Intervista a Brindani Montevacà, Lodi Obbiettivo Libertà 13- giugno 1984

BRINDANI (episodio di Montevacà)

Italo: erano guidati da alcuni tedeschi?

Brindani: molti tedeschi.

Italo:  ah, molti erano tedeschi, e complessivamente quanti si può pensare che fossero?

Brindani: una corriera completa;

Italo:  bene, come numero?

Brindani: : 40 o 50 persone

Italo:  perché avevano una corriera e poi anche delle …..qualche automezzo…..

Brindani: :  qualche automezzo piccolo. Però la sorpresa è mancata quanto che chi guidava la corriere. era uno di quelli che abitavano li … in zona, a Molino dell’Anzola…. poi quelli erano a conoscenza che sarebbe stata attaccata la corriera… per cui la corriera si è fermata alle case prima. Sono risaliti a piedi, mancando questo tratto che dall’arrivo della corriera come era da tutti preventivato tanto è vero che lo stesso Pelizzoni era già in mezzo alla strada… e noi lo abbiamo richiamato.

Ciò ha fatto si che tutti coloro che avevano già il loro compito, poi anziché sparare, che loro erano i primi là … si sono lasciati un pò … si sono disgregati ecc. ecc.

Poi li ci sono state le prime sparatorie, poi i tedeschi sono riusciti ad arrivare a una casa cantoniera che c’era li, e li, ben riparati, hanno cominciato a sparare anche verso i boschi dove io ero e vicino proprio a quel Ruggeri che poi è stato ucciso.

Italo:  e Ruggeri come è stato ucciso?

Brindani: :  beh, io lo avevo dietro, non potrei dire, ma lui ha preso qualche pallottola… poi si lamentava… mamma….. mamma…, muoio ecc. Lui era ferito, mi sono girato, ma io ero bene riparato dietro un sasso; mi sono girato per andare vicino a lui e ho preso la pallottola nella coscia, qui nella gamba, si, il polpaccio della gamba, è uscita nel ginocchio;

Italo:  si era detto questa mattina che qualcuno voleva aiutarti e tu gli hai detto di salvarsi loro, con gesto assolutamente altruistico…

Brindani: :  beh,  ma dopo, questo avveniva dopo, quando mi sono accorto che io ero ferito, … lì per lì non me ne ero neanche accorto. Vedevo sangue e allora mi ha preso Gek e co… poi quando siamo arrivati sul viottolo che portava a Tasola, allora ci ho detto: voi ve ne andate che io cercherò di salvarmi per mio conto, che meno sei e più è facile l’occultamento. Voi potete camminare. Io mi libero poi del mitra… lo metto in una siepe e vado….

Italo:  in questo attacco, dunque chi c’era di quelli che poi sono venuti a finire nella 1ª Julia, c’era anche  Gek ?         

Brindani:  Gek senz’altro, c’era anche Bassani (Sam), c’era Pelizzoni, Benci, Plezzo, …

Italo: Nello?

Brindani:  ci sarà stato, non so, adesso lo conosco di più di allora. .. allora era molto più giovane di me; invece che era rimasto impresso era stato il fatto che mancava Dragotte.

Italo:  era da parte vostra stato previsto che potessero arrivare i tedeschi anche da altra parte, per cui avevate appostato diverse squadre, più di una

Brindani:  no, no, era solo questo il passo dove… cioè le squadre erano appostate in questo modo: al valico c’era una squadra che c’erano i Fortunati, perché anche i Fortunati c’erano, c’era Plezzo, che sarebbe stato Gatti; loro venendo sù erano sulla destra dietro al muretto, in sette o otto, ma il grosso era schierato venendo sù da Bedonia sulla sinistra, e la prima squadra era quella di Battaglia, che è stato ferito anche lui; poi l’hanno portato alla grotta dove ero io.

Ma purtroppo si sono ritirati, si sono trovati a mal partito… insomma mancava l’iniziativa. E un altro

che non so se c’era era Corrado Pellacini… non credo però. Ma Corrado si, è venuto dopo… che Corrado era ­uno di quelli che … non si sarebbe tirato indietro… lui è temprato nel senso militaresco.

Italo: ma in due libri io ho visto scritto e in un certo senso lo aveva anche confermato Dragotte stamattina, sia pure  modificando un po’… che da parte dei partigiani si erano predisposte diverse squadre perché c’era il dubbio che arrivassero da una strada o da un’altra, non si immaginava con certezza da dove dovessero salire, allora per essere in ogni caso in condizione di contrattaccare, avevano appostato delle squadre anche altrove, il che avrebbe creato anche, dico io, la dispersione di uomini che poi al momento giusto dovevano intervenire;

Brindani:  per mio conto non è esatto

Italo:    c’era scritto, almeno in questi libri, e, per non mancare l’occasione, le parole sono mie, ma la sostanza è questa: i partigiani vanno a tendere i nazi-fascisti sui vari percorsi da cui potrebbero provenire perciò essi suddividono le formazioni in 3 squadre che vanno ad appostarsi in altrettante posizioni strategiche lun­go le due mulattiere del Segalino, sulla strada comunale per Montarsiccio, lungo la strada che dal bedoniese passa nella Val Ceno e al valico di Montevacà; e qui i partigiani appostano una squadra di 18 uomini sul ciglio del bosco che sovrasta il passo e un’altra di una dozzina di uomini sulla curva stradale, subito al di sotto del passo, nell’intento di intercalare fra due fuochi gli eventuali aggressori;

Brindani:  cioè il caso è proprio quello di dire come la corriera arriva e sorpassa il passo, il fuoco era dietro e davanti, ecco era quello

Italo:    era una previsione un po’ ingenua, perché se era evidente che loro venivan sù per ….

Brindani:  ma ti dico già che era forse stata prevista malamente, in  questo senso, cioè era troppo facile noi nella nostra….il primo combattimento che si andava, come direi… l’entusiasmo, la baldanza, si pensava proprio….dicono: loro vengono….. dovevano arrivare a Molino dell’Anzola per cui, … loro la informazione era che loro con la corriera dovevano arrivare a Molino dell’Anzola. Di modo che invece si era deciso di andarci incontro per attirarli in trappola. Loro dovevano camminare tranquilli, loro non sapevano che eravamo appostati lì, è ­venuta dopo quella faccenda lì.

Italo:    ma loro perché avevano preso una corriera privata per venire sù, non avevano i propri mezzi?

Brindani:  hanno preso la corriera privata perché si vede che non avevano abbastanza … perché c’erano anche diversi fascisti con loro ma … in modo che, voglio dire che si era cercato andando ci incontro di creare una sorpresa; tutte le cose si vedono allo stato pensato e predisposto; per esempio l’autista stesso era proprio al corrente che addirittura ci andavamo incontro, e allora… o avrà parlato o si sarà lasciato sfuggire qualche parola che i tedeschi prima del passo… devono essere 150 metri prima, alle prime case si sono fermati e sono venuti sù così, escluso le macchine piccole, che sono venuti sù con le macchine

Italo:  ma come faceva l’autista a sapere che voi preparate….

Brindani:   ma sapevano tutto, tutti parlavano lì, ecco come è stato;

Italo:  e voi eravate stati avvertiti per telefono, mi sembra che abbia detto Dragotte oggi, cioè per telefono …

Brindani:   forse Dragotte lo saprà preciso, forse per telefono. Comunque si sapeva che la corriera di militi e tedeschi dovevano arrivare all’Anzola. Allora cosa succede, siccome eravamo ai primi tempi, pensavano che noi non eravamo ancora organizzati, questi qui volevano creare una sorpresa. Allora noi, pure in pochi e inesperti……. inesperti… beh, venivamo tutti dalla guerra, cioè e allora abbiamo detto: noi a loro ci prepariamo una imboscata prima di Montevacà, non pensando che invece….il guaio è stato anche che forse mancava chi doveva comandare… ­

Italo:   e poi dopo sono intervenuti …

Brindani:   dopo il ripiegamento dei nostri, sono stati chiamati dei rinforzi di altri, cioè di Bill, di quelli di Bedonia ecc. e qualcuno anzi dicono che fosse anche quel Pino che è stato morto durante un rastrellamento e che forse sarà anche quello che ha ucciso il povero Cosimo …. gridando: Squadra destra… squadra sinistra… qui e là, … ai tedeschi ha dato l’impressione di essere in molti…. sono arrivati … e i tedeschi sono andati in ritirata.

Io quando ho visto la ritirata dei tedeschi che ero in una posizione un po’ ambigua, meno male che loro non si sono mai girati, sono passato in un altro ruscello cioè un piccolo rigagnolo che affluiva in quel ruscello dov’ero io, per nascondermi.

Quando tutto è stato calmo allora ho chiamato loro lassù… anche dire che ero “Libero”, non mi conoscevano, perché era da pochi giorni che… sarà stato neanche un mese.

Italo:   io mi ricordo quando sono venuto nei partigiani nel maggio del 44, perché io stavo a Cremona con la famiglia, almeno mi ero nascosto la per via dei fascisti, a Cremona non c’era montagne, non c’erano partigiani, non sapevo… era da tempo che volevo venire sù, ma non sapevo… non avevo nessun aggancio; poi avevo letto sul giornale che c’era stato un attacco qui nella zona di Ostia, e allora io sono venuto su, dato che la mia famiglia conosceva Forni, altri e mi hanno procurato loro di andare sù al Molinatico. E la sera che sono arrivato sono andato a dormire all’Appennino. Ho dormito  su un divano perché non avevano letti disponibili e mi ricordo che i tuoi famigliari, che sapevano che andavo nei partigiani, anche loro mi hanno detto che anche loro avevano un figlio che è stato ferito in un combattimento.

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Autore: 4345Resistenza in Valtaro Val Ceno

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