BORGOTARO:un itinerario di libertà

un itinerario di libertà

Alla Popolazione della

Val Taro  autentica protagonista

della  lotta  per la  libertà

BORGOTARO:

un itinerario di  libertà

ASSOCIAZIONE RICERCHE  VALTARESI

“A. EMMANUELI “

Quella del  25 Aprile  è una data che  rappresenta,

per la  nostra  Associazione una scadenza d’impegno.

Fin dall’inizio dell’attività fu nostro proposito, per ora pianamente rispettato,quello di  offrire ogni anno un contributo alla  conoscenza dei  fatti che  caratterizzano la  lotta di Resistenza.

Ecco  dunque  la  pubblicazione, del << Triduo della Cattività >> e della << Stampa  nella Resistenza  in  Valtaro >> questo nostro ulteriore contributo.

   << Borgotaro: un itinerario di libertà >>  rappresenta una  sintesi degli avvenimenti che  si  svolsero nella  nostra zona dal  febbraio 1944 all’aprile 1945.

E’ una  pubblicazione che risente della stringatezza propria degli scopi per i quali fu scritta, ma che costituisce  tuttavia  il primo tentativo  di sintesi della  storia della Resistenza nel nostro Comune.

Un documento che comunque  potrà servire come  base di partenza per ogni futuro, auspicabile approfondimento  degli avvenimenti che si  svolsero  in quegli  anni.

La  nostra scelta vuol però avere un altro significato.

Dando alle stampe  una  parte della documentazione prodotta dalla Amministrazione Comunale per  ottenere  il riconoscimento della  Medaglia d’Oro al Comune di Borgotaro, l’Ass. << A. Emmanueli >> intende  non solo offrire un contributo alla  conoscenza della storia  locale della Resistenza, ma  anche soprattutto richiamare autorità provinciali e regionali, parlamentari e associazioni partigiane affinché  si facciano  interpreti presso le  competenti Commissioni dei sacrifici sofferti dalle nostre popolazioni e dei meriti quindi acquisiti ai fini di un riconoscimento  di  una  onorificenza al  Gonfalone del Comune di Borgo Val di Taro. Onorificenza che  va  ben oltre  il fatto puramente decorativo, per assumere invece il significato  di testimonianza di quegli avvenimenti e di impegno, per gli anni avvenire, ad agire in modo che  lo spirito e le  conquiste di quei giorni vadano perdute.

Borgo Val di Taro 25 Aprile 1977

                                                         L’ Ass. A. Emmanueli

Nel 1970, inseguito dell’emanazione che riapriva i termini

per  dar modo ai  Comuni di presentare domanda ai  fini di  ottenimento di una  onorificenza, il Consiglio Comunale di Borgotaro decise di inoltrare la  prescritta documentazione per  ottenere il Riconoscimento della Medaglia d’oro al Gonfalone del nostro  Comune.

Assumemmo in quel’occasione il compito di  ricercare, acquisire ed approntare la documentazione  necessaria.

Fu un lavoro arduo, impegnativo  e  particolare che  ci  vide impegnati, quotidianamente, per  circa un mese.

La documentazione richiesta non permetteva interpretazioni, commenti, ne  tantomeno voli di  fantasia, ma ci  richiamava alla realtà dei  fatti. Per questo lavoro che  ne è uscito può apparire arido, oltre che  conciso.

Quanto viene  pubblicato dall’Ass. << A. Emmanueli >>

Non è che  una  parte della  documentazione dai noi approntata.

Oltre alla >> Relazione sul complesso dell’attività svolta >>, che appunto viene qui riportata, fu necessario allegare gli elenchi dei civili caduti per rappresaglia, dei civili morti in seguito ai  bombardamenti, dei partigiani caduti, di  quelli feriti e di  quelli decorati; dei borgotaresi riconosciuti partigiani, dei danni subiti in genere dalla popolazione.

Siamo  grati all’Ass. << A. Emmanueli >> non tanto perché renderà  pubblico il nostro modesto lavoro, ma  perché speriamo che la divulgazione dei fatti e degli avvenimenti riportati possa contribuire al riconoscimento  dei meriti che, almeno così  noi crediamo, la  nostra Comunità può vantare per il contributo di  sangue e di  sacrifici che  la popolazione tributò, in quegli  anni, alla  causa della  libertà.

           Giacomo Bernardi e Giuseppe Solari (Gek)

L’ Alta Valle del Taro su senza  dubbio uno degli epicentri più vitali ed importanti della  lotta  partigiana nel Nord- Emilia

Geograficamente  è posta all’estremo limite  occidentale della Provincia di Parma, sul confine tra  l,Emilia, Liguria e Toscana.

La  valle, circondata dalle cime  Appenniniche  del Ragola, Bue, Maggiorasca, Gottero, Molinatico è  solcata dal fiume  Taro, cui  confluiscono, da stretti  valloni numerosi  affluenti.

L’Alta Val Taro è attualmente divisa in  cinque comuni: Borgo Val di Taro (ab. 9706 ) – Albareto (ab. 3472 ) – Bedonia (ab.6704 ) – Compiano (ab.1500) – Tornolo (ab. 2804).

All’epoca della Resistenza il Comune di Borgo Val di Taro comprendeva anche  il territorio di Albareto.

Le cifre relative agli abitanti, già di per sé, rilevano come  Borgo Val di Taro sia  il centro più importante della Valle, già sede di  sottopretura di Parma e a quel  tempo, come  ora, sede di  Prefettura e di Tenenza dei Carabinieri; dotato di  campo d’aviazione di fortuna, posto sulla  linea Parma – La Spezia, nonché  nodo stradale 

 In quanto il suo territorio è attraversato dalle  arterie del Passo Centocroci e dal Passo del Bocco, ( che mettono in comunicazione la  pianura padana con la Liguria ) ed è  fiancheggiate  dalla statale n. 72 della Cisa.

Durante l’ultimo conflitto, dopo l’ 8 settembre 1943. La cittadina di  Borgotaro  venne ad assumere un particolare  rilievo strategico militare.

Infatti è  a tutti nota l’importanza che per l’esercito  tedesco venne ad assumere la linea  ferroviaria Parma – La Spezia, la quale permetteva ( unica  insieme  alla Firenze – Bologna ) i collegamenti  tra il fronte  e la  Pianura  Padana e tra quest’ultima importante porto  militare di La Spezia e doveva costituire una  veloce e sicura via ( rappresentata di numerose  gallerie) per una rapida ritirata verso nord.

Gli stessi alleati  riconobbero tale  importanza tanto  che  nel febbraio del 1944 inviarono nella zona di Borgo Val di Taro un comando di  sabotatori guidati dal Capitano Bernini che sbarcò con i suoi  uomini da un sommergibile  a Moneglia nei pressi di Sestri Levante, con il compito di sabotare il ponte  parabolico sulla  ferrovia Parma  – La Spezia  presso  Ostia Parmense di Borgo Val di Taro.

La  linea stessa  venne bombardata quasi  quotidianamente, dalla  aviazione alleata: Borgo Val di Taro subì 47 incursioni aeree nel periodo che  va dal 18 maggio (I° incursione ) all’ aprile 1945.

Per queste  ragioni il comando  tedesco ebbe a presidiare con forti contingenti di uomini e mezzi sia  la stazione di  Borgo Val di Taro, che  i caselli, ponti e gallerie della  linea stessa.

Ma per concludere sulla particolare situazione strategico militare della  zona vale la  pena citare due  fatti.

  1. – L’ispezione compiuta nella  zona  (settembre 1943) dal Feld maresciallo Rommel con il suo stato  maggiore che  ebbe a  fermarsi a Borgotaro ( palazzo Albertoni – Picenardi )  per alcuni  giorni.
  2. La scelta del da parte del Feld – maresciallo  Kesserling,  di porre il suo quartiere generale verso la  fine   allo sbocco della Val Taro  ( S. Andrea nei pressi  di    Fornovo.

E’ in questa situazione che  vennero  a  formarsi i primi gruppi  partigiani, il cui sorgere è  coevo ai primi motti di resistenza in Italia.

Borgotaro oltre a dare alla Resistenza i capi delle più importanti formazioni partigiane, ospitò nel suo territorio numerosi partigiani delle più svariate provenienze che insieme ai locali operarono non solo nel  comune di Borgo Val di Taro, ma in tutta la  valle ed anche  comuni limitrofi versanti della Toscana e Liguria.

La popolazione  contribuì in enorme misura, pur tra rischi e ristrettezze economiche, al sorgere, prima,  al sopravvivere poi, di queste formazioni, aiutando gli  uomini impegnati nella  lotta  partigiana anche durante  i più furiosi rastrellamenti e nonostante le stragi e le distruzioni  più feroci.

Alla  data dell’ 8 settembre 1943 nell’Alta Val Taro incominciarono   ad   affluire i soldati del disciolto esercito regio ed anche  prigionieri alleati fuggiti dai  campi  del piacentino, trovando  ovunque, nella popolazione, la  più aperta accoglienza ed  ospitalità, tanto che alcuni elementi si  fermarono in zona  associandosi  inseguito ai  partigiani.

Intanto nell’ottobre 1943 alcuni antifascisti borgotaresi  prendevano contatti segreti con elementi del C.L.N. di Parma e La Spezia, consci della  necessità  di  combattere con ogni mezzo il regime  fascista e  tedesco invasore.

Si formarono così nel novembre –  dicembre 1943, in zone diverse della valle, i  primi gruppi armati partigiani che  furono:

  1. – Gruppo << Monte Penna >> Si costituì  nel gennaio 1944 ad iniziativa di alcuni borgotaresi  e diede successivamente origine alla 1° Brigata Julia e  al Gruppo Valtaro  che  operarono nel Comune di Borgo Val di Taro e zone  limitrofe.
  2.   –  Gruppo << Cento Croci >>. Si costituì nel gennaio 1944 in Val Gotra e Borgo Val di Taro sempre ad  opera di  borgotaresi e da esso si formarono successivamente le  tre Brigate << Beretta>> ( Div. Cisa) che agirono nel  borgotarese e  nel versante  toscano, nonché le Brigate Barbagato  e Sligato  ( Div. ValTaro ) che  operarono in zona versante ligure.
  3. – Banda <<Vampa>> Si formò  a Baselica di Borgo Val di Taro e da essa sorsero i  Gruppi << Tarolli>> ( Alberto Zanrè) med. d’argento alla  memoria)  e la 2° Brigata Julia.
  4. – Banda << Betti>>. Si costituì nel febbraio 19444 nella zona di Tiedoli  di Borgo Val di Taro. Operò in zona e nel versante  toscano. Questi gruppi, cominciarono nei nostri monti, la loro attività  di  guerriglia, i cui momenti principali vengono di seguito, riportati.

Il  primo combattimento  partigiano di tutto il  parmense e forse dell’Emilia, si svolse a 20Km  da Borgotaro: a OSACCA, frazione del  Comune di Bardi sul confine  tra quest’ultimo e Borgo Val di Taro ( Natale  1943)

12/2/1944 – Viene attaccata  la  stazione di borgo Val di Taro  e si  disarmano alcuni militi del presidio.

28/2/1944 – Viene distrutto l’osservatorio del  Passo del Bratello.

13/3/1944 – Assalto ad un treno alla stazione di  Valmozzola per liberare  quattro prigionieri partigiani. L’azione riesce. Muoiono 12 fascisti. Cade in quell’azione l’eroico comandante << Betti >> che affronta il comandante nemico  all’arma  bianca.

23/3/1944 –  Grosso combattimento al  Passo Centocroci contro una colonna  di  fascisti di circa 500 uomini, diretti verso la zona di Borgotaro per rastrellamento. Perdite nemiche 40 morti e 77 feriti e danneggiamento di 3  corriere e un automobile. Le azioni riportate unitamente ad altre avvenute  fuori zona dalle << bande >>  Valtaresi, inducono sulla fine del maggio 44, il comando tedesco a reagire energicamente ed a preparare un vasto rastrellamento allo scopo di eliminare le  bande ribelli della Zona (  200 uomini  circa ).

Dopo il rastrellamento, che anziché eliminare le esistenti  bande, indusse altri giovani ad aderire al movimento partigiano, si accentuano le  operazioni di  guerriglia.

29/5/1944 – Disarmo dei  presidi militari dei caselli F.S. n. 61e  62  in Comune di   Borgo Val di Taro.

9/6/1944 – Disarmo dei  presidi fascisti del Passo del Bocco, del monte Prinzera, e di Pezze di Borgo Val di Taro.

10/6/1944 – Attacco in  località del’ Occhiello ad una corriera carica  di militi  fascisti. Perdite  nemiche n.19 morti 3 feriti  e 6 prigionieri; distruzione dell’automezzo.

10/6/1944 – Viene  occupata la stazione di  Ostia Parmense di  Borgo Val di Taro e minato il ponte  ferroviario detto << Parabolico >>sul Taro.

11/6/1944 – Viene  danneggiato un tratto di  binario sotto la  galleria del << Borgallo >>. Un treno deraglia e la linea rimarrà ostruita fino a settembre.

12/14/6/1944 – Numerosi sabotaggi a strade  e ponti  in tutte le vie  statali e provinciali, in preparazione dell’occupazione del Capoluogo di Borgo Val di Taro.

11/6/1944 –  Attacco e presa del presidio nazi – fascista presso la stazione ferroviaria di  Borgotaro e occupazione  del Capoluogo,  Nel pomeriggio due  automezzi militari tedeschi provenienti dalla Liguria entrati in  Borgotaro, vengono catturati unitamente ad importanti documenti relativi al piani di difesa  della  linea gotica, documenti che vengono immediatamente  inviati al C.N.L. di  Milano e da qui agli alleati.

Frattanto, in seguito all’occupazione di  Borgo Val di Taro i comandanti delle  varie Brigate che sempre avevano agito  autonomamente, si incontrano in Municipio a Borgotaro, e decidono un  azione  comune allo scopo di liberare tutto il territorio della Val Taro dai presidi nemici e difenderlo.

Si decide anche la  creazione di un libero  stato democratico, usufruendo del campo d’ aviazione di Borgotaro, quale  base  per i rifornimenti alleati con aerei, anche  con la  convinzione che  gli stessi procedessero più speditamente nella  loro avanzata verso il Nord.

Veniva  così liberata  una  vasta zona di circa 2500Km.  quadrati comprendente il Comune di Borgotaro, Bedonia, Tornolo, e Compiano (provincia di Parma), Varese Ligure, ( Spezia)   e delimitata dalle alte  cime Appenniniche del Bue, nero, Ragola e Tomarlo Penna, Gottero, Molinatico e comprendente gli importanti passi  appenninici del Bocco, Cento Croci, Bratello e Borgallo.

       Sorgeva così il << Territorio Libero del Taro >>

Mentre  le formazioni preparavano le difese dei valichi   più importanti e isolavano la zona con la distruzione  di importanti ponti per prevenire possibili attacchi nemici, in Borgotaro, in una  pubblica  assemblea, venivano predisposte le norme  relative alla designazione  dei rappresentanti popolari all’Amministrazione Comunale.

Le designazioni relative avvennero su  voto espresso dai  capo famiglia.

Vennero  anche  pubblicati dei bandi  diretti   a reprimere il contrabbando di  generi  alimentari e regolare la distribuzione dei viveri alla popolazione.

Esce il tal periodo, stampato  a Borgotaro, il primo numero della << Nuova Italia >> (1) vedi fascicolo <<La Stampa nella Resistenza in Valtaro >> edita  da << Ass. A. Emmanueli >> comprendente copie anastatiche di tutti i giornali pubblicati dalle formazioni operanti nella  zona. Fascicolo ancora disponibile.

Animatore e  organizzatore indefesso fu il Prof. Achille Pelizzari Medaglia d’Argento ( subito dopo il conflitto Rettore Magnifico dell’ Università di Genova) nominato  Prefetto del Territorio. Organizzo la distribuzione dei  viveri, istaurò dei  tribunali popolari, curò personalmente la pubblicazione del giornale << la Nuova Italia >> primo giornale  italiano, interamente libero.

Dal  volume << Guerra Partigiana>> del Col. Cipriani si stralcia  <<…. Anche il giornalismo partigiano comincia a dare segni di battaglia  attiva a Borgotaro, nel luglio esce  il primi numero del giornale “La Nuova Italia” forse il primo esempio di giornale partigiano diretto da Achille Pelizzari >>.

Il  primo numero de << La Nuova Italia >> porta  la  data del 13 luglio 1944   e reca  come sottotitolo  << Giornale del Territorio Libero del Taro >>. Il secondo numero porta la  data del 9 aprile 1945 e reca  come titolo << Giornale delle Libere GIORNALE DELLE  LIBERE  VALLI DEL  TARO E DEL  CENO >>.

Il terzo numero porta  la  data del 9 maggio 1945 e reca come sottotitolo << Giornale delle Libere GIORNALE DELLE  LIBERE  VALLI DEL  TARO E DEL  CENO  E DI PARMA LIBERA >>, quasi a significare che  da  Borgotaro scintilla della Resistenza si propagò via  via  fino alla liberazione di  tutta la  provincia.

Il territorio della Val Taro, che  precede  le  famose esperienze di Montefiorino e della Val D’Ossola, fu esempio non solo del coraggio  e della determinazione delle Brigate Borgotaresi, ma anche della loro volontà a costruire  un ordine nuovo improntato alla democrazia. Nessuna  violenza verso  cittadini iscritti e militanti del Partito   Fascista, << coloro  che abbiano gravi  colpe da rimproverarsi  in fatto di  attività politica  e di  vita amministrativa  saranno a suo tempo  giudicati da  organi competenti; gli altri saranno trattati e valutati  in avvenire secondo comportamento  che  terranno  in questi giorni di  nobile  ansiosa ed ansiosa attesa >> dal 1° Numero del << La Nuova Italia >> pag. 4.

Questo state di cose provocò, come era  prevedibile la  rabbiosa reazione delle truppe tedesche. Si trattò dapprima di puntate esplorative, sempre respinte, per saggiare  la  consistenza delle forze  partigiane; in un secondo tempo gli attacchi assunsero un ritmo intenso e con  largo impegno di uomini e mezzi.

In questo periodo avvengono gli episodi più gloriosi della Resistenza Borgotarese. Il  30  giugno una  colonna tedesca della << Feldgendarmerie >> forte di   150  uomini trasportati  da  12 automezzi, provenienti  da Berceto, giungeva all’immediata  periferia di  Borgotaro, dove  veniva  attaccata da  una  pattuglia partigiana. Il comandante  tedesco non osò pertanto  entrare nella  cittadina e per assicurarsi il ritorno  prese numerosi  civili come ostaggi ( circa venti ).

La Notizia si propagò  velocemente  e i  partigiani decisero di inseguire in combattimento il nemico  contando, per raggiungerlo, su largo  giro cui sarebbe stato  costretto per poter  attraversare con  gli automezzi il  greto del fiume Manubiola, il cui ponte in precedenza  (  28  giugno 1944 ) fatto saltare dai partigiani.

I Vari distaccamenti vennero fatti confluire, anche a mezzo dell’unico  camion disponibile, sulle alture  dominanti il greto del Manubiola  e la strada che  lo costeggia.

Nel frattempo  la  colonna nemica, che  con un lungo giro  aveva attraversato il Manubiola in località Ghiare di Berceto, riprendeva  la  rotabile  per Berceto e giungeva  nei pressi  della  località << Ponte del Diavolo >>,  dove  veniva attaccata e costretta a fermarsi  da  un distaccamento che si  trovava  nei  pressi e che  era riuscito a giungere quasi  subito nel luogo.

Successivamente intervenivano i distaccamenti provenienti da Borgotaro  che attaccavano decisamente  sul fianco  e tergo della  colonna. Dopo aspro combattimento durato due  ore, il nemico  è  costretto alla resa. Lascia sul campo  14  morti e  10  feriti due  mitragliere da  20 mm, una stazione  radio  numerose armi leggere ed altro materiale da  guerra..

Nell’occasione cadono nelle mani dei partigiani 80 prigionieri.

Muoiono due  partigiani e otto degli ostaggi in mano ai  tedeschi. I feriti  tra i partigiani e due  ostaggi.

Le citate  operazioni determineranno nel nemico, che  era stato cacciato dalla Val Taro, gravi ripercussioni ( perdita del controllo della ferrovia Parma – la Spezia e delle rotabili del Bocco e Cento Croci )  che indussero  a preparare un vasto rastrellamento.

Si manifesta  così un attività intensa da parte del nemico per saggiare  la  consistenza e la dislocazione delle forze  partigiane. Numerosissimi furono gli scontri che  preparavano il rastrellamento. Tra i molti citiamo:

8 Luglio 1944 –

Una  colonna  tedesca, proveniente da Pontremoli attraverso il passo del Bratello, favorita anche dalla foschia, giungeva nella immediata vicinanze  di Borgotaro. In località Grifola veniva attaccata da forze  partigiane, i tedeschi dotati anche di mortai, opposero una decisa  resistenza, ma verso sera, dopo  sei  ore di  combattimento, il nemico era  costretto alla resa. Al combattimento parteciparono anche  diversi  civili. Perdite  nemiche:  10 morti ( tra i quali il capitano tedesco suicidatosi )  6 feriti, venti  prigionieri. Materiale  catturato 1 mortaio 81 mm. E armi leggere. Tra i partigiani due  morti ( catturati e trucidati ) un ferito tra i civili.

11 Luglio 1944 –

Due  compagnie  tedesche, provenienti da Chiavari giunsero a Santa Maria del Taro, con l’intenzione  di penetrare nel  territorio della << Libera Repubblica della Val Taro >>. Il debole presidio partigiano di Santa Maria si  ritira verso l’ abitato  di Pelosa, dove nel  frattempo si erano appostati reparti partigiani. Qui viene tesa al nemico un’ imboscata che lo costrinse  ad un violento e lungo  combattimento prima ed alla resa poi.

Perdite  nemiche: 20 uomini, 70 prigionieri numerosissimi   feriti. Bottino:  tre mortai,  10  fucili mitragliatori, moltissime  armi  individuali, bombe a mano, munizioni.

Perdite  partigiane 7 morti.

Nel volume << Guerra Partigiana << del Col. Fernando Cipriani si legge (pag. 93 ) << I due citati combattimenti di Grifola e Pelosa costituiscono, indubbiamente, luminosi  episodi della storia  partigiana. Condotti con ardimento e con perizia, affratellarono nel comune sforzo  elementi di  bande diverse, primo esempio di intelligente collaborazione, che  più tardi dovrà diventare  norma e legge >>.

Il giorno susseguente il combattimento di  Pelosa, giungono sempre dalla  Liguria, nuovi e più forti contingenti di  truppo tedesche. I partigiani del  bedoniese mantengono per  tre giorni le  postazioni. Ma  il 15 luglio  in nemico  inizia un vasto rastrellamento.

Da Berceto, dal  passo del Bratello, dal Passo del Borgallo, dal Passo CentoCroci giungono, con appoggio di  artiglierie e di mortai, forti contingenti di  truppe.

L’eroica  resistenza partigiana provoca  numerose  vittime  tra i tedeschi, ma nulla  può contro le preponderanti forze nemiche.

Le  formazioni partigiane si frazionano evitando lo scontro frontale, e si  occultano con oltre 100 prigionieri.

Nel frattempo i tedeschi, dopo aver occupato il capoluogo di Borgotaro, raccolgono 54 ostaggi ( tra i quali l’Arciprete Mons. Carlo Boiardi, poi  vescovo di Massa, e il Commissario Prefettizio ) minacciando d’incendiare distruggere il paese e di uccidere gli  ostaggi, per costringere i partigiani a rilasciare i numerosi tedeschi catturati (2)

Per quanti volessero approfondire la  conoscenza di tale  episodio si segnala la  pubblicazione << Il Triduo della cattività >> tratta del diario di  Monsignor Boiardi edita dall’Ass. <<A. Emmanueli >> nel 1975

Dopo tre giorni, grazie anche alla mediazione di Padre Umberto Bracchi., missionario borgotarese, i partigiani circa 100 prigionieri tedeschi e gli ostaggi vengono così liberati.

Meritano particolare citazione gli episodi accaduti il località Strela – Cereseto e Sidolo nei dintorni del Comune di Compiano e bardi, ove vengono barbaramente uccisi 23 civili tra i quali10 cittadini di Borgotaro, prelevati e trascinati in tali località. Tra di loro due  sacerdoti: Delnevo don Francesco, parroco  di Porcigatone di Borgotaro ed il missionario borgotarese Bracchi Padre  Umberto,

Qust’ultimo  che aveva personalmente  trattato il rilascio dei  prigionieri tedeschi, cui si è accennato, venne barbaramente trucidato davanti al cimitero di Strela.

Dal volune << GUERRA PARTIGIANA >> del Col. Cipriani ( già  citato ),  si stralcia : << Col procedere delle operazioni di rastrellamento condotte sistematicamente con teutonica tenacia, il nemico costituisce forti presidi  in tutta  la zona, batte furiosamente la montagna, anche  nelle zone  più impervie, cercando di incontrarsi  con le  bande ribelli per  eliminar  in modo definitivo. Ma  le  bande sono magicamente sparite. Frazionate in piccoli nuckei, sono ormai inafferrabili. E il nemico si esaspera e interferisce  sulla popolazione, decine di innocenti contadini e montanari, di  ogni età, vengono fucilati.

Parecchi paesi sono incendiati.

Gli  ostaggi vengono catturati a centinaia ed avviati verso i campi di  concentramento, od  oppressi con estenuanti interrogatori e con indescrivibili sevizie >>.

Al termine del  rastrellamento si  debbono contare nella vallata 65 morti civili (15 Borgotaresi ), oltre70  deportati (  30 borgotaresi ); tremila i capi di bestiame razziati ( mille nel  borgotarese).

Tra i  partigiani delle brigate  borgotaresi i morti sono 13.

Dopo un mese di  operazioni infruttuose in zona il nemico ritira il grosso delle truppe e lascia  in zona  i  forti presidi.

Le formazioni partigiane che dopo lo sbandamento iniziale, si erano ricostituite , allorché il grosso del nemico  abbandona la zona,  già sono pronte a riprendere la  lotta. Facendo  tesoro della esperienza del passato, i comandi  delle singole brigate impongono più  solide  basi di disciplina, migliorano i servizi, finché alla fine di agosto 1944, anche inseguito a sollecitazioni del C.N.L. di  Parma, si accordano per costituire un comando superiore di tutte le  forze del Parmense. L’ incontro avviene a Pian del Monte ( Tiedoli) in comune  di Borgo Val di taro e viene eletto il Comando  Unico della Provincia ( il Prof. Achille Pelizzari viene eletto Commissario del Comando Unico Operativo )

Meglio organizzati ed equipaggiati ( numerosi sono i lanci aviotrasportati degli alleati) i partigiani riprendono la  lotta.

6/9/1944 – Un gruppo di sabotatori riesce a danneggiare seriamente il ponte detto << parabolico >> sulla linea  ferroviaria Parma  – la Spezia.

21/9/1944 – attacco al casello ferroviario di Maccagnana. Perdite  nemiche 2 morti 1 ferito, 1 prigioniero.

25/9/1944 – Attacco  ad un presidio tedesco presso la  stazione di Roccamurata ( Comune di Borgo Val di Taro )

Perdite nemiche:5 morti

25/9/1944 – Sulla strada provinciale Borgotaro – Berceto vengono catturati in una imboscata 10 granatieri tedeschi ed altri due vengo feriti nella sparatoria.

29/9/1944 – Attacco  al presidio tedesco di Valmozzola che dopo dura resistenza viene costretto alla resa. Perdite nemiche: 1 morto e 15 prigionieri. Perdite partigiane: 7  feriti. Bottino 1 mitragliatrice Breda da 37.

Dal settembre al dicembre 1944  è tutto un susseguirsi di attacchi e sabotaggi che per ragioni  di spazio non si riportano, ma che  causano numerose  perdite al nemico in uomini e mezzi.

Nel  mese di  dicembre  concentramenti di truppe in pianura, lasciano prevedere operazioni di una certa  importanza.

6/1/1945 – Nonostante l’abbondante nevicata, i tedeschi, preceduti da reparti sciatori, penetrano nella  vallata con un migliaio di uomini.

A Caffaraccia di Borgotaro, in un combattimento svoltosi sotto la tormenta, a diversi gradi sotto zero, i partigiani resistono e mantengono la  posizione dalle 11  fino all’imbrunire,abbandonando poi, in seguito al sopraggiungere di un’altra colonna nemica, la zona. Perdite nemiche4 morti e 8  feriti. Perdite  partigiane 1 morto e un ferito.

Al passo del Santa Donna, sempre in Comune di Borgotaro, un distaccamento partigiano mentre si  spostava verso Caffaraccia a portare aiuto, veniva  sorpreso nella tormenta e nella nebbia da un reparto sciatori tedeschi e trucidato. Caddero 7  partigiani.

Superate le difficoltà determinate dai rastrellamenti invernali e dall’inclemenza del tempo, riprendono, verso la fine  di febbraio le azioni delle brigate borogotaresi.

28/2/1945 – Nella notte 5  sabotatori, nonostante il freddo intenso, scendo immersi nelle acque del  Taro fino all’altezza del ponte  ferroviario di Borgotaro ed eludono la sorveglianza  delle numerose sentinelle fanno saltare la  pila del ponte stesso.

7/3/1945 – Sette  partigiani fanno irruzione in un albergo di Borogtaro dove stazionano 15 tedeschi intimando loro la resa. Ne segue uno scontro a fuoco nel corso del quale muoiano 2  tedeschi, 2  rimangono feriti e  2 fatti prigionieri.

La  rabbia nemica si sfoga come al solito sugli inermi, L’albergatore viene  fucilato sul posto e l’immobile viene totalmente distrutto con una  carica di  dinamite.

7/3/1945 – Attacco  ai  caselli ferroviari n. 69 e 70 sulla ferrovia Parma – La Spezia.

E così  fino 8  aprile data fissata per una azione simultanea di tutte le  forze partigiane della provincia è  tutto un susseguirsi di azioni che disorientano in nemico.

Il Comando Unico Operativo aveva  preparato un vasto piano di  attacco contro tutti i presidi nemici più prossimi al territorio partigiano.

Tali operazioni miravano ad  ottenere un risultato di  notevole  importanza militare e cioè la  totale liberazione della Valle del taro. Le direttrici per dette  operazioni erano contenute in due appositi  ordini del giorno diramati dal C.U.O. a tutte le  Brigate.

A tale  data la consistenza delle Brigate Valtaresi era la seguente

– DIVISIONE  VAL TARO

– Comando di  Divisione n. 13

-1* Brigata Julia n.333

-2* Brigata Julia n.364

– Gruppo Valtaro n.104

– Raggr. Cento Croci n.45

– Brigata Siligato n.220

– Brigata Barbagato n. 181

                                n.1260 uomini

– DIVISIONE  OVEST CISA

– Comando Divisione n. 13

– 1* Brigata Beretta n. 350

– 2* Brigata Beretta n. 507

– 3* Brigata Beretta n. 266

                               n. 10156 uomini

– POLIZIA OVEST CISA n. 178 uomini

                            Totale n.2594 uomini

Lo schieramento è  quello che risulta dalla cartina  tratta dal già citato  volume del Col, Cipriani.

Dagli  ordini del giorno citati appaiano i compiti assegnati alle varie  Brigate in particolare alle formazioni borgotaresi vengono assegnati i seguenti

– 1* Brigata Julia e Gruppo Valtaro. Attaccheranno e occuperanno Borgotaro e Ostia Parmense:

– 2* Brigata Julia: Attaccherà Berceto:

– Div. Ovest Cisa ( Brigata Beretta ): Attaccherà il presidio del Passo della Cisa, nonché quelli lungo il tronco ferroviario Pontremoli – Guinadi. Eseguirà altresì un’ azione dimostrativa contro il presidio di  Pontremoli.

Sbarrerà inoltre la strada della Cisa da Pontremoli al Passo,bloccherà la  galleria ( accesso sud 9:

– Brigata Barbagato e Siligato sbarreranno il  Passo del Bocco.

All’alba dell’ 8 aprile le brigate con azione simultanea passano all’attacco di  tutti i presidi della valle del Taro e della zona di Pontremoli.

La 1* Brigata Julia attacca il presidio tedesco di  Borg Val di Taro e tutti i caselli ferroviari da Borgotaro a Ostia.

La reazione nemica è ovunque vivacissima.

A Borgotaro i due  nuclei tedeschi per complessivi 150 uomini, si  rinserrano uno a  palazzo –  fortezza Ostacchini e l’altro presso la stazione, oppongono un’accurata resistenza, con largo impiego di armi automatiche e bombe a mano.

Il combattimento si trascina  per tutta la giornata, ma il nemico non si arrende.

All’alba del giorno successivo il nucleo sabotatori, rinnovando il tentativo già effettuato  il giorno precedente, riesce a collocare un forte quantitativo di esplosivo sotto il fabbricato.

Dopo l’esplosione  viene dato l’assalto. Alcuni tedeschi escono sventolando la bandiera  bianca, ma dalle finestre esplodono nuove  raffiche, ma finalmente alle 9 l’intero presidio si  arrende. Poco dopo anche il presidio che si  trova presso la stazione capitola.

Resistono ancora i presidi nei caselli ferroviari 60 e 61, fino a quando un colpo di bazooka distrugge l’intero casello e i difensori si arrendono.

Contemporaneamente la squadra sabotatori  entra nella  galleria del Borogallo e cattura alcuni soldati tedeschi che  vi  avevano cercato scampo.

Perdite  nemiche: 5 morti, 5  feriti e 124 prigionieri ( tra i quali 2 ufficiali e 24 sottoufficiali  ).

Bottino: 4 mitragliatrici, 8 fucili mitragliatori, 73  armi individuali, un autocarro, munizioni e equipaggiamento.

Nella  galleria del Borgallo ( lunga Km7 )  vengono trovati 2 treni merci carichi d’armi e munizioni, 900 quintali di esplosivo e notevoli quantitativi di  viveri e materiale  vario.

Perdite partigiane: 1 morto. Quattro feriti tra i civili che  hanno partecipato ai  combattimento.

La BRIGATA SILIGATO, con elementi della BARBAGATO attaccano il presidio di Ostia Parmense di Borgotaro..

Il Combattimento è durissimo e dura 15 ore, finalmente il presidio si  arrende e vengono catturati 50 prigionieri e abbondante bottino.

Perdite partigiane: 1 morto (medaglia d’Oro alla memoria Susani Giorgio ), 5  feriti.

Nello stesso giorno un reparto nemico, proveniente da Berceto. Destinato a soccorrere il presidio di Ostia, viene completamente eliminato dalla 2* Brigata Julia e dal Gruppo Val taro.

Sempre  l’ 8 aprile la 2* BRIGATA JULIA ed il GRUPPO VALTARO attaccano il presidio di  Roccamurata e i caselli ferroviari tra Ostia e Ghiare di Berceto. Tutti i presidi cadono nella giornata,

Perdite  nemiche: 7 morti e 145 prigionieri.

Le  3 BRIGATE BERETTA ( Divisione Cisa ) attaccano  il presidio di Guinadi e tutti quelli dislocati lungo la  ferrovia Parma – La Spezia nel tratto tra Pontremoli e Guinadi.

I giornata il presidio di Guinadi e tutti i caselli, benché minati nella zona circostante, vengono espugnati, grazie anche al concorso di audaci sabotatori che riescono a far brillare alcune  cariche esplosive..

Perdite nemiche: 32 morti e 23 prigionieri.

Perdite partigiane: 3 morti e 2  feriti.

Nello stesso giorno, come da  ordini la 2* Beretta impegna, in azione  dimostrativa, il forte  presidio di Pontremoli ed il giorno successivo si scontra con ina  colonna tedesca  presso Casa Corvi, distruggendo 2 autocarri e catturando ingenti quantitativi di  viveri che  vengono distribuiti alla popolazione.

In definitiva nei primi tre giorni della  offensiva partigiana i risultati superano le  più ottimistiche previsioni.

La liberazione della  Valle del Taro è un fatto compiuto.

Liberata la valle il C:U.O.  si preoccupava    di  attuare uno schieramento di  sicurezza, in previsione di violente reazioni dei tedeschi.

La Divisione Val Taro ( Brigata 1° e 2* Julia e Gruppo Val Taro sorveglierà la  provenienza  da Berceto  e dalla Cisa.

La Divisione  Cisa ( Brigata Beretta )controlla la  provenienza dalla Cisa nel tratto del passo a Pontremoli e le brigate Siligato e barbagato si dislocano a sbarramento sul passo del Cento Croci.

Nei giorni 11 e 12  aprile il nemico effettua forti puntate nel Pontremolese. Respinte dalle brigate Beretta.

Il giorno 19 aprile  un’ ulteriore puntata  di  oltre 400 uomini sostenuti da artiglierie, costringono le Brigata Beretta ad un ripiegamento, ma il giorno dopo  le stesse contrattaccano rioccupando le posizioni iniziali. Il nemico abbandona la lotta e lascia sul campo  40 morti.

Tra i partigiani i  morti sono  7.

Il giorno 22  aprile a Roccaprebalza la2 * Brigata Julia preleva 36  russi con una mitragliatrice da 20mm., un mortaio da 80, tre automezzi e 2  motociclette. Nei giorni successivi i russi combattono  con i partigiani.

Intanto ingenti forze  nemiche che defluiscono dalla Cisa verso la  pianura non potendo sfociare sulla  Via Emilia,  si vanno concentrando nella  zona di Fornovo Taro con l’intezione di  raggiungere il PO.

Il comando Unico Operativo intuisce la manovra ed atta  uno schieramento di 1.550 uomini impiegando diverse brigate della Provincia tra i quali le Borgotaresi Barbagato e Siligato.

Queste  ultime abbandonano il passo del Cento Croci compiendo in due giorni una marcia di 100Km.

Con i partigiani opererà in questa azione anche un battaglione brasiliano con artiglieria.

Intanto la 2* Julia e il gruppo Valtaro cercano di  occupare il munito  presidio di Berceto. La reazione  nemica è violentissima il comando  tedesco chiede di parlamentare: le  trattative si  protraggono fino a notte senza risultato. Il giorno 28 Aprile si  rinnova l’attacco e questa volta  Berceto capitola.

A Pontremoli il forte  presidio viene attaccato dalle Brigate Beretta, ne  frattempo sopraggiungono le avanguardie alleate che  entrano in città con i  partigiani.

A Fornovo dopo vari tentativi di  rompere l’accerchiamento si  arrendono circa 20.000 tra tedeschi e fascisti.

La gioia  per la riconquista della libertà è  offuscata dal contributo di sangue, forse  troppo alto, di Borgotaro.

Una  comunità situata  sulle sponde  del Taro, tra il verde della Valle, ove  il tempo, a volte sembra  fermarsi o  scorrere  lento.

Il turbine della  guerra vi è giunto improvviso e brutale.

La  breve stagione di notorietà è finita.

I Borgotaresi ricordano i  loro  morti:  sul colle, nel  cimitero si costruisce un sacrario ai  caduti  per la  libertà, un’edicola funeraria accoglie  parte delle  25 vittime dei  bombardamenti, sui passi sorgono cippi a ricordare il sacrificio di  giovani vite.

Si ricostruisce e il tempo ritorna  a scorrere lento.

Come  prima.

Motivazione

COMUNE DI BORGO VAL DI TARO (Parma)

<< Culla della Resistenza dell’Alta Val Taro e polo di attrazione di perseguitati politiche antifascisti, con le sue  valorose formazioni conquistava  la  libertà, fin dal giugno 1944,oò <<Territorio Libero della Valle  Taro >>, più volte attaccato , si  difendeva opponendo agli spietati rastrellamenti il valore e il sacrificio di  centinaia di combattenti e civili.

 Martoriato da  rappresaglie e  da ripetute  incursioni aereee, riprendeva  la  lotta con le  sue Brigate, costituendo base  per interdizione al  importanti vie di  comunicazione stradali e ferroviarie del nemico a ridosso  della linea gotica. In dura,  sanguinosa  lotta, di  nuovo si liberava da giogo  straniero con il generoso tributo di  valore e di  sangue dei suoi figli, offerto dalla causa della  libertà.

– febbraio 44 – aprile 1945 >>

La motivazione a  lato, è stata allegata alla documentazione così  come espressamente richiesto dalle disposizioni di legge.

Associazione Ribeche Valtaresi “ A.  Emmanueli “

QUADERNI VALTARESI  N.  9 – APRILE 1977

Avatar di Sconosciuto

Autore: 4345Resistenza in Valtaro Val Ceno

Libri giornali interviste canti foto della Resistenza in Valtaro Val Ceno ANPI ALPI APC

Lascia un commento