UN ANNO DI GUERRIGLIA

UN ANNO  DI  GUERRIGLIA

Sarebbe bene, prima di narrare la cruda cronistoria di numerosi fatti d’arme della Prima Brigata Julia, illustrare il periodo precedente  il primo aprile  1944 per far presente  le  lunghe  fatiche, le  gravi privazioni ed il grande spirito  di abnegazione sopportate e dimostrato dai primi patrioti,  da coloro che, con il loro coraggio e la loro indomita fede, seppero resistere, combattere e con l’esempio formare  quelle prime  bande che poi si trasformarono in Brigate ed infine – nei giorni della  riscossa – costituirono quel potente ed organizzato esercito della Libertà. Quei primi arditi furono veramente i migliori  eroi. Chi  non ricorda con amarezza il Monte  penna, Angola, Casalporino, Tomba, Gelana e tanti  altri paesi  che  racchiudono nel  sol nome ricordi e fatti indimenticabili? Chi può  dimenticare Linari? Chi può dimenticare i bei canti, il gioco  della palla e la  grande fame che  si faceva su quel monte appenninico?

Ma tralasciamo, perché troppo contrasto vi è fra i giorni di  allora e questi. Passiamo  alla nuda cronaca dei  fatti e delle azioni. 9.4.1944- L’allora gruppo << Penna veniva  messo in allarme   per una puntata di  forze nemiche ( tedesche e militi) che, provenienti da Bedonia, erano  dirette ad Angola in autocorriera. Due nostre  squadre si appostavano in vicinanza del passo di  Montevaccà per tendere loro una imboscata, ma questa veniva a mancare perché il nemico  era stato messo a conoscenza in tempo da spie. Dopo un primo vivacissimo scontro i nostri erano costretti  a ripiegare verso  Tasola per il miglior  armamento ed il soverchiante  numero  nemico. Nella  menzionata  località altri  nostri nuclei giunti  di  rinforzo riuscivano dopo dura lotta a snidare il nemico costringendolo a precipitosa  fuga.

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Rinascita -Giornale per i Patrioti della 1.Brigata Julia

RINASCITA

Giornale per i Patrioti della 1.Brigata Julia

 Borgotaro , 26  maggio  1945                                  Numero  unico

AI COMPAGNI  DELLA  JULIA

Le fatiche, le trepidazioni, le ristrettezze alimentari proprie della nostra vita sui monti sono cessate; non sono cessati invece i doveri derivanti dagli ideali di libertà e di giustizia per i quali abbiamo sì lungamente combattuto. Ci salutiamo, vecchi e nuovi Patrioti della Brigata, con una certa amarezza nel cuore proveniente (checché se ne possa pensare) dall’aver lasciato quelle armi, quella vita alla quale ci eravamo, fin troppo, adusati. Ognuno di noi ritorni alle vec­chie occupazioni, al proprio lavoro con lo spirito teso a nobili propositi e con quella duttile esperienza fatta tale in lunghi mesi di peregrinazione o di vita.., vissuta, da contatti con ogni ceto sociale e particolarmente contadino, da tutto ciò che il nostro occhio ha, visto e su tutto quanto la nostra mente ha ragionato.

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Comandante “Facio” Dante Castellucci

Facio

Facio è una figura leggendaria ed emblematica della nostra resistenza.

Nato a Sant’Agata in provincia di Messina ma vissuto nella giovinezza in Calabria, maestro, musicista, forse pittore, parlava perfettamente il francese avendo trascorso la giovinezza esule in Francia.

Papa Cervi lo ricorda come un ragazzo intellettuale, melanconico e riflessivo.

La  famiglia, di tradizioni antifasciste e socialiste, era dovuta emigrare in Francia all’evento della dittatura.

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Donne Nella Resistenza

DONNE  DELLA VAL TARO NELLA RESISTENZA

Prime considerazioni  per avviare un discorso sulla partecipazione della donna alla resistenza borgotarese.

Di Lidia Baroni

Nel considerare il contributo dato dalle  masse femminili alla resistenza nella Val Taro, ci sembra impossibile svolgere un’analisi separata dell’ impostazione più generale del problema.

La tendenza storica ad individuare nella partecipazione della donna alla guerra di Liberazione il presupposto dell’attuale  processo di emancipazione, risulta corretta quando non si separi lo specifico femminile dal contesto più complesso della lotta resistenziale e quindi dal processo di emancipazione nazionale.

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Diario Marchini Camia

Descrizione numeri

(1) – Gli zii: Conti Carlo (~Ion­ton~) e Matilde (Titì~-) Albertoni Picenardi, di Borgo Vai di Taro.(2). La nostra casa di campagna dei Ghirardi era dotata di un oratorio. •1 ( 3) – “Lazetto»: soprannome di un mezzadro (Lazzaro Giovannazzi) e, quindi, denominazione della sua casa.’( 4) – Padre Umberto Bracchi, fucilato dai tedeschi a Strela il 19 luglio 1944.5) – Nostro padre, Francisco Marchini Camia, dopo la guerra eletto senatore nel collegio Bor­gotaro-Salsomaggiore.6) – << Frontù >>: denominazione di un campo vicino alle case Ghirardi (o Gherardi)(7) – << Segalé >>:  denominazione di una casa mezzadri1e prossima alle case Ghirardi.8) – Ines Bracchi: sorella di padre Umberto Bracchi.9) – Maestra Bocci: nipote di padre Umberto Bracchi

Dalle piccole e grandi paure quotidiane all’eccidio di  Strela

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Osacca Natale 1943

OSACCA
1943
NATALE
Partigiani popolazione binomio inscindibile della guerra partigiana sioppongono uniti vittoriosamente alla violenza fascista

SPERDUTA FRA LE RUPI SCOSCESE DEI MONTI

OSACCA

BALZÒ D’IMPETO NELLA LUCE DELLA STORIA QUANDO ALL’ALBA DEL 25 DICEMBRE 1943

 LA SUA UMILE MA INTREPIDA GENTE STRETTA INTORNO AD UN PUGNO D’INDOMITI RIBELLI

 RICACCIÒ ARMATA DI FEDE ED EROISMO PREPONDERANTE AGGUERRITE FORZE FASCISTE ACCENDENDO PRIMISSIMA LA FIAMMA

                                                  DELL’EPOPEA PARTIGIANA

                           L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARDI

                                    IN MEMORIA PERENNE 25 – VI – 1961

                                        LAPIDE POSTA SULLA CHIESETT A DI OSACCA

Dalla « voce» OSACCA, redatta, per l’Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, dal Seno Ing. Giacomo Ferrari (Arta, Comandante Unico delle formazioni partigiane della provincia di Parma), che si è valso, per la stesura della « voce », della collaborazione della popolazione della località e di alcuni casalaschi superstiti dello scontro.

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Verbicaro Cosenza Inaugurazione Sala della Memoria – 07-07-2012 Vincenzo Errico – Vitto – Luigi Bozzia – Guelfo –

Il Cippo Si trova sulla Strada del Bratello al bivio per Grifola sabato 06-07 2013

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Video Commemorazione Battaglia del Manubiola – Cippo Frascara Boceto Borgotaro PR

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Sul Passo del Santa Donna

6 Gennaio 1945

Il 6 Gennaio sul S. Donna

Nonostante  questo avvertimento, il 6 gennaio, un’altra tragedia si abbatte sulla I° Brigata Julia, avvenimento  che lascerà uno strascico profondo e causerà lacerazioni all’interno del movimento resistente borgotarese.

È il grande  rastrellamento che coinvolge tutta la zona  ovest della Provincia a cui partecipa una grossa colonna di alpini della Monterosa, valutati in 500 uomini, perfettamente equipaggiati per i combattimenti invernali., con tute mimetiche dotate  di pattuglie  di sciatori.

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