25 Aprile 2025 80° Aniversario Comune di Borgo Val di Taro PR

Medaglia d’Oro al Valore Militare

Saluti del Sindaco

Buongiorno,

La libertà è un dono prezioso che deve essere preservato e difeso. Ogni generazione ha la responsabilità di mantenere viva la memoria di coloro che hanno lottato per essa“. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco il 26 ottobre di sei anni fa, durante la visita al Parlamento Europeo in occasione della celebrazione della Giornata della Libertà Religiosa. Oggi, a distanza di pochi giorni dalla sua scomparsa, esse risuonano nelle nostre coscienze come prezioso monito di cui fare tesoro.

In coerenza col lutto nazionale e come sincero segno di rispetto e gratitudine per il suo prezioso ministero, vi invito ad osservare un momento di raccoglimento in sua memoria.

Il Santo Padre è stato un paladino audace della Libertà, spesso valorizzando la Resistenza come strumento per conquistarla; egli ci ha ricordato: – la Resistenza alla guerra, l’importanza della pace e del dialogo contro l’uso della violenza; – la Resistenza contro le ingiustizie sociali e la necessità di garantire a tutti gli stessi diritti; – la Resistenza alla cultura dello scarto, il valore della vita umana e la censura dell’indifferenza verso i più bisognosi. Anche nel periodo della malattia abbiamo avvertito lo sforzo del suo impegno, quasi a volerci sussurrare che “L’ultimo giorno non è la morte, ma il compimento di un’esistenza. La vera morte è sprecare la vita”, in perfetta coerenza con le ultime parole, il testamento morale, che ci ha lasciato il prof. Bruno Manzotti, anch’egli di recente mancato ai vivi.

Oggi, 25 aprile, nella giornata che celebra la Liberazione della Nazione, il messaggio di Francesco, instancabile testimone di resistenza, assume un significato profetico, non solo per i credenti che perdono il Pastore della Chiesa “venuto dalla fine del mondo” – come egli ci ha ricordato in occasione del suo insediamento –, ma anche per chi, in chiave laica, nelle sue parole trova la riaffermazione dei principi cardine dell’esistenza.

Il suo insegnamento, che rifugge a una classificazione strettamente religiosa e confessionale, attinge alla stessa fonte che ha alimentato il coraggio, la passione, l’altruismo, lo spirito indomito dei nostri partigiani, anch’essi protagonisti di una pastorale civile universale improntata al rispetto e alla tutela dei valori fondamentali che definisco l’individuo.

La giornata della Liberazione è dedicata al loro sacrificio ed esempio.

Alcuni preferiscono definirli “Patrioti” poiché il termine “Partigiani” significa essere di parte e talora evoca un’appartenenza faziosa che sminuirebbe il significato del loro impegno. Io, personalmente, continuerò a chiamarli Partigiani. Mentre il patriota difende la Nazione, a prescindere da chi e come la governi, il Partigiano è chi risponde alla propria coscienza, chi sceglie di non essere indifferente, chi, per l’appunto, sceglie di stare da una parte. Nel loro caso, dalla parte giusta, quella che ha combattuto il sopruso e ci ha assicurato la libertà e la rinascita di un Popolo! Il termine Partigiano, in fin dei conti, sia nel contesto resistenziale così come in un perimetro di più ampio significato, qualifica il valore della scelta.

Una scelta sofferta, talora al caro prezzo della vita, che ha annunciato la Pasqua civile di un Popolo risorto, il segno fondativo della sovranità democratica repubblicana, alimentata dall’impeto resistenziale, poi trasferito a chiare lettere nella Carta Costituzionale.

L’odierna celebrazione, dedicata all’80° della Liberazione, s’inserisce in un più ricco programma di eventi che l’Amministrazione comunale, con l’ausilio delle associazioni partigiane e di altre realtà associative – che ringrazio – ha organizzato allo scopo di trasformare l’anniversario in itinerario: un percorso geografico – poiché esorta i cittadini a trasferirsi nei luoghi della memoria, quasi a rivivere, in una simbolica via crucis, gli avvenimenti di cui si sono resi teatro – , ma anche, e soprattutto, ideale, affinché la rievocazione dei momenti di sofferenza e di gloria accaduti in quei luoghi, tempri la coscienza individuale e alimenti la memoria collettiva della nostra Comunità.

E’ un percorso rievocativo iniziato l’8 aprile scorso a Ostia Parmense, per ricordare la battaglia in cui persero la vita tre partigiani, il giorno successivo, 9 aprile, presso Palazzo Ostacchini, per rievocare l’assedio al contingente tedesco e la sua resa, grazie all’accerchiamento partigiano, così consentendo la liberazione di Borgotaro e dell’Alta Valle del Taro; ieri l’inaugurazione della mostra partigiana presso Sala Imbriani, tra qualche ora il concerto “Liberate la musica” in Piazza Verdi, poi le camminate di Caffaraccia il 26 aprile e di Belforte il 27 aprile, per ripercorrere i sentieri partigiani, oltre alle altre numerose iniziative dedicate alla presentazione di opere letterarie e alla rievocazione degli eventi storici. Ad esse si aggiungono le celebrazioni che, per consuetudine, commemorano le battaglie e gli eccidi accaduti nei 595 giorni che separarono l’8 settembre 1943 dal 25 aprile del 1945. 

Una sorta di celebrazione viaggiante nelle nostre montagne che, come uno scrigno, conservano preziosi luoghi di memoria, tracce di storie scritte da donne e uomini, per lo più giovani vite, che a distanza di 80 anni, con rinnovato vigore la nostra Comunità avverte l’esigenza di ricordare, affinché l’istantanea di singoli frammenti di vita di chi ha combattuto ed è caduto su queste terre in nome della libertà, si trasformi nel lungometraggio resistenziale da proiettare a futura memoria.

La riaffermazione della scelta, della parte giusta, e la conservazione della memoria è affidata a vari livelli. In primis alle Istituzioni. La medaglia d’Oro al Valor Militare conferita al Comune di Borgotaro, non rappresenta solo un mero privilegio, bensì una stringente responsabilità, un dovere morale e politico che incombe su chi assume le vesti del governo locale. A tal proposito desidero ringraziare i consiglieri comunali, in particolare la giunta nelle persone delle assessore Martina Fortunati e Stefania Mortali, per la passione e dedizione prestata nell’allestimento del programma celebrativo di questo importante anniversario. Ringrazio l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, in particolare la presidente Carmen Motta, oggi impegnata altrove, e Ferdinando Sandroni, Vice Presidente del medesimo Istituto e vice Presidente Nazionale e Presidente provinciale dell’Associazione Partigiani Cristiani, che dopo di me curerà l’orazione, le locali Associazioni Partigiane, in persona dei presidenti Salvatore Oppo e Pierluigi Beccarelli e degli iscritti, sempre presenti e collaborativi, gli insegnanti dei plessi scolastici di Borgotaro e gli studenti, per il prezioso contributo all’approfondimento del fenomeno resistenziale, specie degli avvenimenti avvenuti nelle nostre valli, le forze dell’ordine, le rappresentanze sindacali, e le Associazioni del Volontariato. Abbraccio i tanti volontari che, non mi stancherò di ripeterlo, sono eroi civili che donano tempo e forza a beneficio della nostra Comunità, anch’essi resistenti giorno dopo giorno.

Il mio più intimo desiderio, che vi trasferisco oggi in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, ma che nutro nella quotidianità, è che il valore di quella scelta, l’impegno e il sacrificio dei Partigiani, si faccia preghiera civile, verbo vivo, nuova testimonianza in tempo di pace, ma soprattutto esempio e luce di speranza per chi avrà da vivere e scrivere il futuro di queste valli e del nostro Paese. E’ soprattutto a loro, ai nostri giovani, che desidero dedicare la parte conclusiva – e auspico la più esortativa – del mio intervento.

Talvolta si ha l’impressione che la Resistenza venga percepita come narrazione meramente storiografica, come fenomeno appartenente al nostro passato. E’ una lettura, tuttavia, che non restituisce il valore e il significato più intimo che l’ha animata.

A voi giovani dico che la Resistenza, prima ancora che fenomeno sociale e storico, è uno stato d’animo individuale che si perpetua all’infinito. Ciascuno di voi, giorno dopo giorno, è chiamato a resistere, a decidere se arrendervi e subire le scelte altrui o, al contrario, se esprimere il vostro libero pensiero, realizzare le ambizioni personali sfruttando i talenti che ciascuno di voi possiede, così contribuendo anche alla crescita civile della Comunità in cui abitate e della Nazione.

Il libro “La strada era tortuosa”, scritto da Don Luigi Canessa – parroco che militò nei gruppi partigiani e che operò anche in Valtaro – reca nel titolo il manifesto che vorrei trasferirvi oggi, nell’80° anniversario della Liberazione.

Le strade tortuose sono le più difficili, ma le uniche in cui lo sforzo del viaggio è ripagato dalla soddisfazione di raggiungere la meta. Non esiste vittoria meritata priva di sacrifici. Seguite l’esempio dei nostri Partigiani: così come essi si sono incamminati sui sentieri tortuosi dei nostri monti per raggiungere le cime e conquistare l’alba della Libertà, altrettanto fate voi, simbolicamente, in tempo di pace, replicando quell’esempio giorno dopo giorno ispirati ai valori della solidarietà e della fratellanza.

Per alimentare il respiro resistenziale e trascinarlo nella contemporaneità di tutti i giorni, siate Partigiani, portatori sani d’inquietudine, non siate indifferenti e scegliete da che parte stare.

Non lasciate che la nostra Società sia inaridita dalla vostra assenza, scegliete di esserci, di contare, perché il vuoto che non colmerete, sarà riempito da altri al vostro posto.

E con smisurata sobrietà, Viva la Resistenza, viva Borgotaro, viva L’Italia!

Grazie.

Borgo Val di Taro, 25 aprile 2025

                                                                                          Il Sindaco

                                                                                  Avv. Marco Moglia

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Autore: 4345Resistenza in Valtaro Val Ceno

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