un itinerario di libertà

Alla Popolazione della
Val Taro autentica protagonista
della lotta per la libertà
BORGOTARO:
un itinerario di libertà
ASSOCIAZIONE RICERCHE VALTARESI
“A. EMMANUELI “
Quella del 25 Aprile è una data che rappresenta,
per la nostra Associazione una scadenza d’impegno.
Fin dall’inizio dell’attività fu nostro proposito, per ora pianamente rispettato,quello di offrire ogni anno un contributo alla conoscenza dei fatti che caratterizzano la lotta di Resistenza.
Ecco dunque la pubblicazione, del << Triduo della Cattività >> e della << Stampa nella Resistenza in Valtaro >> questo nostro ulteriore contributo.
<< Borgotaro: un itinerario di libertà >> rappresenta una sintesi degli avvenimenti che si svolsero nella nostra zona dal febbraio 1944 all’aprile 1945.
E’ una pubblicazione che risente della stringatezza propria degli scopi per i quali fu scritta, ma che costituisce tuttavia il primo tentativo di sintesi della storia della Resistenza nel nostro Comune.
Un documento che comunque potrà servire come base di partenza per ogni futuro, auspicabile approfondimento degli avvenimenti che si svolsero in quegli anni.
La nostra scelta vuol però avere un altro significato.
Dando alle stampe una parte della documentazione prodotta dalla Amministrazione Comunale per ottenere il riconoscimento della Medaglia d’Oro al Comune di Borgotaro, l’Ass. << A. Emmanueli >> intende non solo offrire un contributo alla conoscenza della storia locale della Resistenza, ma anche soprattutto richiamare autorità provinciali e regionali, parlamentari e associazioni partigiane affinché si facciano interpreti presso le competenti Commissioni dei sacrifici sofferti dalle nostre popolazioni e dei meriti quindi acquisiti ai fini di un riconoscimento di una onorificenza al Gonfalone del Comune di Borgo Val di Taro. Onorificenza che va ben oltre il fatto puramente decorativo, per assumere invece il significato di testimonianza di quegli avvenimenti e di impegno, per gli anni avvenire, ad agire in modo che lo spirito e le conquiste di quei giorni vadano perdute.
Borgo Val di Taro 25 Aprile 1977
L’ Ass. A. Emmanueli
Nel 1970, inseguito dell’emanazione che riapriva i termini
per dar modo ai Comuni di presentare domanda ai fini di ottenimento di una onorificenza, il Consiglio Comunale di Borgotaro decise di inoltrare la prescritta documentazione per ottenere il Riconoscimento della Medaglia d’oro al Gonfalone del nostro Comune.
Assumemmo in quel’occasione il compito di ricercare, acquisire ed approntare la documentazione necessaria.
Fu un lavoro arduo, impegnativo e particolare che ci vide impegnati, quotidianamente, per circa un mese.
La documentazione richiesta non permetteva interpretazioni, commenti, ne tantomeno voli di fantasia, ma ci richiamava alla realtà dei fatti. Per questo lavoro che ne è uscito può apparire arido, oltre che conciso.
Quanto viene pubblicato dall’Ass. << A. Emmanueli >>
Non è che una parte della documentazione dai noi approntata.
Oltre alla >> Relazione sul complesso dell’attività svolta >>, che appunto viene qui riportata, fu necessario allegare gli elenchi dei civili caduti per rappresaglia, dei civili morti in seguito ai bombardamenti, dei partigiani caduti, di quelli feriti e di quelli decorati; dei borgotaresi riconosciuti partigiani, dei danni subiti in genere dalla popolazione.
Siamo grati all’Ass. << A. Emmanueli >> non tanto perché renderà pubblico il nostro modesto lavoro, ma perché speriamo che la divulgazione dei fatti e degli avvenimenti riportati possa contribuire al riconoscimento dei meriti che, almeno così noi crediamo, la nostra Comunità può vantare per il contributo di sangue e di sacrifici che la popolazione tributò, in quegli anni, alla causa della libertà.
Giacomo Bernardi e Giuseppe Solari (Gek)
L’ Alta Valle del Taro su senza dubbio uno degli epicentri più vitali ed importanti della lotta partigiana nel Nord- Emilia
Geograficamente è posta all’estremo limite occidentale della Provincia di Parma, sul confine tra l,Emilia, Liguria e Toscana.
La valle, circondata dalle cime Appenniniche del Ragola, Bue, Maggiorasca, Gottero, Molinatico è solcata dal fiume Taro, cui confluiscono, da stretti valloni numerosi affluenti.
L’Alta Val Taro è attualmente divisa in cinque comuni: Borgo Val di Taro (ab. 9706 ) – Albareto (ab. 3472 ) – Bedonia (ab.6704 ) – Compiano (ab.1500) – Tornolo (ab. 2804).
All’epoca della Resistenza il Comune di Borgo Val di Taro comprendeva anche il territorio di Albareto.
Le cifre relative agli abitanti, già di per sé, rilevano come Borgo Val di Taro sia il centro più importante della Valle, già sede di sottopretura di Parma e a quel tempo, come ora, sede di Prefettura e di Tenenza dei Carabinieri; dotato di campo d’aviazione di fortuna, posto sulla linea Parma – La Spezia, nonché nodo stradale
In quanto il suo territorio è attraversato dalle arterie del Passo Centocroci e dal Passo del Bocco, ( che mettono in comunicazione la pianura padana con la Liguria ) ed è fiancheggiate dalla statale n. 72 della Cisa.
Durante l’ultimo conflitto, dopo l’ 8 settembre 1943. La cittadina di Borgotaro venne ad assumere un particolare rilievo strategico militare.
Infatti è a tutti nota l’importanza che per l’esercito tedesco venne ad assumere la linea ferroviaria Parma – La Spezia, la quale permetteva ( unica insieme alla Firenze – Bologna ) i collegamenti tra il fronte e la Pianura Padana e tra quest’ultima importante porto militare di La Spezia e doveva costituire una veloce e sicura via ( rappresentata di numerose gallerie) per una rapida ritirata verso nord.
Gli stessi alleati riconobbero tale importanza tanto che nel febbraio del 1944 inviarono nella zona di Borgo Val di Taro un comando di sabotatori guidati dal Capitano Bernini che sbarcò con i suoi uomini da un sommergibile a Moneglia nei pressi di Sestri Levante, con il compito di sabotare il ponte parabolico sulla ferrovia Parma – La Spezia presso Ostia Parmense di Borgo Val di Taro.
La linea stessa venne bombardata quasi quotidianamente, dalla aviazione alleata: Borgo Val di Taro subì 47 incursioni aeree nel periodo che va dal 18 maggio (I° incursione ) all’ aprile 1945.
Per queste ragioni il comando tedesco ebbe a presidiare con forti contingenti di uomini e mezzi sia la stazione di Borgo Val di Taro, che i caselli, ponti e gallerie della linea stessa.
Ma per concludere sulla particolare situazione strategico militare della zona vale la pena citare due fatti.
- – L’ispezione compiuta nella zona (settembre 1943) dal Feld maresciallo Rommel con il suo stato maggiore che ebbe a fermarsi a Borgotaro ( palazzo Albertoni – Picenardi ) per alcuni giorni.
- La scelta del da parte del Feld – maresciallo Kesserling, di porre il suo quartiere generale verso la fine allo sbocco della Val Taro ( S. Andrea nei pressi di Fornovo.
E’ in questa situazione che vennero a formarsi i primi gruppi partigiani, il cui sorgere è coevo ai primi motti di resistenza in Italia.
Borgotaro oltre a dare alla Resistenza i capi delle più importanti formazioni partigiane, ospitò nel suo territorio numerosi partigiani delle più svariate provenienze che insieme ai locali operarono non solo nel comune di Borgo Val di Taro, ma in tutta la valle ed anche comuni limitrofi versanti della Toscana e Liguria.
La popolazione contribuì in enorme misura, pur tra rischi e ristrettezze economiche, al sorgere, prima, al sopravvivere poi, di queste formazioni, aiutando gli uomini impegnati nella lotta partigiana anche durante i più furiosi rastrellamenti e nonostante le stragi e le distruzioni più feroci.
Alla data dell’ 8 settembre 1943 nell’Alta Val Taro incominciarono ad affluire i soldati del disciolto esercito regio ed anche prigionieri alleati fuggiti dai campi del piacentino, trovando ovunque, nella popolazione, la più aperta accoglienza ed ospitalità, tanto che alcuni elementi si fermarono in zona associandosi inseguito ai partigiani.
Intanto nell’ottobre 1943 alcuni antifascisti borgotaresi prendevano contatti segreti con elementi del C.L.N. di Parma e La Spezia, consci della necessità di combattere con ogni mezzo il regime fascista e tedesco invasore.
Si formarono così nel novembre – dicembre 1943, in zone diverse della valle, i primi gruppi armati partigiani che furono:
- – Gruppo << Monte Penna >> Si costituì nel gennaio 1944 ad iniziativa di alcuni borgotaresi e diede successivamente origine alla 1° Brigata Julia e al Gruppo Valtaro che operarono nel Comune di Borgo Val di Taro e zone limitrofe.
- – Gruppo << Cento Croci >>. Si costituì nel gennaio 1944 in Val Gotra e Borgo Val di Taro sempre ad opera di borgotaresi e da esso si formarono successivamente le tre Brigate << Beretta>> ( Div. Cisa) che agirono nel borgotarese e nel versante toscano, nonché le Brigate Barbagato e Sligato ( Div. ValTaro ) che operarono in zona versante ligure.
- – Banda <<Vampa>> Si formò a Baselica di Borgo Val di Taro e da essa sorsero i Gruppi << Tarolli>> ( Alberto Zanrè) med. d’argento alla memoria) e la 2° Brigata Julia.
- – Banda << Betti>>. Si costituì nel febbraio 19444 nella zona di Tiedoli di Borgo Val di Taro. Operò in zona e nel versante toscano. Questi gruppi, cominciarono nei nostri monti, la loro attività di guerriglia, i cui momenti principali vengono di seguito, riportati.
Il primo combattimento partigiano di tutto il parmense e forse dell’Emilia, si svolse a 20Km da Borgotaro: a OSACCA, frazione del Comune di Bardi sul confine tra quest’ultimo e Borgo Val di Taro ( Natale 1943)
12/2/1944 – Viene attaccata la stazione di borgo Val di Taro e si disarmano alcuni militi del presidio.
28/2/1944 – Viene distrutto l’osservatorio del Passo del Bratello.
13/3/1944 – Assalto ad un treno alla stazione di Valmozzola per liberare quattro prigionieri partigiani. L’azione riesce. Muoiono 12 fascisti. Cade in quell’azione l’eroico comandante << Betti >> che affronta il comandante nemico all’arma bianca.
23/3/1944 – Grosso combattimento al Passo Centocroci contro una colonna di fascisti di circa 500 uomini, diretti verso la zona di Borgotaro per rastrellamento. Perdite nemiche 40 morti e 77 feriti e danneggiamento di 3 corriere e un automobile. Le azioni riportate unitamente ad altre avvenute fuori zona dalle << bande >> Valtaresi, inducono sulla fine del maggio 44, il comando tedesco a reagire energicamente ed a preparare un vasto rastrellamento allo scopo di eliminare le bande ribelli della Zona ( 200 uomini circa ).
Dopo il rastrellamento, che anziché eliminare le esistenti bande, indusse altri giovani ad aderire al movimento partigiano, si accentuano le operazioni di guerriglia.
29/5/1944 – Disarmo dei presidi militari dei caselli F.S. n. 61e 62 in Comune di Borgo Val di Taro.
9/6/1944 – Disarmo dei presidi fascisti del Passo del Bocco, del monte Prinzera, e di Pezze di Borgo Val di Taro.
10/6/1944 – Attacco in località del’ Occhiello ad una corriera carica di militi fascisti. Perdite nemiche n.19 morti 3 feriti e 6 prigionieri; distruzione dell’automezzo.
10/6/1944 – Viene occupata la stazione di Ostia Parmense di Borgo Val di Taro e minato il ponte ferroviario detto << Parabolico >>sul Taro.
11/6/1944 – Viene danneggiato un tratto di binario sotto la galleria del << Borgallo >>. Un treno deraglia e la linea rimarrà ostruita fino a settembre.
12/14/6/1944 – Numerosi sabotaggi a strade e ponti in tutte le vie statali e provinciali, in preparazione dell’occupazione del Capoluogo di Borgo Val di Taro.
11/6/1944 – Attacco e presa del presidio nazi – fascista presso la stazione ferroviaria di Borgotaro e occupazione del Capoluogo, Nel pomeriggio due automezzi militari tedeschi provenienti dalla Liguria entrati in Borgotaro, vengono catturati unitamente ad importanti documenti relativi al piani di difesa della linea gotica, documenti che vengono immediatamente inviati al C.N.L. di Milano e da qui agli alleati.
Frattanto, in seguito all’occupazione di Borgo Val di Taro i comandanti delle varie Brigate che sempre avevano agito autonomamente, si incontrano in Municipio a Borgotaro, e decidono un azione comune allo scopo di liberare tutto il territorio della Val Taro dai presidi nemici e difenderlo.
Si decide anche la creazione di un libero stato democratico, usufruendo del campo d’ aviazione di Borgotaro, quale base per i rifornimenti alleati con aerei, anche con la convinzione che gli stessi procedessero più speditamente nella loro avanzata verso il Nord.
Veniva così liberata una vasta zona di circa 2500Km. quadrati comprendente il Comune di Borgotaro, Bedonia, Tornolo, e Compiano (provincia di Parma), Varese Ligure, ( Spezia) e delimitata dalle alte cime Appenniniche del Bue, nero, Ragola e Tomarlo Penna, Gottero, Molinatico e comprendente gli importanti passi appenninici del Bocco, Cento Croci, Bratello e Borgallo.
Sorgeva così il << Territorio Libero del Taro >>
Mentre le formazioni preparavano le difese dei valichi più importanti e isolavano la zona con la distruzione di importanti ponti per prevenire possibili attacchi nemici, in Borgotaro, in una pubblica assemblea, venivano predisposte le norme relative alla designazione dei rappresentanti popolari all’Amministrazione Comunale.
Le designazioni relative avvennero su voto espresso dai capo famiglia.
Vennero anche pubblicati dei bandi diretti a reprimere il contrabbando di generi alimentari e regolare la distribuzione dei viveri alla popolazione.
Esce il tal periodo, stampato a Borgotaro, il primo numero della << Nuova Italia >> (1) vedi fascicolo <<La Stampa nella Resistenza in Valtaro >> edita da << Ass. A. Emmanueli >> comprendente copie anastatiche di tutti i giornali pubblicati dalle formazioni operanti nella zona. Fascicolo ancora disponibile.
Animatore e organizzatore indefesso fu il Prof. Achille Pelizzari Medaglia d’Argento ( subito dopo il conflitto Rettore Magnifico dell’ Università di Genova) nominato Prefetto del Territorio. Organizzo la distribuzione dei viveri, istaurò dei tribunali popolari, curò personalmente la pubblicazione del giornale << la Nuova Italia >> primo giornale italiano, interamente libero.
Dal volume << Guerra Partigiana>> del Col. Cipriani si stralcia <<…. Anche il giornalismo partigiano comincia a dare segni di battaglia attiva a Borgotaro, nel luglio esce il primi numero del giornale “La Nuova Italia” forse il primo esempio di giornale partigiano diretto da Achille Pelizzari >>.
Il primo numero de << La Nuova Italia >> porta la data del 13 luglio 1944 e reca come sottotitolo << Giornale del Territorio Libero del Taro >>. Il secondo numero porta la data del 9 aprile 1945 e reca come titolo << Giornale delle Libere GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO >>.
Il terzo numero porta la data del 9 maggio 1945 e reca come sottotitolo << Giornale delle Libere GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO E DI PARMA LIBERA >>, quasi a significare che da Borgotaro scintilla della Resistenza si propagò via via fino alla liberazione di tutta la provincia.
Il territorio della Val Taro, che precede le famose esperienze di Montefiorino e della Val D’Ossola, fu esempio non solo del coraggio e della determinazione delle Brigate Borgotaresi, ma anche della loro volontà a costruire un ordine nuovo improntato alla democrazia. Nessuna violenza verso cittadini iscritti e militanti del Partito Fascista, << coloro che abbiano gravi colpe da rimproverarsi in fatto di attività politica e di vita amministrativa saranno a suo tempo giudicati da organi competenti; gli altri saranno trattati e valutati in avvenire secondo comportamento che terranno in questi giorni di nobile ansiosa ed ansiosa attesa >> dal 1° Numero del << La Nuova Italia >> pag. 4.
Questo state di cose provocò, come era prevedibile la rabbiosa reazione delle truppe tedesche. Si trattò dapprima di puntate esplorative, sempre respinte, per saggiare la consistenza delle forze partigiane; in un secondo tempo gli attacchi assunsero un ritmo intenso e con largo impegno di uomini e mezzi.
In questo periodo avvengono gli episodi più gloriosi della Resistenza Borgotarese. Il 30 giugno una colonna tedesca della << Feldgendarmerie >> forte di 150 uomini trasportati da 12 automezzi, provenienti da Berceto, giungeva all’immediata periferia di Borgotaro, dove veniva attaccata da una pattuglia partigiana. Il comandante tedesco non osò pertanto entrare nella cittadina e per assicurarsi il ritorno prese numerosi civili come ostaggi ( circa venti ).
La Notizia si propagò velocemente e i partigiani decisero di inseguire in combattimento il nemico contando, per raggiungerlo, su largo giro cui sarebbe stato costretto per poter attraversare con gli automezzi il greto del fiume Manubiola, il cui ponte in precedenza ( 28 giugno 1944 ) fatto saltare dai partigiani.
I Vari distaccamenti vennero fatti confluire, anche a mezzo dell’unico camion disponibile, sulle alture dominanti il greto del Manubiola e la strada che lo costeggia.
Nel frattempo la colonna nemica, che con un lungo giro aveva attraversato il Manubiola in località Ghiare di Berceto, riprendeva la rotabile per Berceto e giungeva nei pressi della località << Ponte del Diavolo >>, dove veniva attaccata e costretta a fermarsi da un distaccamento che si trovava nei pressi e che era riuscito a giungere quasi subito nel luogo.
Successivamente intervenivano i distaccamenti provenienti da Borgotaro che attaccavano decisamente sul fianco e tergo della colonna. Dopo aspro combattimento durato due ore, il nemico è costretto alla resa. Lascia sul campo 14 morti e 10 feriti due mitragliere da 20 mm, una stazione radio numerose armi leggere ed altro materiale da guerra..
Nell’occasione cadono nelle mani dei partigiani 80 prigionieri.
Muoiono due partigiani e otto degli ostaggi in mano ai tedeschi. I feriti tra i partigiani e due ostaggi.
Le citate operazioni determineranno nel nemico, che era stato cacciato dalla Val Taro, gravi ripercussioni ( perdita del controllo della ferrovia Parma – la Spezia e delle rotabili del Bocco e Cento Croci ) che indussero a preparare un vasto rastrellamento.
Si manifesta così un attività intensa da parte del nemico per saggiare la consistenza e la dislocazione delle forze partigiane. Numerosissimi furono gli scontri che preparavano il rastrellamento. Tra i molti citiamo:
8 Luglio 1944 –
Una colonna tedesca, proveniente da Pontremoli attraverso il passo del Bratello, favorita anche dalla foschia, giungeva nella immediata vicinanze di Borgotaro. In località Grifola veniva attaccata da forze partigiane, i tedeschi dotati anche di mortai, opposero una decisa resistenza, ma verso sera, dopo sei ore di combattimento, il nemico era costretto alla resa. Al combattimento parteciparono anche diversi civili. Perdite nemiche: 10 morti ( tra i quali il capitano tedesco suicidatosi ) 6 feriti, venti prigionieri. Materiale catturato 1 mortaio 81 mm. E armi leggere. Tra i partigiani due morti ( catturati e trucidati ) un ferito tra i civili.
11 Luglio 1944 –
Due compagnie tedesche, provenienti da Chiavari giunsero a Santa Maria del Taro, con l’intenzione di penetrare nel territorio della << Libera Repubblica della Val Taro >>. Il debole presidio partigiano di Santa Maria si ritira verso l’ abitato di Pelosa, dove nel frattempo si erano appostati reparti partigiani. Qui viene tesa al nemico un’ imboscata che lo costrinse ad un violento e lungo combattimento prima ed alla resa poi.
Perdite nemiche: 20 uomini, 70 prigionieri numerosissimi feriti. Bottino: tre mortai, 10 fucili mitragliatori, moltissime armi individuali, bombe a mano, munizioni.
Perdite partigiane 7 morti.
Nel volume << Guerra Partigiana << del Col. Fernando Cipriani si legge (pag. 93 ) << I due citati combattimenti di Grifola e Pelosa costituiscono, indubbiamente, luminosi episodi della storia partigiana. Condotti con ardimento e con perizia, affratellarono nel comune sforzo elementi di bande diverse, primo esempio di intelligente collaborazione, che più tardi dovrà diventare norma e legge >>.
Il giorno susseguente il combattimento di Pelosa, giungono sempre dalla Liguria, nuovi e più forti contingenti di truppo tedesche. I partigiani del bedoniese mantengono per tre giorni le postazioni. Ma il 15 luglio in nemico inizia un vasto rastrellamento.
Da Berceto, dal passo del Bratello, dal Passo del Borgallo, dal Passo CentoCroci giungono, con appoggio di artiglierie e di mortai, forti contingenti di truppe.
L’eroica resistenza partigiana provoca numerose vittime tra i tedeschi, ma nulla può contro le preponderanti forze nemiche.
Le formazioni partigiane si frazionano evitando lo scontro frontale, e si occultano con oltre 100 prigionieri.
Nel frattempo i tedeschi, dopo aver occupato il capoluogo di Borgotaro, raccolgono 54 ostaggi ( tra i quali l’Arciprete Mons. Carlo Boiardi, poi vescovo di Massa, e il Commissario Prefettizio ) minacciando d’incendiare distruggere il paese e di uccidere gli ostaggi, per costringere i partigiani a rilasciare i numerosi tedeschi catturati (2)
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Per quanti volessero approfondire la conoscenza di tale episodio si segnala la pubblicazione << Il Triduo della cattività >> tratta del diario di Monsignor Boiardi edita dall’Ass. <<A. Emmanueli >> nel 1975
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Dopo tre giorni, grazie anche alla mediazione di Padre Umberto Bracchi., missionario borgotarese, i partigiani circa 100 prigionieri tedeschi e gli ostaggi vengono così liberati.
Meritano particolare citazione gli episodi accaduti il località Strela – Cereseto e Sidolo nei dintorni del Comune di Compiano e bardi, ove vengono barbaramente uccisi 23 civili tra i quali10 cittadini di Borgotaro, prelevati e trascinati in tali località. Tra di loro due sacerdoti: Delnevo don Francesco, parroco di Porcigatone di Borgotaro ed il missionario borgotarese Bracchi Padre Umberto,
Qust’ultimo che aveva personalmente trattato il rilascio dei prigionieri tedeschi, cui si è accennato, venne barbaramente trucidato davanti al cimitero di Strela.
Dal volune << GUERRA PARTIGIANA >> del Col. Cipriani ( già citato ), si stralcia : << Col procedere delle operazioni di rastrellamento condotte sistematicamente con teutonica tenacia, il nemico costituisce forti presidi in tutta la zona, batte furiosamente la montagna, anche nelle zone più impervie, cercando di incontrarsi con le bande ribelli per eliminar in modo definitivo. Ma le bande sono magicamente sparite. Frazionate in piccoli nuckei, sono ormai inafferrabili. E il nemico si esaspera e interferisce sulla popolazione, decine di innocenti contadini e montanari, di ogni età, vengono fucilati.
Parecchi paesi sono incendiati.
Gli ostaggi vengono catturati a centinaia ed avviati verso i campi di concentramento, od oppressi con estenuanti interrogatori e con indescrivibili sevizie >>.
Al termine del rastrellamento si debbono contare nella vallata 65 morti civili (15 Borgotaresi ), oltre70 deportati ( 30 borgotaresi ); tremila i capi di bestiame razziati ( mille nel borgotarese).
Tra i partigiani delle brigate borgotaresi i morti sono 13.
Dopo un mese di operazioni infruttuose in zona il nemico ritira il grosso delle truppe e lascia in zona i forti presidi.
Le formazioni partigiane che dopo lo sbandamento iniziale, si erano ricostituite , allorché il grosso del nemico abbandona la zona, già sono pronte a riprendere la lotta. Facendo tesoro della esperienza del passato, i comandi delle singole brigate impongono più solide basi di disciplina, migliorano i servizi, finché alla fine di agosto 1944, anche inseguito a sollecitazioni del C.N.L. di Parma, si accordano per costituire un comando superiore di tutte le forze del Parmense. L’ incontro avviene a Pian del Monte ( Tiedoli) in comune di Borgo Val di taro e viene eletto il Comando Unico della Provincia ( il Prof. Achille Pelizzari viene eletto Commissario del Comando Unico Operativo )
Meglio organizzati ed equipaggiati ( numerosi sono i lanci aviotrasportati degli alleati) i partigiani riprendono la lotta.
6/9/1944 – Un gruppo di sabotatori riesce a danneggiare seriamente il ponte detto << parabolico >> sulla linea ferroviaria Parma – la Spezia.
21/9/1944 – attacco al casello ferroviario di Maccagnana. Perdite nemiche 2 morti 1 ferito, 1 prigioniero.
25/9/1944 – Attacco ad un presidio tedesco presso la stazione di Roccamurata ( Comune di Borgo Val di Taro )
Perdite nemiche:5 morti
25/9/1944 – Sulla strada provinciale Borgotaro – Berceto vengono catturati in una imboscata 10 granatieri tedeschi ed altri due vengo feriti nella sparatoria.
29/9/1944 – Attacco al presidio tedesco di Valmozzola che dopo dura resistenza viene costretto alla resa. Perdite nemiche: 1 morto e 15 prigionieri. Perdite partigiane: 7 feriti. Bottino 1 mitragliatrice Breda da 37.
Dal settembre al dicembre 1944 è tutto un susseguirsi di attacchi e sabotaggi che per ragioni di spazio non si riportano, ma che causano numerose perdite al nemico in uomini e mezzi.
Nel mese di dicembre concentramenti di truppe in pianura, lasciano prevedere operazioni di una certa importanza.
6/1/1945 – Nonostante l’abbondante nevicata, i tedeschi, preceduti da reparti sciatori, penetrano nella vallata con un migliaio di uomini.
A Caffaraccia di Borgotaro, in un combattimento svoltosi sotto la tormenta, a diversi gradi sotto zero, i partigiani resistono e mantengono la posizione dalle 11 fino all’imbrunire,abbandonando poi, in seguito al sopraggiungere di un’altra colonna nemica, la zona. Perdite nemiche4 morti e 8 feriti. Perdite partigiane 1 morto e un ferito.
Al passo del Santa Donna, sempre in Comune di Borgotaro, un distaccamento partigiano mentre si spostava verso Caffaraccia a portare aiuto, veniva sorpreso nella tormenta e nella nebbia da un reparto sciatori tedeschi e trucidato. Caddero 7 partigiani.
Superate le difficoltà determinate dai rastrellamenti invernali e dall’inclemenza del tempo, riprendono, verso la fine di febbraio le azioni delle brigate borogotaresi.
28/2/1945 – Nella notte 5 sabotatori, nonostante il freddo intenso, scendo immersi nelle acque del Taro fino all’altezza del ponte ferroviario di Borgotaro ed eludono la sorveglianza delle numerose sentinelle fanno saltare la pila del ponte stesso.
7/3/1945 – Sette partigiani fanno irruzione in un albergo di Borogtaro dove stazionano 15 tedeschi intimando loro la resa. Ne segue uno scontro a fuoco nel corso del quale muoiano 2 tedeschi, 2 rimangono feriti e 2 fatti prigionieri.
La rabbia nemica si sfoga come al solito sugli inermi, L’albergatore viene fucilato sul posto e l’immobile viene totalmente distrutto con una carica di dinamite.
7/3/1945 – Attacco ai caselli ferroviari n. 69 e 70 sulla ferrovia Parma – La Spezia.
E così fino 8 aprile data fissata per una azione simultanea di tutte le forze partigiane della provincia è tutto un susseguirsi di azioni che disorientano in nemico.
Il Comando Unico Operativo aveva preparato un vasto piano di attacco contro tutti i presidi nemici più prossimi al territorio partigiano.
Tali operazioni miravano ad ottenere un risultato di notevole importanza militare e cioè la totale liberazione della Valle del taro. Le direttrici per dette operazioni erano contenute in due appositi ordini del giorno diramati dal C.U.O. a tutte le Brigate.
A tale data la consistenza delle Brigate Valtaresi era la seguente
– DIVISIONE VAL TARO
– Comando di Divisione n. 13
-1* Brigata Julia n.333
-2* Brigata Julia n.364
– Gruppo Valtaro n.104
– Raggr. Cento Croci n.45
– Brigata Siligato n.220
– Brigata Barbagato n. 181
n.1260 uomini
– DIVISIONE OVEST CISA
– Comando Divisione n. 13
– 1* Brigata Beretta n. 350
– 2* Brigata Beretta n. 507
– 3* Brigata Beretta n. 266
n. 10156 uomini
– POLIZIA OVEST CISA n. 178 uomini
Totale n.2594 uomini
Lo schieramento è quello che risulta dalla cartina tratta dal già citato volume del Col, Cipriani.
Dagli ordini del giorno citati appaiano i compiti assegnati alle varie Brigate in particolare alle formazioni borgotaresi vengono assegnati i seguenti
– 1* Brigata Julia e Gruppo Valtaro. Attaccheranno e occuperanno Borgotaro e Ostia Parmense:
– 2* Brigata Julia: Attaccherà Berceto:
– Div. Ovest Cisa ( Brigata Beretta ): Attaccherà il presidio del Passo della Cisa, nonché quelli lungo il tronco ferroviario Pontremoli – Guinadi. Eseguirà altresì un’ azione dimostrativa contro il presidio di Pontremoli.
Sbarrerà inoltre la strada della Cisa da Pontremoli al Passo,bloccherà la galleria ( accesso sud 9:
– Brigata Barbagato e Siligato sbarreranno il Passo del Bocco.
All’alba dell’ 8 aprile le brigate con azione simultanea passano all’attacco di tutti i presidi della valle del Taro e della zona di Pontremoli.
La 1* Brigata Julia attacca il presidio tedesco di Borg Val di Taro e tutti i caselli ferroviari da Borgotaro a Ostia.
La reazione nemica è ovunque vivacissima.
A Borgotaro i due nuclei tedeschi per complessivi 150 uomini, si rinserrano uno a palazzo – fortezza Ostacchini e l’altro presso la stazione, oppongono un’accurata resistenza, con largo impiego di armi automatiche e bombe a mano.
Il combattimento si trascina per tutta la giornata, ma il nemico non si arrende.
All’alba del giorno successivo il nucleo sabotatori, rinnovando il tentativo già effettuato il giorno precedente, riesce a collocare un forte quantitativo di esplosivo sotto il fabbricato.
Dopo l’esplosione viene dato l’assalto. Alcuni tedeschi escono sventolando la bandiera bianca, ma dalle finestre esplodono nuove raffiche, ma finalmente alle 9 l’intero presidio si arrende. Poco dopo anche il presidio che si trova presso la stazione capitola.
Resistono ancora i presidi nei caselli ferroviari 60 e 61, fino a quando un colpo di bazooka distrugge l’intero casello e i difensori si arrendono.
Contemporaneamente la squadra sabotatori entra nella galleria del Borogallo e cattura alcuni soldati tedeschi che vi avevano cercato scampo.
Perdite nemiche: 5 morti, 5 feriti e 124 prigionieri ( tra i quali 2 ufficiali e 24 sottoufficiali ).
Bottino: 4 mitragliatrici, 8 fucili mitragliatori, 73 armi individuali, un autocarro, munizioni e equipaggiamento.
Nella galleria del Borgallo ( lunga Km7 ) vengono trovati 2 treni merci carichi d’armi e munizioni, 900 quintali di esplosivo e notevoli quantitativi di viveri e materiale vario.
Perdite partigiane: 1 morto. Quattro feriti tra i civili che hanno partecipato ai combattimento.
La BRIGATA SILIGATO, con elementi della BARBAGATO attaccano il presidio di Ostia Parmense di Borgotaro..
Il Combattimento è durissimo e dura 15 ore, finalmente il presidio si arrende e vengono catturati 50 prigionieri e abbondante bottino.
Perdite partigiane: 1 morto (medaglia d’Oro alla memoria Susani Giorgio ), 5 feriti.
Nello stesso giorno un reparto nemico, proveniente da Berceto. Destinato a soccorrere il presidio di Ostia, viene completamente eliminato dalla 2* Brigata Julia e dal Gruppo Val taro.
Sempre l’ 8 aprile la 2* BRIGATA JULIA ed il GRUPPO VALTARO attaccano il presidio di Roccamurata e i caselli ferroviari tra Ostia e Ghiare di Berceto. Tutti i presidi cadono nella giornata,
Perdite nemiche: 7 morti e 145 prigionieri.
Le 3 BRIGATE BERETTA ( Divisione Cisa ) attaccano il presidio di Guinadi e tutti quelli dislocati lungo la ferrovia Parma – La Spezia nel tratto tra Pontremoli e Guinadi.
I giornata il presidio di Guinadi e tutti i caselli, benché minati nella zona circostante, vengono espugnati, grazie anche al concorso di audaci sabotatori che riescono a far brillare alcune cariche esplosive..
Perdite nemiche: 32 morti e 23 prigionieri.
Perdite partigiane: 3 morti e 2 feriti.
Nello stesso giorno, come da ordini la 2* Beretta impegna, in azione dimostrativa, il forte presidio di Pontremoli ed il giorno successivo si scontra con ina colonna tedesca presso Casa Corvi, distruggendo 2 autocarri e catturando ingenti quantitativi di viveri che vengono distribuiti alla popolazione.
In definitiva nei primi tre giorni della offensiva partigiana i risultati superano le più ottimistiche previsioni.
La liberazione della Valle del Taro è un fatto compiuto.
Liberata la valle il C:U.O. si preoccupava di attuare uno schieramento di sicurezza, in previsione di violente reazioni dei tedeschi.
La Divisione Val Taro ( Brigata 1° e 2* Julia e Gruppo Val Taro sorveglierà la provenienza da Berceto e dalla Cisa.
La Divisione Cisa ( Brigata Beretta )controlla la provenienza dalla Cisa nel tratto del passo a Pontremoli e le brigate Siligato e barbagato si dislocano a sbarramento sul passo del Cento Croci.
Nei giorni 11 e 12 aprile il nemico effettua forti puntate nel Pontremolese. Respinte dalle brigate Beretta.
Il giorno 19 aprile un’ ulteriore puntata di oltre 400 uomini sostenuti da artiglierie, costringono le Brigata Beretta ad un ripiegamento, ma il giorno dopo le stesse contrattaccano rioccupando le posizioni iniziali. Il nemico abbandona la lotta e lascia sul campo 40 morti.
Tra i partigiani i morti sono 7.
Il giorno 22 aprile a Roccaprebalza la2 * Brigata Julia preleva 36 russi con una mitragliatrice da 20mm., un mortaio da 80, tre automezzi e 2 motociclette. Nei giorni successivi i russi combattono con i partigiani.
Intanto ingenti forze nemiche che defluiscono dalla Cisa verso la pianura non potendo sfociare sulla Via Emilia, si vanno concentrando nella zona di Fornovo Taro con l’intezione di raggiungere il PO.
Il comando Unico Operativo intuisce la manovra ed atta uno schieramento di 1.550 uomini impiegando diverse brigate della Provincia tra i quali le Borgotaresi Barbagato e Siligato.
Queste ultime abbandonano il passo del Cento Croci compiendo in due giorni una marcia di 100Km.
Con i partigiani opererà in questa azione anche un battaglione brasiliano con artiglieria.
Intanto la 2* Julia e il gruppo Valtaro cercano di occupare il munito presidio di Berceto. La reazione nemica è violentissima il comando tedesco chiede di parlamentare: le trattative si protraggono fino a notte senza risultato. Il giorno 28 Aprile si rinnova l’attacco e questa volta Berceto capitola.
A Pontremoli il forte presidio viene attaccato dalle Brigate Beretta, ne frattempo sopraggiungono le avanguardie alleate che entrano in città con i partigiani.
A Fornovo dopo vari tentativi di rompere l’accerchiamento si arrendono circa 20.000 tra tedeschi e fascisti.
La gioia per la riconquista della libertà è offuscata dal contributo di sangue, forse troppo alto, di Borgotaro.
Una comunità situata sulle sponde del Taro, tra il verde della Valle, ove il tempo, a volte sembra fermarsi o scorrere lento.
Il turbine della guerra vi è giunto improvviso e brutale.
La breve stagione di notorietà è finita.
I Borgotaresi ricordano i loro morti: sul colle, nel cimitero si costruisce un sacrario ai caduti per la libertà, un’edicola funeraria accoglie parte delle 25 vittime dei bombardamenti, sui passi sorgono cippi a ricordare il sacrificio di giovani vite.
Si ricostruisce e il tempo ritorna a scorrere lento.
Come prima.
Motivazione
COMUNE DI BORGO VAL DI TARO (Parma)
<< Culla della Resistenza dell’Alta Val Taro e polo di attrazione di perseguitati politiche antifascisti, con le sue valorose formazioni conquistava la libertà, fin dal giugno 1944,oò <<Territorio Libero della Valle Taro >>, più volte attaccato , si difendeva opponendo agli spietati rastrellamenti il valore e il sacrificio di centinaia di combattenti e civili.
Martoriato da rappresaglie e da ripetute incursioni aereee, riprendeva la lotta con le sue Brigate, costituendo base per interdizione al importanti vie di comunicazione stradali e ferroviarie del nemico a ridosso della linea gotica. In dura, sanguinosa lotta, di nuovo si liberava da giogo straniero con il generoso tributo di valore e di sangue dei suoi figli, offerto dalla causa della libertà.
– febbraio 44 – aprile 1945 >>
La motivazione a lato, è stata allegata alla documentazione così come espressamente richiesto dalle disposizioni di legge.
Associazione Ribeche Valtaresi “ A. Emmanueli “
QUADERNI VALTARESI N. 9 – APRILE 1977





