza veramente piccola; insomma di partigiani e, con 150 uomini liberiamo la stazione, invece hanno sbaragliato i 50 uomini che erano di guardia al Bratello, sono venuti giù poi sono cascati nella trappola perché noi abbiamo dato l’allarme, sono venuti giù i partigiani di Bill, qualcuno di Beretta ecc., gli uomini che ho raccolto io non so dove li ho raccolti… e li abbiamo bloccati li a  Grifola. Sarà stata un proporzione di…..eravamo quasi pari: 150 contro 150.         

Italo: però come armamento loro erano superiori, penso,

Dragotte:  loro avevano le mitragliatrici, la famosa sega d’Hitler, avevano un mortaio 81, era una compagnia attrezzata e armata come una compagnia da esercito tedesco. Soltanto che si sono trovati in un terreno che loro non conoscevano e noi conoscevamo, abbiamo fatto manovra di accerchiamento e quando si sono visti accerchiati, si sono arresi. Il Capitano si è sparato; abbiamo recuperato un mortaio 81; il combattimento è finito all’imbrunire, la popolazione qui dal Monte Cavanna, Brunelli ecc., assistevano a questo combattimento.

Poi siamo venuti giù con i feriti; qui a Borgotaro c’era un posto di pronto soccorso, c’era il Dott. Baduini, e ha medicato Togno e ci ha tolto la pallottola dalla natica.

E questa è stata la prima puntata dei tedeschi.

Dragotte:  poi hanno fatto una seconda puntata…..

Gek:  prima è stata la Manubiola, 30 giugno. Si la Manubiola è il 30 giugno (seguono interruzioni sulle date). sempre Gek: finisci questo episodio di Grifola Peppino … sembra che non si sia comportato, nell’azione (parla del Brattello-del Capitano), che non si sia comportato nell’azione con i sistemi normali, cioè che abbia un po’ infierito nei riguardi di qualche civile; come quello che hanno ucciso con un sistema un po’…..

Italo: si quando i tedeschi erano inferociti… e poi lui stesso ha capito che non avrebbe avuto scampo… ha preferito ammazzarsi;

Gek: poi il rastrellamento non si è potuto finire, perché con il favore dell’oscurità, (il combattimento è finito a notte) una parte di tedeschi si sono eclissati, li ci sono subito i boschi …….

ti infatti io il giorno dopo sono andato giù verso Baselica e due prigionieri erano arrivati fino laggiù, sai prima di Ostia c’è quel ponte; mi hanno detto guarda li… sono andato di sotto, ho trovato 2 tedeschi sotto il ponte      e li ho presi; non hanno opposto nessuna resistenza.

Dragotte:  comunque voglio sapere la data di Pelosa

Gek:   Pelosa ?G. Pelosa viene dopo… dopo Grifola;

Italo:  domanda: il Bocco?

Dragotte:  comunque  il passo del Bocco e il Cento Croci sono sotto la giurisdizione delle brigate di Bedonia e Albareto;

Noi, io dico Brigata Julia (eravamo già Brigata Julia), avevamo fatto questo schieramento: avevamo messo una settantina o cento uomini al Manubiola; un distaccamento al Brattello e poi altri partigiani qui di riserva. Le puntate che hanno fatto nel nostro territorio sono state Grifola e Manubiola.

Nel territorio di Bill, c’è stata la puntata del Passo del Bocco che poi si è conclusa a Pelosa, con lo sterminio di tutta la compagnia.

Allora noi si è fatto questo progetto… con queste tre puntate hanno capito che qui c’è un forte concentramento di forze partigiane, perché tutte le puntate sono state totalmente distrutte, nessuno è più tornato indietro. Allora io ho pensato, ora che hanno fatto questa esperienza, verranno in forza a fare un rastrellamento con 10-15-20 mila uomini e infatti hanno preparato i1 rastrellamento, e il punto più delicato per noi era il Manubiola. Allora ho schierato uomini di Vampa e altri…….per me erano tutti della stessa brigata, comunque si chiama gruppo “Vampa” ecc.

Gek:  la 2. Julia non era ancora stata formata è ..

Italo:  però qualcuno dice che Vampa di fatto, sia sempre stato autonomo, ha collaborato con altri gruppi, ma non si sarebbe mai inserito nella 1^ Ju1ia;

Dragotte:   non so. Comunque è un gruppo autonomo, non era 2^Julia,…poi fra l’altro Vampa è stato un po il responsabile della Manubiola. Era schierato sui bastioni di Ostia e quando sono arrivati dalla Manubiola i tedeschi, ha mollato tutto, e ci sono arrivati a Borgotaro, abbiamo fatto appena in tempo a fare sparare da 3 o 4 ragazzi coraggiosi e si sono fermati; che se entravano in Borgotaro, chi li snidava più         .. avevano 2 mitragliere da 20 mm., avevano 150 uomini della Feldgendarmeria,… il nostro intento era quello di fermarli prima dell’entrata in Borgotaro…chiamare aiuto,

Bonini:  erano a 2 Km. da Borgotaro;

Dragotte:   li abbiamo seguiti ecc.,     ma Vampa che era la con 60 o 70 uomini, ha mollato tutto,… detto qui fra noi, il coraggio uno non se lo può fare, ma poi, il giorno prima che venissero a fare il rastrellamento, sono andato giù al Manubiola con Corrado….ho visto questo Vampa che tremava, allora gli dissi, fammi un favore, piglia su i muli e va, l’ho smobilitato, ho capito che eravamo in rastrellamento    l’ho mandato via….era un fifone…

Italo:  forse era più adatto per le azioni di sabotaggio Vampa,

Dragotte:  ma Vampa è un uomo molto ambizioso, ci piaceva fare il partigiano, ce la metteva tutta, però al momento…… avrà poi fatto altre azioni meravigliose, io non so;

Italo:   poi essere andato con altre brigate, è un po’ sintomatico penso;

Gek:   non è andato con al tre brigate,

Italo:  dopo, con la Julia, con la 2^ Julia,

Gek:   ma non ha mai preso mai parte attiva della 2. Julia, perché in ultimo quando era la Divisione, lui era Ispettore del Comando Unico,

Dragotte: infatti lo abbiamo promosso al Comando Unico di modo che aveva una stella più degli altri

Gek:  Maggiore era; Giorgio c’è andato lui,

Dragotte: Vampa medaglia d’argento, in quale azione l’abbia presa….

Bonini:  nell’azione del Parabolico, credo,

Dragotte: e noi che abbiamo fatto saltare il ponte di Borgotaro sotto i tedeschi… e non ne hanno mai data una…

Italo:  e… è una lotteria,… per esempio Beretta ha preso la Brunz  Star, che è la massima….

Gek:   ultimamente ha preso anche la medaglia d’argento,

Dragotte: ma forse Beretta la meritava, era coraggioso, ma Vampa no, se l’è fatta dare,

Italo:  Comunque ha avuto anche la massima decorazione alleata Beretta,

Gek:   ma lui non ci teneva molto,

Dragotte: chi Beretta?.. ha passato il fronte, era figlio d’un emigrante inglese, ecc…, aveva degli agganci,

Italo: per esempio, mi si diceva ieri sera che c’è stato uno, in che combattimento dei nostri prese la medaglia d’argento, … era figlio d’un Colonnello dei Carabinieri,

Bonini: medaglia d’oro,

Gek:   ma quello li è Susani,

Italo:  sarà stato coraggiosissimo, ma però il fatto che era figlio d’un Colonnello dei Carabinieri…..

Gek:   è stato presentato…..   la motivazione della medaglia d’oro che dovevano dare a Barbagatto… una l’hanno data a Siligato, quella che dovevano dare al povero Bassani, quando è morto il povero Bassani, te lo ricordi quando è morto – il 2 luglio credo ­

Gek:  C’era quel distaccamento li in stazione, è venuto questo apparecchio, lui ha mitragliato. Allora venne l’idea, non so, o che è venuta a me, di togliere via questo distaccamento e cosa si doveva fare: abbiamo coperto l’ingresso della galleria del Borgallo. Cosa è avvenuto con l’otturamento della galleria, i tedeschi non potevano venire su fino a Borgotaro; quando l’hanno poi aperta, Venivano fino li sotto la galleria. E invece per venire dovevano scegliere un’altra strada, ecco il motivo perché sono venuti a finire proprio li a Grifola, per venire giù alla stazione,

Dragotte: si, si ricordo, ma la galleria era bloccata. Hai adoperato i vecchi fasciati a portare i sassi…

Gek: si, ma dopo ho trovato gli operai della fabbrica, perché con i vecchi fascisti non combinavo niente. Il motivo è che loro venivano per fare un assaggio e vedere nella stazione la situazione come era. – Dopo i tedeschi sono venuti sempre attraverso la galleria. Ecco perché mi sono reso conto della venuta dei tedeschi dal Bratello a Grifola. Non puntavano su Borgotaro o su altro, puntavano proprio su l’entrata della galleria.

Italo:  praticamente a loro la zona interessava in funzione prima di tutto della ferrovia poi delle strade eventualmente dei balzi…

Dragotte: loro puntavano su Borgotaro

Gek: no, a loro interessava la galleria, la ferrovia; anche sulla puntata del Manubiola, Peppino(Dragotte), c’è da discutere, lo sai che quel Capitano che è stato bloccato giù alla Manubiola, non so quando è rientrato come gli è andata….            perché è stato un po’ di sua iniziativa la puntata su Borgotaro;

Italo:  ma i tedeschi di iniziative io non so fin dove arrivassero

Dragotte: il loro obiettivo era Borgotaro!

Gek: un altro ragionamento, la colonna che è venuta dal Manubiola, erano tutti della Feldgendarmeria….

Dragotte: maggior ragione, c’erano soldati anche…

Gek: si, ma tutta la loro attrezzatura era di Feldgendarmeria, oltre alla difesa antiaerea, avevano tutta una attrezzatura di polizia, quello che invece non avevano, questa attrezzatura, quelli del Bratello-Grifola, quelli di Pelosa… Poi ho sentito anche che questo Capitano, come è rientrato, non so, l’han processato perché è stata una sua iniziativa che da Berceto si è gettato dentro la vallata. Intanto lui a Borgotaro è arrivato li, al Boceto…

Dragotte: l’hanno fermato,

Gek:  lui è tornato indietro, ha preso gli ostaggi ed è tornato indietro, lì ti ha dimostrato che il suo obiettivo non era Borgotaro,

Italo: e che obiettivo aveva:

Dragotte: lui ha pensato a una trappola, ha pensato che l’abbiamo

Bonini: lasciato venire fin li e poi avrà detto, e qui adesso mi lascieranno tornare indietro?

Italo: il fatto degli ostaggi è significativo. Per loro non era importante Borgotaro come centro, era obbligato per la ferrovia. E d’altronde come centro ideale di raggruppamento. Anche quando occupavano Borgotaro, il loro presidio era vicino alla stazione.

Dragotte: infatti dopo cosa hanno fatto,… dopo il grande rastrellamento, in ogni stazione c’era un presidio,

Gek:  e hanno tenuto la ferrovia e basta; ecco perchè io dico che la colonna presa a Grifola era venuta per la ferrovia e basta.

Italo: c’è da dire questo, sembra un po’ strano che in tutto quel tempo i partigiani non siano riusciti a fare saltare il Borgallo,

Dragotte: abbiamo tentato, …..

Gek:  far saltare il Borgallo è mica una parola

Italo: devo dire un pezzo, un tratto;

Dragotte: per demolire la pila del ponte, … 150 chili d’esplosivo ci abbiamo messo, poi non è neanche saltata….

Italo: lasciamo stare il ponte, ma per quello che riguarda la galleria, sembra che siano venuti dei sabotatori alleati una volta, poi hanno rinunciato,

Gek:  no, quello era il ponte parabolico;
Italo: è meglio mettere in rilievo che non sono riusciti neanche loro, specialisti;

Dragotte: sono partiti da Brindisi o da Napoli, questa missione: era un Capitano e 5 o 6 sabotatori,

Italo: i nomi non li hanno riportati, non sono rimasti……

Dragotte: se non li ha Bill. Avevano esplosivo, il pugnale avvelenato per le sentinelle; erano venuti per il parabolico, perchè con il sistema di puntamento di allora, era difficile colpirlo; infatti sembrava proprio il ponte Dragotte in Albania. Era un ponte difficile da far saltare con un bombardamento aereo. Allora avevano mandato questo gruppo di sabotatori, avevano esplosivo, il pugnale avvelenato per le sentinelle, pugnale avvelenato con il curaro, e sono sbarcati a Chiavari… fra Chiavari e Sestri, Bonassola.

Italo: erano d’accordo via radio con qualche gruppo partigiano?

Dragotte: Eravamo ancora all’Anzola noi, quindi non sapevamo neanche che esistevano dei partigiani. Sono partiti in forma autonoma. Avevano tutto l’itinerario, dal Cento Croci a venire a Borgotaro, nella zona di Mone Groppo, qualcuno li ha segnalati alla polizia……

Gek: no, è stata una coincidenza,

Dragotte: non so, sono stati intercettati della zona di Codogno credo, i fascisti sono andati su, … loro hanno abbandonato l’esplosivo, però nessuno è rimasto prigioniero, hanno abbandonato il materiale e si sono rifugiati nel nostro Gruppo all’Anzola e……

Gek: Capitano Bellini, era di Reggio Emilia, ma è sparito lassù, ti ricordi Peppino (Dragotte), nel 1°o 2° rastrellamento, è sparito, non l’abbiamo più visto. Dei sabotatori una parte è andata con Bill, una parte con Richetto, e una parte con noi; ma è stata una coincidenza, è stato così: io ero a Tarsogno, e prima a Tarsogno c’era stato un primo approccio del movimento partigiano, … poi è stato scoperto da uno di Sarzana, un Maresciallo che doveva essere eli minato; per causa di mio cognato non l’hanno eliminato. Allora questo ha dato l’allarme; contemporaneamente come ha dato l’allarme è venuta una corriera di militi e di tedeschi, sono andati sul Cento Croci; hanno cominciato dal Cento Croci venendo giù, sempre giù e sapevano che li al Miramonti, laggiù in fondo avevano il loro covo (i partigiani), e allora di lassù sono venuti giù li, hanno rastrellato, poi il rastrellamento è continuato di lì è venuto vicino al Miramonti e sono andati giù verso Codogno combinazione c’era quella missione li che veniva da…. ossia non è che loro sono venuti appositamente per quella missione, è stata una combinazione, una coincidenza, perchè noi questi fascisti, questi tedeschi, erano andati per quel motivo li (perchè io c’ero dentro, dormivo li); di notte passava una corriera e mi ha avvisato Forni. Ho visto questa corriera ohe andava su al Cento Croci, ma poi sono venuti giù, all’alba, vedo che vengono giù. Sarà stato febbraio-marzo 1944.

Bonini: sarà stato fine febbraio;

Gek: invece di farsi paracadutare sono venuti in sommergibile. Venivano da Borzonasca. Da Borzonasca avevano già l’indicazione del Penna. Era un giorno che nevicava-pioveva, poi verso mezzogiorno ho sentito una sparatorta che io e mio fratello, siamo andati giù verso Isola; allora quando siamo stati giù abbiamo sentito una sparatoria, e tra me e me ho detto: ma chi può essere? Combinazione, poi sapemmo che erano questi sabotatori che si erano tolti via dagli zaini tutto il materiale perchè si era bagnato, ed era venuto un po’ di sole, lo avevano steso per fare asciugare; in quel mentre è capitata quella colonna di fascisti. Hanno fatto in tempo a prendere gli sten e quello che hanno potuto della roba e poi allontanarsi; ed è stata una combinazione, poi si sono incanalati e sono venuti su al Penna;

Italo: è già molto che siano riusciti a cavarsela senza rimetterci la pelle,

Dragotte: e per il ponte di Borgotaro abbiamo chiesto noi, tramite Piero. Mandateci l’esplosivo, ci pensiamo noi. a farlo saltare. Infatti ci hanno mandato l’esplosivo con un lancio. Eravamo in 5 con 30 Chili d’esplosivo; la buca era già stata fatta dai tedeschi l’abbiamo riempita….quel Capitano li non l’abbiamo più visto è Peppino

Gek: quel Capitano li non l’abbiamo più visto è Peppino ….

Dragotte: …tu dici far saltare il Bratello, c’è un pozzo si, c’è un pozzo a circa 1 Km. da …. un pozzo che da aria  alla galleria, abbiamo cercato di far saltare, ma ci vuole 10 tonellate di esplosivo, già la galleria è grande, fa da sfiatatoio, se l’esplosivo non è compresso, in una camera, li nella galleria del Borgallo a un certo momento c’è un pozzo, uno sfiatatoio che esce verso Grifola o più in là di Grifola…… abbiamo cercato ….

Gek: quando c’erano i treni a vapore, queste lunghe gallerie avevano bisogno di sfiatatoi,

Italo: ma è stato fatto qualche tentativo oppure non per la galleria?

Dragotte: …abbiamo progettato di farla saltare con la dinamite che avevamo attraverso il pozzo di sfogo…

Gek: secondo me ci volevano degli specialisti e dei tecnici, secondo me una galleria è difficile, l’unico sistema buono e che non l’abbiamo fatto intenzionalmente, quando abbiamo fatto deviare quel treno laggiù nel Borgallone, laggiù, ma se a un certo momento riuscivi a deragliare tutti i vagoni, tutto, qualcosa potevi intralciare, ossia poter fare deragliare in una galleria il treno, e poi come c’era laggiù che era tutto carico di cemento, fare bloccare tutto questo cemento….

Dragotte: comunque Gek, volevo sapere quando è l’atto, la nascita ufficiale della 1ª Julia…

Italo: non rimane che guardare gli atti e i documenti…

Gek: è molto difficile ricavare…

Bonini: secondo me è stato il gruppo Molinatico, quando è stato occupato Borgotaro, era ancora gruppo Molinatico. Dopo il rastrellamento, che tutti gli altri gruppi autonomi che facevano sempre parte del gruppo Molinatico, in sott’ordine, hanno perso degli uomini o i Comandanti, si sono uniti al gruppo Molinatico ed è nata la 1ª Brigata Julia;

Dragotte: dopo il rastrellamento estivo…

Bonini: dopo il rastrellamento estivo, subito dopo;

Dragotte: pensavo prima, durante l’occupazione di Borgotaro,

Bonini:  o durante l’occupazione di Borgotaro; durante l’occupazione, si è cercato di fare un blocco unico, per essere più forza perchè l’unione fa la forza

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Borgo Val di Taro, 13-14 Giugno 1984
 

Tutto quanto descritto della presente intervista, ne è conservata registrazione su cassetta.







 

INTERVISTA lATTA IL 14 GIUGNO 1944 DAL PARTIGIAlNO LODI MASSIMILIANO AUTORE DEL LIBRO “OBBIETIVO LIBERTA’ ” AL COMANDANTE DELLA 1 A BRIGATA JULIA BRINDAIU PRIMO “LIBERO

Brindani:     il manubiola l’ho vissuto bene, il manubiola è stato per me il più … ma il più che mi ha scosso … perché anche lì è successo che … la postazione era giusta, dove avevamo messo i mitragliatori, la mitragliatrice ce l’aveva Minoli (Spavaldo) e li han bloccato su queste scogliere senza poca via di scampo (qualcuno però è scappato). Presi dal fuoco si sono dovuti fermare, pigliando i primi si sono dovuti fermare. Allora io, c’era Dragotte e Pellacini, ho detto guardate io attraverso il fiume. Ho attraversato il fiume e con me c’era: uno era Piscina, uno era il fratello di Sisi quello che stà a Chiavari (Renzo Petrilli), gente che era li così, uno era Renzo Piscina che era giovane, giovanissimo, uno Renzo Petrilli, uno era Bocei, pensa c’era anche Bocei, e al quarto secondo me penso sia Tigre, ma io non sono mai più riuscito a parlarci; comunque io mi sono messo d’accordo che come arrivavo in cima avrei messo un fazzoletto bianco che cessasseroil fuoco per vedere che io dovevo fare           una cosa di resa; poi piano, piano facevo segno a tutti gli altri che mi erano dietro di 4 o 5 metri….   e io intanto andavo avanti piano, piano…e il primo che mi è venuto incontro è stato quello che aveva il pastificio in stazione, che sua sorella aveva sposato Gavaini. E lui mi è venuto incontro con 2 figlioletti in braccio, uno da una parte e uno dall’altra, figlioletti di 2-3 o 4 anni, non saprei; mi voleva intrattenere, complimentarsi, ma io ci ho detto: via, via, via        …. che            qui bisogna guardare i tedeschi, … che non si muovessero; poi dopo parecchi minuti, i tedeschi, qualcuno metteva fuori qualche cosa di bianco, ma altri invece avevano intenzione di sparare; poi i tedeschi in quel periodo erano ancora tedeschi, perché il 30 giugno del 44, … era per quello che era difficile fare una resa; comunque un bel momento capissero che volevano arrendersi.

Allora ho percorso con gli altri dietro, tutto il fronte di questi automezzi, vedendo chi con le budella fuori… dei nostri feriti, che li vedevo, ma non potevo fermarmi perché era tale la tensione nervosa che un tedesco allora    tac…, era lì… ti tira… tu se stai disattento… e invece sono riuscito a passarli tutti e loro si arrendevano; intanto sono arrivati anche gli altri che erano da quel monte, proprio di fronte dove si aveva sparato, noi eravamo andati più avanti e diciamo così sono venuti sù anche loro e allora anch’io ho detto incominciate a incolonnare i prigionieri e  anch’io ho detto: vado via perché, mi….            non ne potevo più.

Ero prostrato, proprio quello lì è stato un combattimento, per me è stato… vedere il sangue… mi aveva proprio…E pensare che venire fuori così senza niente sai, era già eccezionale insomma, ma ero proprio giù, io ragazzi vado via; Pellacini ho detto, pensate voi a fare tutto, anche perché non facessero rappresaglie. Comunque quello è stato un grosso combattimento,per mio conto.

Italo:   e hanno pagato caro;

Brindani:     per esempio il fatto di Antolini, Marchini (c’era anche Carletto), loro hanno preso invece dietro la colonna; cosa è successo: 2 automezzi si erano fermati a Ghiare di Berceto; Ghiare di Berceto, è notorio che c’erano dei fascisti, forse a discutere; quando sono venuti su hanno visto quelli li che venivano, gli hanno sparato e lì è morto appunto Antolini; Marchini invece era fra gli ostaggi ferito….        morti e anche ostaggi feriti… è stato un affare che ci è costato parecchio: 2 partigiani mi pare e otto civili. Loro hanno avuto 10 o 14 morti e una decina di feriti e una ottantina

di prigionieri   presso a poco è così.

Il camion poi è stato caricato di tutti questi prigionieri, era il camion di Delmaestro Luigi (Castagnò), era l’unico camion….e so che poi si sono fermati davanti all’Appennino. Poi i prigionieri sono stati portati a Compiano e i feriti ad Albareto. Ma io mi ero fermato lì. Quel giorno li, porca l’oca, ero proprio fuori di me.

Intervista a Dragotte Valmozzola Stazione

Dragotte:  nel settembre del 44 il Comando della Brigata Julia sottopose come obiettivo di eliminare il presidio tedesco-fascista di Valmozzola. (Stazione)
Il Comando della Brigata era a Mariano; la forza nemica era sui 60-70 uomini; io ho calcolato appunto di portare giù , distaccamenti (di 150 uomini) – la teoria era quella – attacco in forze, e se il nemico è più forte di te, soffri il combattimento.
Comunque a Valmozzola c’era un presidio di tedeschi e di fascisti; avevamo coinvolto il distaccamento Taras che era a Solignano, il gruppo che era venuto giù con me , tre distaccamenti insomma!
Ho messo due squadre rispettivamente ai fianchi della stazione di Valmozzola che dovevano proteggermi dalla puntata del presidio di Berceto e da quella del presidio di Solignano.
Siamo venuti giù da Mariano, ci eravamo sppostati dietro il costone che domina la stazione senza essere notati, e nel frattempo due aerei alleati che ispezionavano la linea ci avevano visti e naturalmente avranno pensato che fossimo truppe nemiche o la coincidenza che dovevano di controllare la ferrovia, fatto età che avevano mollato 4 bombe proprio sulla ferrovia e noi eravamo lì vicino a ridosso della ferrovia, sulla stazione. Erano bombe e aerei… i famosi caccia – bombardieri che avevano due bombe legate con le catene.
Noi vedemmo questi aerei che…., alle ore 4 io sparo le  prime raffiche di mitragliatrice contro le finestre della stazione; nello stesso  momento i due aerei fanno una picchiata e ci mollano giù 4 bombe.

Italo: forse i tedeschi avranno detto: “questi partigiani sono così bene orgànizzati che sono pure d’accordo con l’aviazione!”

Dragotte: infatti dopo ce lo siamo detto.
Due bombe caddero sul ponte verso Parma e lì abbiamo avuto dei feriti; e due bombe sono cadute a 50 metri da noi (e per fortuna che c’era la terra smossa, altrimenti…).
Noi ci eravamo proprio demoralizzati e dicevamo: brutti bastardi, siamo qui a combattere anche noi per voi e voi ci ripagate così!
Corrado, che aveva il compito di bloccare il casello (oramai eravamo spaventati e volevamo quasi interrompere il combatti mento), a un certo punto arrivò sui binari e urlò “Peppino(Dragotte) siamo a posto! il casello è espugnato”, allora riprendemmo fiato e ricominciammo il combattimento – gli aerei erano spariti – il combattimento durò un paio d’ore.
Poi pian piano ci avvicinammo, arrivammo dietro l’osteria. c’erano con me i sabotatori: Jim, Aquila, Punteria ecc…. diamo la resa,ma loro non si arrendono – il drappo bianco non uscì -così prima Jim e altri due – c’era anche un capitano inglese John, che era molto bravo con gli esplosivi, e intanto che noi tenevamo sotto controllo le finestre, i due sabotatori (poi sono entrati nella sala d’aspetto) hanno messo la cartuccia, d’esplosivo e poi sono venuti via. Finalmente questa bomba esplose e noi andammo all’assalto gridando “LIBERTA’ !”, arrivati là ci accorgemmo che non c’erano più le scale e al posto delle scale c’era rimasto un buco. In, quel momento Corrado urlò “Via !” , avevano mollato giù una bomba cecoslovacca ci siamo buttati in terra (per fortuna) ci è andata bene (era un colpo di una bomba a mano) altro che arrendersi! e eravamo tornati fuori e allora incavolati, sparavamo contro le finestre e dopo un po’ usciva il drappo bianoo. Oramai erano due ore che sparavamo.
Allora noi pensammo: “come si fà ad andare su a prenderli che non ci sono più le scale?”
C’era anche il problema del tempo perchè oramai ci aspettavano che da un momento all’altro arrivassero i tedeschi da Berceto e ,da Solignano, quindi dovevamo fare in fretta.
Siamo riusciti a trovare due scale da pollaio, le legammo insieme e le mettemmo contro il muro esterno della stazione; andò su Togno e Punteria (che voleva buttare i fascisti senza scala da un’altezza di 3-4 metri); facemmo scendere i tedeschi ed i fascisti da questa scala, ed intanto passavano le ore; un fascista si mise a gridare: sono nato sotto Mussolini e voglio morire sotto Mussolini- e Punteria voleva ammazzarlo subito; no! aspetta, … non facciamo ……. Oramai eravamo tutti molto nervosi per tutti gli imprevisti che ci erano capitati: la coincidenza del bombardamento; la scala che è crollata; questo partigiano che voleva buttare i fascisti; Corrado che perdeva il senso del pericolo (molto coraggioso) e, voleva guardare se c’erano altre coperte, fucili, quando ormai era giunta l’ora di andare anche perchè e eravamo lì da due ore. Quindi si era creata un po’ di confusione.
Poi ci siamo messi un partigiano-un fascista-un tedesco e al ternativamente avevamo incominciato a salire il costone; ad un certo punto i tedeschi (che avevano soprafatto la squadra che avevo messo in protezione a Berceto) cominciarono a spararci dietro con la mitragliatrice.
Per fortuna che eravamo ancora lontano (un tiro impreciso). Allora dissi ai tedeschi e fascisti (minacciandoli) o usciamo tutti o non esce nessuno. Così ci siamo rimessi in terra sempre alternativamente e strisciando riuscimmo a toglierei fuori dal raggio delle mitragliatrici e arrivammo a Mariano. Arrivati lassù constatammo di avere fatto un buon colpo (avendo prelevato un presidio di 60-70 uomini tra fascisti e tedeschi).

Italo: Mi dicevano che nel casello isolato dove c’erano i militi che non si volevano arrendere si cantava quella canzone: … ” noi che la morte l’abbiamo vista non ci arrendiamo” E’ vero ? Dragotte:  si è vero…!

Intervistati: Cucchi Emilio, Benci Giovanni, Delnevo Giuseppe,da_Lodi Massimiliano, autore del libro “OBIETTIVO LIBERTA”- 14-Giugno 1984

Interviste fatte da_Lodi Massimiliano, autore del libro “OBIETTIVO LIBERTA”- storia della  Brg. Julia della Val Taro. Intervistati: Cucchi Emilio, Benci Giovanni, Delnevo Giuseppe,

Solari Eugenio, Brindani Primo, Bonini Guido.

Riferendosi all’inizio del movimento partigiano, rivolto a Lodi Massimiliano (Italo).

Cucchi:

dopo i fatti di Montevacà lo conosce alla perfezione credo.

Italo: io ne conosco quel tanto che ho letto sui libri molto succinta.

Cucchi: be, Montevacà doveva essere una sorpresa a una corriera di fascisti e tedeschi; questo era lo scopo, e dovevamo attaccarli dal passo; eravamo un gruppo sulla sinistra andando verso Anzola e un gruppetto piccolo dovevano chiudere il varco, c’era Luciano Fortunati, ma tutto in rettilineo, poi c’era il curvone e c’erano gli altri          doveva­mo chiudere insomma questa corriera. Invece probabilmente dalle deduzioni che facciamo noi, è che siano stati avvisati, perché l’autista che guidava questa corriera, era il famoso Paolino; la moglie sapeva tutto di questo attacco e sapeva che il marito era quello che guidava la corriera; probabilmente lo ha avvisato, io non so come sia stato, fatto stà che sul passo di Montevacà è arrivata la prima pattuglia di tedeschi e noi ci guardavamo, eravamo stesi con quelli che erano dall’altra parte della strada e facevamo dei segni, ma nessuno sapeva e capiva cosa dovevamo fare perché eravamo senza ordini, senza nessuno che ci guidasse. A un certo momento i tedeschi, non so se han visto qualcuno o non l ‘han visto. . . ­

Italo: erano fascisti:

Cucchi: fascisti, ma c’era anche qualche tedesco, più che altro erano fascisti. Fatto stà che loro ci hanno attaccato, la sorpresa è finita; ciò che io ricordo, in fuga, ho saltato un reticolato dove sono rimasto mezzo attaccato e avanti. . . avanti. . . e così ci siamo portati verso una località che io non mi ricordo. . .

Benci: verso Tasola.

Cucchi:  si Tasola e che poi dopo…..abbiamo fatto un pezzo di strada e vicino a me c’era il Ruggeri che è stato poi il primo morto           ha preso una pallottola in testa … ma io non l’ho visto né morto, né colpito, so che era li nei paraggi miei, ecco…, dove eravamo tutti, poi ci siamo messi in fuga come ti dico e Primo lo abbiamo trovato, (Libero), vicino a un fosso che si trascinava con la gamba … lui ci ha detto: andate, andate, lasciatemi, salvatevi, salvatevi.

Ma dai Primo, andiamo      e lui no! andate, andate via.

Fatto sta che ha voluto che noi ce ne andassimo.

Lui si è nascosto infatti, poi ho saputo, dopo, che si è nascosto, … è stato trasportato in una grotta a Drusco.

Noi abbiamo continuato questa fuga, siamo passati in questi vari paesini, siamo passati ad Anzola, e poi ci siamo diretti verso il Monte Penna, su in alto, siamo passati a Volpara, in vari posti; sorpresa non c’è stata, ce l’hanno fatta loro a noi la sorpresa, ecco.

Italo: be, ma c’è da dire questo che loro venendo sù in montagna e specialmente approssimandosi a un passo, è legittimo, è logico pensare che come militari fossero sul chi va la, non credevano di andare a fare una scampagnata.

Che immaginassero di avere qualche attacco è più che logico.

Cucchi: ma, secondo me loro hanno avuto qualche preavviso, il fatto è che la moglie dell’autista sapesse, … la moglie di quello che guidava la corriera…… si era un civile, era privata la corriera, della Ditta Carpani .

Italo: e allora non erano due corriere;

Cucchi:  c’era una camionetta di tedeschi, c’erano alcune mi sembra motociclette, due…            una camionetta o due di tedeschi c’era … ma io credo che fossero i primi quelli lì, non erano fascisti, infatti noi ci facevamo questi segni, ma non sapevamo cosa fare, … per quello che loro hanno cominciato a sparare verso di noi.

Italo: e vi facevate dei segni fra di voi con il rischio di farvi vedere…

Cucchi:  No, non ci vedevano loro perché la strada era un po’ incassata, e infatti se tu vedi la strada, qui è bassa e quì c’è il costone e gli altri erano in una stradina che poi si sono messi in fuga anche loro e si sono diretti verso il Pelpi, loro erano a destra della strada verso il Pelpi.

Italo: Poi c’è stato un secondo combattimento      a Tasola;

Cucchi:  Si il vero combattimento è avvenuto li, si, noi ci siamo indirizzati a Tasola;

Italo:  nel gruppo di Tasola sono intervenuti Bill, lo Slavo …

Cucchi:   si, c’era Eugenio, il fratello di Gek Solari, era Aldo, era il V. Comandante della brigata . . . . insomma. . .

Italo:  sul libro c’era scritto. . . . . .

Cucchi:   forse l’istriano

Italo:   si, l’istriano e c’era anche l’istriano?

Cucchi:   non so

Italo:   parla di una dozzina di uomini

Cucchi:   si, erano pochi e loro hanno fatto una sorpresa sembra. . .

Italo:   e allora in quella fase lì, di voi c’è stato qualcuno che ha partecipato?

Cucchi:   io no! io personalmente no perché ero in fuga, questa è la verità, noi non capivamo più niente e infatti non era stato previsto questo, perché si vede che era stato studiato l’attacco in un certo modo. . . quando si fer­merà la corriera, quelli della curva lo attaccheranno, voi piomberete, sa  e    si sperava che le cose andassero normalmente;           

Italo:   fra l’altro voi non sapevate neanche se sarebbero arrivati da li o da un’altra. . . o se sarebbero andati da un’altra parte perché… perché si dice che avrebbero fatto degli appostamenti in altre zone… almeno quel libro là parla addirittura di 4 squadre, il libro di Squeri, … che vanno appostarsi….

Cucchi:   sul Segalino

Italo: Sul Segalino c’erano appostati anche degli altri perché si pensava che potessero venire anche a piedi,.. esatto quello è vero. Erano tre appostamenti.

Volevo dire una cosa dunque, ai parla di Montevacà e poi di Monte Penna.

Cucchi: si perché noi di lì ci siamo diretti e siamo andati  sù verso il Penna, dopo il combattimento di Montevacà

Italo:   cioè il Monte Penna è quello che da il nome a tutta la zona compreso il Montevacà?

Cucchi:  no il monte Penna fa per suo conto.

Italo:   perché si parla di partigiani del Monte Penna?

Cucchi:  (rivolto a Benci) parla tu

Benci: noi eravamo lì, proprio lì all’Anzola, in quei paraggi lì. Anzola, si nella valle del Ceno..

Cucchi:  il gruppo del Penna lo chiamavano, ci hanno chiamato così perché siamo stati i primi a essere dei valtaresi… c’era il povero Tognela e Adelio Bernardi mi sembra e Eugenio Solari. Noi ci siamo andati nel marzo del 44, io e lui (rivolto a Benci), o nell’aprile, ad ogni modo pochi giorni prima, giusto in tempo per arrivarci….. c’era il povero Carletto.

Italo:   Il Comando era di Dragotte credo no?

Cucchi:  ma allora non ti so dire con precisione com’era questa faccenda ecco. Il nostro gruppo forse lo comandava Dragotte. Perché eravamo un gruppo di borgotaresi, … eravamo un gruppo di borgotaresi, noi eravamo separati non eravamo mescolati con tutti gli altri; ….

c’era un gruppo di parmigiani.. se ti ricordi c’era Credali… tutti quelli che noi lo chiamavamo il gruppo dei parmigiani;

Benci:  quando noi siamo andati sù ad Anzola c’erano già però altre formazioni, non so, di pochi uomini ma c’erano già. Erano di Bedonia,… erano di Bedonia e poi certamente c’erano anche degli estranei

Italo:   e la squadra di Montevacà, quella poi che ha avuto lo scontro da quanti uomini grosso modo sarà stata…… cioè erano due squadre, una e l’altra

Benci:  la nostra squadra erano pochi, erano 4 persone, quella che andava verso il Pelpi. Però oltre a noi c’erano dei bedoniesi, perché sé ti ricordi, c’era Squeri (Battaglia) era rimasto ferito anche lui lì, mi sembra;

Italo:   quanti sarete stati, grosso modo….

Benci:   ma, eravamo pochi, penso 30, non so…..

Cucchi:  gruppetti di 8-10 eravamo, perché calcola lì sul passo 10, nella curva un’altro gruppo e poi un altro gruppo di 4 uomini. Erano tre gruppi

Benci:   quelli dei 4 eravamo noi.

Cucchi illustra su un pezzo di carta come presso a poco erano sistemati e come si doveva svolgere la manovra contro la corriera.

Italo:   E i nazi-fascisti, quanti saranno stati?

Benci e

Cucchi :   bene, con una corriera si fa presto a fare 40 persone, poi ne abbiamo preso prigioniero uno (Cucchi rivolto a Benci), se ti ricordi al quale davamo da bere del l’alcool puro … e diceva: bono…bono, alcool puro a 90° . L’hanno portato sù verso il Penna, un Maresciallo tedesco, aveva una paura cane di essere ucciso invece lo abbiamo lasciato libero, lo abbiamo fatto bere ben bene. Cucchi illustra la posizione nella cartina.

Italo:   fatti d’ arme dal 7 al 1 5 luglio 44.

Cucchi:    i particolari non li ricordo. Ricordo che eravamo al Castello di Lozzola e a un certo momento, forse appena dopo l’alba, eravamo in allarme ormai da tanti giorni. … eravamo anche molto stanchi, perché eravamo proprio in una zona di trincea, noi la chiamavamo infatti ….. C’era qualcuno che ci portava il pentolino col latte al mattino… ma dei contadini; fra l’altro c’era anche un mio parente che ci siamo conosciuti e visti lassù e arrivava al mattino, mungeva le vacche e poi ci portava un po’ di latte … perché, come fate a vivere… e mi sembra che non so neanche se ci davamo il cambio per andare a dormire. Non mi ricordo i particolari, sò che al mattino appunto di questo fatidico giorno, ho visto della gente vestita di scuro in mezzo al grano ma ho detto, ma chi sono quelli         sono nostre pattuglie?   Erano ben nostre pattuglie, ho detto io; invece erano tedeschi che pian piano cercavano di circondarci, ci avrebbero presi tutti, meno male che qualcuno ha cominciato a Sparare e loro hanno risposto al fuoco, .. e allora come dice la relazione, ci siamo messi in fuga e siamo venuti verso (importante fuga) siamo andati sul Groppo di Gorro, sai dove ci sono quelle rocce che, venendo da Parma….sai quelle rocce li verso Roccamurata che è il groppo di Gorro   poi siam venuti a Gorro, da Gorro a Roccamurata, abbiamo attraversato il Taro, poi siamo andati nella zona di Castoglio (come dice la relazione) ­verso Valmozzola; poi di li abbiamo avuto le notizie di tutta la situazione e allora, pian piano, ci siamo diretti verso le nostre basi; da Valmozzola ricordo siamo venuti a finire….no, no, non ci siamo persi, ricordo un particolare, che siamo venuti su verso Caffaraccia e verso Lago Bono, io avevo i piedi che sanguinavano. Io non riuscivo più a camminare, i piedi erano fasciati con quei paracaduti americani, ricordi, di vari colori; perché le calze erano consumate… e mi sono messo in una mangiatoia dell’unica casa che c’era a Lago Bono… era una vecchia stalla, non so. Ho detto, io mi metto nella mangiatoia e non mi muovo. Costante, quello che è rimasto… il cognato di Italo Bocci,.. adesso non ricordo il cognome.

Intervista a Brindani Montevacà, Lodi Obbiettivo Libertà 13- giugno 1984

BRINDANI (episodio di Montevacà)

Italo: erano guidati da alcuni tedeschi?

Brindani: molti tedeschi.

Italo:  ah, molti erano tedeschi, e complessivamente quanti si può pensare che fossero?

Brindani: una corriera completa;

Italo:  bene, come numero?

Brindani: : 40 o 50 persone

Italo:  perché avevano una corriera e poi anche delle …..qualche automezzo…..

Brindani: :  qualche automezzo piccolo. Però la sorpresa è mancata quanto che chi guidava la corriere. era uno di quelli che abitavano li … in zona, a Molino dell’Anzola…. poi quelli erano a conoscenza che sarebbe stata attaccata la corriera… per cui la corriera si è fermata alle case prima. Sono risaliti a piedi, mancando questo tratto che dall’arrivo della corriera come era da tutti preventivato tanto è vero che lo stesso Pelizzoni era già in mezzo alla strada… e noi lo abbiamo richiamato.

Ciò ha fatto si che tutti coloro che avevano già il loro compito, poi anziché sparare, che loro erano i primi là … si sono lasciati un pò … si sono disgregati ecc. ecc.

Poi li ci sono state le prime sparatorie, poi i tedeschi sono riusciti ad arrivare a una casa cantoniera che c’era li, e li, ben riparati, hanno cominciato a sparare anche verso i boschi dove io ero e vicino proprio a quel Ruggeri che poi è stato ucciso.

Italo:  e Ruggeri come è stato ucciso?

Brindani: :  beh, io lo avevo dietro, non potrei dire, ma lui ha preso qualche pallottola… poi si lamentava… mamma….. mamma…, muoio ecc. Lui era ferito, mi sono girato, ma io ero bene riparato dietro un sasso; mi sono girato per andare vicino a lui e ho preso la pallottola nella coscia, qui nella gamba, si, il polpaccio della gamba, è uscita nel ginocchio;

Italo:  si era detto questa mattina che qualcuno voleva aiutarti e tu gli hai detto di salvarsi loro, con gesto assolutamente altruistico…

Brindani: :  beh,  ma dopo, questo avveniva dopo, quando mi sono accorto che io ero ferito, … lì per lì non me ne ero neanche accorto. Vedevo sangue e allora mi ha preso Gek e co… poi quando siamo arrivati sul viottolo che portava a Tasola, allora ci ho detto: voi ve ne andate che io cercherò di salvarmi per mio conto, che meno sei e più è facile l’occultamento. Voi potete camminare. Io mi libero poi del mitra… lo metto in una siepe e vado….

Italo:  in questo attacco, dunque chi c’era di quelli che poi sono venuti a finire nella 1ª Julia, c’era anche  Gek ?         

Brindani:  Gek senz’altro, c’era anche Bassani (Sam), c’era Pelizzoni, Benci, Plezzo, …

Italo: Nello?

Brindani:  ci sarà stato, non so, adesso lo conosco di più di allora. .. allora era molto più giovane di me; invece che era rimasto impresso era stato il fatto che mancava Dragotte.

Italo:  era da parte vostra stato previsto che potessero arrivare i tedeschi anche da altra parte, per cui avevate appostato diverse squadre, più di una

Brindani:  no, no, era solo questo il passo dove… cioè le squadre erano appostate in questo modo: al valico c’era una squadra che c’erano i Fortunati, perché anche i Fortunati c’erano, c’era Plezzo, che sarebbe stato Gatti; loro venendo sù erano sulla destra dietro al muretto, in sette o otto, ma il grosso era schierato venendo sù da Bedonia sulla sinistra, e la prima squadra era quella di Battaglia, che è stato ferito anche lui; poi l’hanno portato alla grotta dove ero io.

Ma purtroppo si sono ritirati, si sono trovati a mal partito… insomma mancava l’iniziativa. E un altro

che non so se c’era era Corrado Pellacini… non credo però. Ma Corrado si, è venuto dopo… che Corrado era ­uno di quelli che … non si sarebbe tirato indietro… lui è temprato nel senso militaresco.

Italo: ma in due libri io ho visto scritto e in un certo senso lo aveva anche confermato Dragotte stamattina, sia pure  modificando un po’… che da parte dei partigiani si erano predisposte diverse squadre perché c’era il dubbio che arrivassero da una strada o da un’altra, non si immaginava con certezza da dove dovessero salire, allora per essere in ogni caso in condizione di contrattaccare, avevano appostato delle squadre anche altrove, il che avrebbe creato anche, dico io, la dispersione di uomini che poi al momento giusto dovevano intervenire;

Brindani:  per mio conto non è esatto

Italo:    c’era scritto, almeno in questi libri, e, per non mancare l’occasione, le parole sono mie, ma la sostanza è questa: i partigiani vanno a tendere i nazi-fascisti sui vari percorsi da cui potrebbero provenire perciò essi suddividono le formazioni in 3 squadre che vanno ad appostarsi in altrettante posizioni strategiche lun­go le due mulattiere del Segalino, sulla strada comunale per Montarsiccio, lungo la strada che dal bedoniese passa nella Val Ceno e al valico di Montevacà; e qui i partigiani appostano una squadra di 18 uomini sul ciglio del bosco che sovrasta il passo e un’altra di una dozzina di uomini sulla curva stradale, subito al di sotto del passo, nell’intento di intercalare fra due fuochi gli eventuali aggressori;

Brindani:  cioè il caso è proprio quello di dire come la corriera arriva e sorpassa il passo, il fuoco era dietro e davanti, ecco era quello

Italo:    era una previsione un po’ ingenua, perché se era evidente che loro venivan sù per ….

Brindani:  ma ti dico già che era forse stata prevista malamente, in  questo senso, cioè era troppo facile noi nella nostra….il primo combattimento che si andava, come direi… l’entusiasmo, la baldanza, si pensava proprio….dicono: loro vengono….. dovevano arrivare a Molino dell’Anzola per cui, … loro la informazione era che loro con la corriera dovevano arrivare a Molino dell’Anzola. Di modo che invece si era deciso di andarci incontro per attirarli in trappola. Loro dovevano camminare tranquilli, loro non sapevano che eravamo appostati lì, è ­venuta dopo quella faccenda lì.

Italo:    ma loro perché avevano preso una corriera privata per venire sù, non avevano i propri mezzi?

Brindani:  hanno preso la corriera privata perché si vede che non avevano abbastanza … perché c’erano anche diversi fascisti con loro ma … in modo che, voglio dire che si era cercato andando ci incontro di creare una sorpresa; tutte le cose si vedono allo stato pensato e predisposto; per esempio l’autista stesso era proprio al corrente che addirittura ci andavamo incontro, e allora… o avrà parlato o si sarà lasciato sfuggire qualche parola che i tedeschi prima del passo… devono essere 150 metri prima, alle prime case si sono fermati e sono venuti sù così, escluso le macchine piccole, che sono venuti sù con le macchine

Italo:  ma come faceva l’autista a sapere che voi preparate….

Brindani:   ma sapevano tutto, tutti parlavano lì, ecco come è stato;

Italo:  e voi eravate stati avvertiti per telefono, mi sembra che abbia detto Dragotte oggi, cioè per telefono …

Brindani:   forse Dragotte lo saprà preciso, forse per telefono. Comunque si sapeva che la corriera di militi e tedeschi dovevano arrivare all’Anzola. Allora cosa succede, siccome eravamo ai primi tempi, pensavano che noi non eravamo ancora organizzati, questi qui volevano creare una sorpresa. Allora noi, pure in pochi e inesperti……. inesperti… beh, venivamo tutti dalla guerra, cioè e allora abbiamo detto: noi a loro ci prepariamo una imboscata prima di Montevacà, non pensando che invece….il guaio è stato anche che forse mancava chi doveva comandare… ­

Italo:   e poi dopo sono intervenuti …

Brindani:   dopo il ripiegamento dei nostri, sono stati chiamati dei rinforzi di altri, cioè di Bill, di quelli di Bedonia ecc. e qualcuno anzi dicono che fosse anche quel Pino che è stato morto durante un rastrellamento e che forse sarà anche quello che ha ucciso il povero Cosimo …. gridando: Squadra destra… squadra sinistra… qui e là, … ai tedeschi ha dato l’impressione di essere in molti…. sono arrivati … e i tedeschi sono andati in ritirata.

Io quando ho visto la ritirata dei tedeschi che ero in una posizione un po’ ambigua, meno male che loro non si sono mai girati, sono passato in un altro ruscello cioè un piccolo rigagnolo che affluiva in quel ruscello dov’ero io, per nascondermi.

Quando tutto è stato calmo allora ho chiamato loro lassù… anche dire che ero “Libero”, non mi conoscevano, perché era da pochi giorni che… sarà stato neanche un mese.

Italo:   io mi ricordo quando sono venuto nei partigiani nel maggio del 44, perché io stavo a Cremona con la famiglia, almeno mi ero nascosto la per via dei fascisti, a Cremona non c’era montagne, non c’erano partigiani, non sapevo… era da tempo che volevo venire sù, ma non sapevo… non avevo nessun aggancio; poi avevo letto sul giornale che c’era stato un attacco qui nella zona di Ostia, e allora io sono venuto su, dato che la mia famiglia conosceva Forni, altri e mi hanno procurato loro di andare sù al Molinatico. E la sera che sono arrivato sono andato a dormire all’Appennino. Ho dormito  su un divano perché non avevano letti disponibili e mi ricordo che i tuoi famigliari, che sapevano che andavo nei partigiani, anche loro mi hanno detto che anche loro avevano un figlio che è stato ferito in un combattimento.

Interviste ai Partigiani fatte da Lodi per il libro Obbiettivo Libertà Brindani 14 giugno 1984

Attacco alla stazione di  Valmozzola

Brindani:     Corrado Pellacini ha avuto la medaglia d’argento.

Io però non c’ero, non ho partecipato. Neanche a Grifola non ho partecipato; per esempio Grifola è stato sette o otto giorni dopo il fatto del Manubiola, ma io non c’ero, non ho partecipato perché anch’io  un po’ a volte tenevo quì, li, per una cosa o l’altra… in paese…invece quello li lo ricordo bene, perché prima che venisse l’attacco del Manubiola, i tedeschi erano già annunciati che venivamo a Borgotaro. Allora noi ci siamo portati a Borgotaro sulla ferrovia dove c’è il sottopassaggio, avevamo ammucchiato un mucchio di traverse della ferrovia e abbiamo pensato: be, se vengono quì la prima resistenza bisognerà farla quì perché era l’unico posto dove potevano passare; siccome avevano gli automezzi questa era la cosa sicura perché il primo allarme era stato dato mi pare da Vampa e poi lui si era ritirato. Il primo avvistamento veniva da Ostia. Poi invece a Pontolo Zazzi e quello che è andato in Argentina, che ha sposato la figlia di Giraud (Pirei), ecco sono stati loro ­ che hanno sparato a questi……         si vede che i tedeschi di punto in bianco, forse col dubbio che quella piccola sparatoria fosse una puntata per venire incontro a loro, hanno deciso di fare dietro front; Ecco come è venuto,… però per assicurarsi la ritirata hanno preso questi ostaggi. Non si può dire altrimenti, perché d’altronde hanno preso uomini, donne e anche bambini. Si vede che li, solo quelle piccole sparatorie hanno fatto dubitare e d’altronde era pericoloso, perché loro si addentravano in una zona che oramai era stata resa libera, anche per loro era da pensarci a inoltrarsi dentro… dicono… e se schiacciano noi; e allora hanno pensato di tornare indietro. Loro erano arrivati sino li perché non avevano avuto resistenza e poi hanno… ecco la sorpresa è venuta perché loro sono passati nel greto del fiume Taro, a quel tempo era abbastanza asciutto, loro con i loro mezzi hanno pensato.. hanno fatto… cioè ci hanno quasi beffato, nel senso che loro erano discesi… hanno disceso con gli automezzi a fari spenti e non sono stati avvistati dai nostri. Allora da Ghiare di Berceto, non c’era la strada che veniva da noi e loro passando nel greto del fiume, … ecco come è la sorpresa, mentre i nostri erano molto più in la, erano verso Berceto, erano li in avamposti su quei monti li e invece hanno aggirato in quel modo li, però sono stati avvistati da parte del gruppo Vampa che diceva: diversi automezzi stanno dirigendosi… i tedeschi verso Borgotaro. Però questi qui avvistati, è bastato sparare qualche colpo che loro preoccupati hanno detto: qui è una avanguardia forse che ci viene incontro; potevano anche essere chiusi dentro.      

Italo:   militarmente parlando era una azione un pochino imprudente la loro;       ­

Brindani:     erano ben bene armati, ma comunque era un affare….per esempio quelli  li che erano a Ostia (Vampa) se pensavano subito di chiamare del1’altra gente, potevamo anche chiuderci la ritirata.

Italo:  la faccenda dei Comandi tedeschi (si gira la cassetta al n. 2) ma c’era un comando più importante dei tedeschi (questa domanda si riferisce a prima dell’occupazione di Borgotaro, cioè al giugno 44)

Brindani:     ma non credo

Bonini:     c’era un comando tedesco da Ostacchini e un Comando della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) da Marioni;

Brindani: Ostia naturalmente aveva una importanza perché li dovevano passare tutti

Italo:  diciamo era un punto stradale e ferroviario congiunto e li si erano asserragliati bene, a Ostia;

Brindani: (riferendosi all’occupazione di Ostia nell’aprile del 45). quando hanno dovuto occupare Ostia si sono dovuti battere

Bonini:     Ostia è una zona mica tanto buona, è una zona impervia, bassa

Brindani: in quei momenti li non si parlava ancora di fine di guerra

Italo:  è si, erano ancora molto  arzilli i tedeschi;

Brindani:  beh no, nel 45 erano gia meno, … nel 44 si che erano….. ma nel 45 erano un po… comunque che volessero arrendersi no… tanto è vero che noi il 9 aprile Borgotaro era già libera, per dire…

Italo:  Il comandante li di Ostia nell’arrendersi avrebbe detto che la migliore gioventù italiana era quella in montagna; qualcuno ha riportato questo;

Brindani: non so, comunque li è morto persino uno che lo hanno fatto medaglia d’oro

Bonini:     il figlio di un Colonnello dei Carabinieri

Brindani: il figlio di un Colonnello dei Carabinieri, lui abitava a Roma, adesso a parte il merito insomma… gli hanno dato la medaglia d’oro al valor militare;

Italo:  era della Richetto ?

Brindani: si era della Richetto si, si ma io ho sentito Richetto, lui non che fosse riservato… si lui ha fatto un atto coraggioso, purtroppo lui ci ha lasciato la vita e allora …

Italo:  beh la medaglia d’oro è un po’ parecchino perché allora ….

Brindani:  ma lui suo padre è un Colonnello e allora, quà e là ….gli è valsa una spinta maggiore.

Italo: E’ evidente che una spinta ci è stata, non per sminuire;

Brindani:  non per sminuire… lui oramai era morto e allora…..si capisce;

Italo: di caduti ce ne sono stati tanti; tanti

Brindani:  tanti che magari forse anche con dei casi più valorosi…

Italo: e magari con una anzianità…non so, lui se era molto tempo  che era…

Brindani: ma era giovane…..          giovanissimo.

Borgo Val di Taro, 13-14 giugno 1984. Tutto quanto descritto, ne è conservata registrazione su cassetta.

La Seconda Julia Nella Resistenza

Sergio Giliotti

PRESENTAZIONE

Ho letto l’ultimo libro di Galli della Loggia, la solita palinodia in polemica con la Resistenza e la cosiddetta storiografia “convenzionale “, incapace (a suo dire) di identificare nella data dell’8 settembre 1943 la morte della patria.

Ma a chi altro si dovrebbero attribuire se non al fascismo le responsabilità della disfatta? Che significa -si è chiesto Giu­liano Vassalli- dar colpa di tutto ai fatti dell’8 settembre. Ora chi ridusse l’Italia a quel punto? Indubbiamente la dittatura ventennale.

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LA NUOVA ITALIA

     GIORNALE DEL TERRITORIO LIBERO DEL TARO

Borgo Val di Taro – Anno I                       N. I               Giovedì, 13 Luglio 1944

Questo giornale che è destinato a diventare una rarità, si vende al prezzo minimo dl

L. 1. Chi io pa­gherà più caro Farà opera buona, perché gli utili saranno devoluti ad opere di pubblica beneficenza.

Tip Cesare Cavanna – Borgo Val di Taro                      Senza autorizzazione de! Ministro della Cultura Popolare residente a X.

Annunzio

            Questo giornale non è fatto da rettori stipendiati. i quali, per lucro immondo, esortino i temerari e gli ingenui al rischio che essi fuggono, alle battaglie che essi temono. Questo giornale è fatto dai combattenti pei loro compagni di fede e di sacrificio; è fatto dal popolo in anni per il popolo che nelle case, nelle officine, nei campi, attende e spera, dopo tante sofferenze, dai fratelli e dai figli il dono luminoso della pace, della giustizia e della libertà.

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