
GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO
Presso la sede del Coniando Unico Operativo della Provincia di Parma Ovest Cisa N. 2
Lunedì 9 aprile 1945 Ieri e oggi
Otto mesi di silenzio sono pochi a confronto all’eternità, ma sarebbero troppi, se insieme con le lingue si fossero riposate anche le nostre mani . Fortunatamente se il giornale taceva, le mani operavano: e dallo scorso luglio a oggi, dopo tre rastrellamenti, dopo la tragedia di BOSCO, dopo tante vicende luttuose, luminose, malinconiche e gioiose, i Volontari della Libertà, più fieri, più risoluti, più forti che mai, sono tutti in prima linea, attendono tutti con fede intatta, con animo saldo, l’ultima battaglia, la vittoria definitiva.
Il giorno stesso in cui, nello scorso luglio, il primo numero di questo giornale andava a ruba per le strade delle nostre città, colonne tedesche, provenienti da tutti i punti cardinali, iniziavano quello che fu il più sanguinoso, il più feroce, il più abominevole rastrellamento col quale il tedesco si sia disonorato in Italia. O case di Cereseto, di Strela, di Bruschi, di Setterone di Strepeto. di Bergotto, di Lozzola, bruciate per vandalica fida di distruzione, le vostre mura guardano ancora con cave occhiaie le vallate rifiorenti, mostrano sulle pareti superstiti le tracce della rabbia germanica; o morti inermi e innocenti, vecchi, donne, bambini, gente di lavoro, di pace, di giochi puerili, assassinata senza ragione, per il sadico piacere di spargere sangue umano e di pascersi di spettacoli orrendi, ancora di sotto le zolle dei cimiteri dove vi compose (nolenti i bruti che vi soppressero) la pietà dei sopravvissuti, ancora i vostri corpi straziati gridano vendetta a Dio e a noi.
E vendetta avrete: quella che i vostri carnefici hanno voluta, meritata, quella essi si sono comprata con lo stupido orgoglio, con la bestialità grossolana che è loro caratteristica. La avrete, più e meglio che dalle città tedesche devastate e, dalle folle tedesche e inebetite di terrore e d’orrore, assai meglio e più . dalla vanità tedesca che oggi piega le ginocchia a terra dalla superbia tedesca che oggi curva la stolida cervice sotto il pugno del vincitore, dalle mani , tedesche che vedono disfatta dal diritto la violenza, che vedono crollare sotto la forza del vindice ai popoli liberi e fino a ieri inermi la loro melensa certezza di supremazia mondiale e sotto lo splendido sole della civiltà cristiana gli sciocchi miti del loro fumoso Olimpo barbarico. Frattanto presaghi dell’imminente castigo, i lupi, le lupe, e i lupachiotti da ogni parte d’Italia cresciuti e raccolti nella Valle del Po, salgono attraverso i ponti alti, cercando invano, in tanto giro d’orizzonte, tra il fiume e le Alpi, il valico dello scampo. E, già moribondi, ancora tentano di azzannare, impotenti e crudeli, sanguinari e vigliacchi, nelle luride rappresaglie la gran madre Italia: essi, già scacciati dalla nostra convivenza, nemici di ieri, di oggi, di sempre, estranei alla famiglia, esuli nella patria, fuorusciti dell’umanità
Quante vicende, da quel luglio assolato e sanguinoso a questo aprile già rorido di vittoria e di pace! Per questo nostro esercito che si appresta all’ultima battaglia, quante battaglie e quante sofferenze, ma anche quanta forza e quanta sempre rinascente e crescente speranza nei cuori. Attraverso tre rastrellamenti, rinnovando il mito di Anteo, i Volontari dell’ Appennino tre volte risorsero, sempre più forti meglio ordinati. Dalle cinque o sei brigate sparpagliate e autonome del Luglio alle nove brigate del settembre, alle diciotto brigate del marzo; dall’ abbigliamento e dall’armamento disuguale e scomposto di allora alla seria dignità delle divise, dall’abbondanza delle armi e delle munizioni che oggi ci fanno più forti dei tedeschi e dei fascisti; dallo spirito di spavalda autonomia di una volta alla volontaria conquista del Comando Unico, della disciplina unitaria, al blocco che unisce in un solo volere gli entusiasmi, le giovanili esuberanze, le fedi diverse di tante migliaia di combattenti, e a tutti assegna una sola meta, La libertà, e a tutti pone sulle labbra e nel cuore una sola parola. Italia!
E quante battaglie, di giorno e di notte, di qua e di là dalle grandi arterie pulsanti di sangue nemico, la via della Cisa, la ferrovia Spezia–Parma, la via Emilia. O lunghe, pazienti attese, nelle forre boscose lei ,fossi nevicati; e assalti inebrianti, a nervi tesi, a cuori picchianti; o lieti ritorni, onusti di spoglie nemiche; o funerali mesti e gloriosi ai compagni perduti sulle vie del doveri e dell’onore. O pena, o furore avvampanti e duramente repressi, pei fratelli torturati e fucilati: o – più alta più grande d’ ogni altra passione – volontà umana e civile, eroico sforzo, per non rispondere, no, mai, con la barbarie alla barbaria, con l’ignominia all’ignominia. Svergognati tedeschi, questa vittoria non avete avuta su di noi: noni ci avete indotti a imitare la vostra obiezione, a gareggiare con la vostre barbarie. Ne questa ne nessun’ altra vittoria, ne aveste ne avrete. E via via che voi precipitate nel baratro della sconfitta, voi e la vostra civiltà di idealistico sadismo, di vino e di sangue, noi, noi giovani, noi, i partigiani, i banditi, i fuorilegge, solleviamo sugli omeri le fortune della nostra Terra, ergiamo nel Sole le armi e Le bandiere, affratelliamo nella mischia le anime, protendiamo verso il domani luminoso e infallibile, le speranze, le volontà, le certezze della Patria risorta.
Aneddoti della guerrig1ia
Una topolino, un camion, quattro tedeschi e un agente della Polizia giudiziaria fascista
La scena si svolge sulla via Emilia, un bel pomeriggio di marzo. Automezzi che vengono, automezzi che vanno sull’asfalto luccicante, dove è così bello scivolate, obliando, nell’ ebbrezza della corsa, le miserie di questa vita di guerra. E cinque maledettissimi volontari, appostati all’angolo di una casa, immersi contemplazione di quel sereno tramonto primaverile
Che è, non è, una giovane topolino, lustra ed elegante, si avanza a rapidi passi e quei cinque ragazzi, si sa, per meglio ammirarla, si fanno in mezzo alla strada, e: <<Alt >> le gridammo vezzosa creatura, fermati un istante, che noi possiamo contemplarti un poco, anzi pochino.
E quella sosta, lievemente ansante: e quattro eleganti personaggi scendono dai soffici sedili. Sul duro asfalto, e si allineano, premurosi e servizievoli, anch’essi, in mezzo alla strada. dando cortesemente le mani in alto.
Noi siamo innocenti borghesi – esclama uno di essi – e viaggiano solamente per ragione di scambi, ossia di pulito commercio. <<Commercianti >> dicono i Volontari, con sommario disprezzo: << andatevene, filate. Per noi non servite a niente. E quelli non se lo fanno ripetere due volte: salgono compostamente, da sollecitazione, anzi velocissimamente.
Rimane il conducente, sbigottito, poverino, e silenzioso. <<E tu? Fuori le carte! » Le carte vengono fuori, pudiche riluttanti nel loro candore, dai recessi del portafogli.
E viene fuori, eziandio, che il conducente è un agente di Polizia Giudiziaria di Parma in borghese, si capisce per ragioni di servizio e di prudenza, ma la parola agente viene dal latino agere che vuol dire, in italiano moderno,
r ………….. fare: onde l’agente giudiziario e notoriamente un malfattore.
<< Un agente fascista, caspita >> grida uno dei cinque ragazzi, leccandosi il posto dove gli uomini pelosi portano i baffi: << caspita, che chiappo ! >> Flebilmente l’autista. Quali tre? Quelli che avete lasciati scappare! >> << Corpo del diavolo gridano tutti assieme i cinque ragazzi che coglioni siamo stati .
Presto .. addosso . . . . chiappiamoli .. >> . Si fa presto a dirle, ma non si fa ugualmente presto a farlo. Che gambe quei fascisti! Lontani lontani, sul grigiore metallico della Via Emilia sembrano tre topolini e anche loro ormaiall’ orizzonte prossimi a perdersi fra cielo e terra.
Oh Dio mio e che facciamo, ora ? Che facciamo? Ci sono scappati tre fascisti dobbiamo chiappare almeno tre tedeschi <<Ci sto . . . ci sto…>> approvano tutti in coro: << ma prima dobbiamo disfarci di questo malfattore!>>. E il malfattore si inginocchia a terra e lucida ancor più, coi, calzoni di buona lana 1’ asfalto della strada; e grida: << Pietà, misericordia buoni partigiani bravi patrioti , siamo tutti italiani…..pietà sono fidanzato, e mi debbo sposare alla fine del mese!>>
E una bruna ,donna incinta, apparsa sull’uscio della casa, grida:<< Non 1’ammazzate 1’ ammazzate, per carità. Aspetto un figlio. Se l’ammazzate abortisco. >> « Echi lo vuole ammazzare? Risponde uno dei cinque. Siamo mica tedeschi noi e nemmeno servi di Mussolini……Orsù, vuoi farla franca, te, specie di poltrone? >> << Sì, oh, sì mi debbo sposare Lo sappiamo . alla fine del mese…..
Ebbene, se proprio ti vuoi sposare, tò. ecco un mitra piantati qui, e fermarci il primo camion tedesco, che capita da queste parti. >> E l’altro afferra il mitra, se lo nasconde dietro il dorso, e si pianta sul margine della Via Emilia. Ed ecco una macchina, con due borghesi a bordo ed ecco quello, che, tramutatosi spontaneamente in regolatore del traffico, agita la mano sinistra ( perché la destra ha da fare a tergo), e fa segno che vadano, che vadano.
E una, e due, e tre .. ma ecco un camion, un bel camion possente e ruggente, il re della strada, che si avanza a gran passi: e sopra tanti bei pezzi di macchinario, e sopra ancora quattro bei tedeschi placidi e rubizzi. E dall’angolo della casa una voce grida: << Oi, ecco il momento, fa il tuo dovere!>> E l’agente della polizia giudiziaria fascista si pianta in mezzo alla strada, e punta il mitra e grida, si lui, proprio lui, con la più fiera voce mussoliniana, e col più fiero cipiglio romano:
<< Alta, alt .. o sparo!>> e il camion si ferma; e i quattro tedeschi scendono a terra; i cinque ragazzi saltati fuori, e due ore dopo in una città della nostra zona entravano trionfalmente la topolino, il camion, i quattro tedeschi, l’agente della Polizia giudiziaria, e cinque ragazzi, e tutti ridevano come matti: ma i tedeschi ridevano verde.
MANI IN ALTO!
Sul cammino della rinascita della nostra Patria troviamo schierata la parte migliore del popolo italiano. Schierata in armi, con quelle armi che non ha potuto impugnare nel passato per liberarsi dalla barbaria fascista che impugna ora nella lotta cruenta , per scacciare dal sacro suolo della Patria il barbaro nazista; e per cancellare dalle coscienze degli italiani obbrobrio morale del fascismo: per eliminare radicalmente dalla vita nazionale il grasso ciarpame fisico dei fascisti colle loro organizzazioni, strumenti di schiavitù. I gloriosi eserciti delle Nazioni Unite, stringono da Occidente e da Oriente, sempre più alla gola,, la banda nazista. La Germania, orgogliosa terra di semibarbari conquistatori al servizio di una cricca reazionaria mascherata dal nazismo, infatuata dal mito della razza superiore e dalla barbara teoria del sangue, inorgoglita da una torbida filosofia e da un fosco romanticismo, agonizza.
Dietro la maschera allucinata di quel tragico strumento d’espansione imperialistica che fu Hitler, la cricca reazionaria tedesca, nemica del popolo e della libertà, aveva, ancora una volta, scatenata la sua guerra di conquista per la monopolizzazione dell’ Europa e del Mondo , perdistruggere la libertà nazionale di tutti i popoli d’ Europa. Questi briganti, che hanno portato la barbarie, la morte e la desolazione in quasi tutta l’Europa ora agonizzano in un crepuscolo di semidei bestiali e barbari.
Un forte lezzo acre di obbrobrio morale, si alza dalle rovine fumanti della Germania in fiamme; e sullo sfondo di un cielo di catastrofe che sovrasta l’ultimo rifugio dei briganti nazisti, si intravedono innumerevoli, e ordite, a dita spalancate, in aria le mani insanguinate dei boia delle S.S.. della Gestapo delle S.D. di Hitler a Kesselring. Mani il alto! A questo grido di tutta l’umanità ormai libera dal giogo nazi-fascista, le mani insanguinate di tutti i criminali di guerra, dei massacratori di innocenti, dei seviziati i scientifici, si levano in alto. La giustizia degli uomini che hanno saputo dare ad altri, e conquistare per se stessi la Libertà, li raggiungerà inesorabile e radicale. Nessuna pietà!
II
L’ orgogliosa Germania sta così per cedere in un crepuscolo di ignominia. Trascina con se gli ultimi relitti di quel fascismo che, espressione delle vecchie cricche dirigenti reazionarie, ha gettato nell’ abisso l’ Italia. Tre grandi complessi nazionali l’ Inglese, il russo, 1’ americano, lottano uniti per la liberazione del mondo dal giogo nazi-fascista. Uniti da un comune ideale di libertà, stretti da una superiore necessità pratica di lotta. Solo nell’ unità di sforzi dei tre -grandi complessi nazionali, l’ umanità va liberandosi dal giogo nazi-fascista. –
L’ UNITA! Ecco lo strumento più efficace che ha dato ai popoli la garanzia più forte e migliore per una riuscita vittoriosa della lotta di liberazione in campo internazionale. Le tre più grandi Democrazie del mondo la Democrazia socialista dell’ URSS, le Democrazie borghesi, ing1ese e americana, divise da interessi di carattere ideologico, sono, in questo momento storico, unite da una suprema necessità comune, dall’ interesse comune di preservare a se stesse e a tutti i popoli la libertà nazionale e colla libertà nazionale gli interessi nazionali.I tre grandi popoli, paladini di un solo riscatto, marciano uniti e compatti, capeggiando questa guerra, che, con l’ intervento dell’ URSS, ha assunto un chiaro e benevolo volto democratico.
Nell’ UNITÀ la VITTORIA!
Se l’ unità delle forze è la chiave di volta che regge la vittoria delle Nazioni Unite in campo internazionale, l’ UNITÀ è pure la chiave di volta che potenzia .e regge la vittoria sul nazi-fascismo in seno alle singole nazionalità. Nella nostra lotta di liberazione nazionale, lotta aspra e violenta, fiorita di eroismo di alto spirito di sacrificio, di consapevolezza politica, di capacità tecnica, l’ UNITÀ delle forze popolari è stata ed è la spina dorsale, l’ impalcatura, che regge e coordina tutte le nostre forze, che le porta ad una maggior compattezza ed efficienza combattiva. L’ UNITA è il segreto della nostra vittoria; è presupposto indispensabile su cui poggia la nostra guerra di liberazione nazionale, la ricostruzione della Patria.
Tutti uniti, al disopra di qualsiasi ideologia politica e religiosa Liberali. Comunisti, Democristiani, Socialisti. del Partito d’ Azione, per la liberazione dell’ Italia; nelle file combattenti che il popolo -italiano ha saputo organizzare per virtù dei suoi figli migliori ; nei GAP, pelle SAP, nelle Brigate dei Volontari, della libertà della montagna! In unione alle forze propulsive della classe operaia italiana, facciamo blocco per condurre con sempre maggiore irruenza questa nostra sacra guerra di liberazione nazionale che darà al popolo italiano, attraverso il riscatto dal nazi-fascismo, una nuova dignità nazionale, nuove coscienze politiche e la Democrazia Progressiva.
Togliatti ha scritto « La nostra strada è chiaramente tracciata davanti a noi. Noi impegniamo tutte le nostre forze per la liberazione e per il rinnovamento del Paese e l’ arma principale che offriamo alla classe operaia; a e al popolo per condurre vittoriosamente questa azione, è quella dell’ UNITÀ >>
GIORGIO
Il 23 marzo è caduto pressi di Noceto il patriota Giorgio ( Nello Ossiprandi) vittima di una delle innumerevoli feroci rappresaglie delle famigerate brigate nere.
Tutti lo conobbero, lo amarono e lo stimarono attraverso la sua diuturna, tenace ed entusiasta attività di patriota. Buttatosi, fin dal lontano settembre 1943 con tutta la foga della sua esuberante giovinezza nel movimento patriottico, venne arrestato il giorno di S. Stefano dalla polizia fascista in seguito al vittorioso combattimento di Osacca e tradotto nelle carceri di Parma. Il suo coraggio, la sua fede e la sua indomita fierezza resero inutili i più raffinati mezzi di tortura messi in atto dai carnefici di piazzale S. Fiora. Passarono i mesi ed a maggio, durante un bombardamento aereo, fuggì dalle carceri e, tornato ai suoi monti, fu eletto, dopo pochi giorni, comandante del Btg. Copelli. Divenne in breve tempo un pilastro ed un animatore instancabile della nostra dura lotta; coraggioso e forte fu di sprone e di esempio per tutti e rivelò non comuni doti di organizzatore come intendente prima e come vicecomandante della 31° Brigata Garibaldi poi.
L’ ultima volta io lo vidi la sera del 6 gennaio; c’ era molta neve, faceva freddo e quel giorno incominciò il rastrellamento. E chi come me ha visto Giorgio quella notte non può dimenticarlo. Un sorriso da fanciullo ed un corpo forte come un tronco secolare. Nel turbinio della bufera la sua parola calma e sonora dava ai compagni ordini e consigli: non un turbamento non un dubbio. E venne il momento di separarci: come all’ inizio del rastrellamento di luglio ci salutammo entrambi commossi e ci abbracciammo augurandoci un arrivederci presto. Non sei stato fortunato quanto me, mio povero carissimo amico, poiché avverse circostanze ti fecero cadere nelle mani dei nostri nemici. Ed anche nel momento supremo tu non ti sei smarrito poiché contro gli insulti e le sevizie di quei barbari si eresse fiero ed indomabile il tuo spirito ribelle per gridare a quei bruti il tuo odio e il tuo disprezzo.
Esei caduto da eroe!
L’ attività Operativa dei volontari della Libertà
Nel territorio libero delle Valli del Taro e del Ceno
Durante il marzo 1944
UN MESE DI ATTIVITÀ GUERRIERA SULLE NOSTRE MONTAGNE
Avremmo voluto tessere, sia pure in forma stenografica se non la storia, almeno la cronaca dell’attività guerriera dei nostri Volontari su questi monti dei quali ogni metro attesta ormai e ricorda l’ardimento e la , gloria. Dobbiamo rinunciare, perché a ciò non basterebbe nonché una pagina, ma vari numeri del nostro giornale. Altri, e un altro luogo, farà ciò, senza dubbio, e narrerà, col debito colore e colla commozione della vita e della battaglia combattuta la fiera e luminosa storia delle nostre formazioni. Noi qui ci limitiamo ad uno schematico elenco di fatti, anzi ad un pure indice di quello che le nostre formazioni hanno operato dal primo al ventotto marzo scorso. La fantasia di chi legge, e più ancora che la fantasia, il sentimento supplisca alla nuda e scheletrica forma che adottiamo: riviva le marce notturne le febbrili attese, i lunghi agguati e i leonini assalti; e riveda. sopratutto i tedeschi in fuga e i fascisti in rotta come li hanno visti, coi loro occhi di vent’anni, i Combattenti della Libertà![Componente di FrontPage Salva risultati]
1 Marzo – Una pattuglia della 12 Brigata Garibaldi fa saltare un ponte sulla strada nazionale della Cisa a sud di Berceto.
2 Marzo – Uomini della Brigata Julia prelevano quattro alpini dell’esercito fascista con 5 fucili e munizioni in località di S.S. Annunziata.–In prossimità di Vignola ( Pontremoli ) uomini della 1 Brigata Beretta danneggiano una locomotiva, e provocano due morti e sette feriti della scorta
3 Marzo -In uno scontro fra una pattuglia della 12 Garibaldi ed una tedesca presso Castel Graiana, alcuni tedeschi rimangono feriti. –Elementi della 2 Brigata Beretta attaccano presso la stazione di Migliarina un pattugliane di nazifascisti, facendo due morti e parecchi feriti. – Attacco in forza della 1 Beretta su Pontremoli. L’attacco produce gravi danni ad accantonamenti e magazzini tedeschi colpiti da proiettili di Bazuke e mortai. Vengono fatti inoltre morti e feriti imprecisati. I patrioti lamentano tre feriti leggeri.
4 Marzo – Squadre della 2 Julia in un attacco al presidio tedesco di Mostarolo, distruggono due mitragliere da 20 mm ed una mitragliatrice Breda 37. perdite nemiche: tre morti.
5 Marzo – Uomini della 1 Brigata Julia salvano da cattura, l’equipaggio di un aereo alleato in Val Baganza. Dall’ apparecchio vengono recuperate: due mitragliatrici pesanti ed una mitragliera da 20 mm.
6Marzo – Elementi della 1 Beretta attaccano due autocarri tedeschi, trasportanti truppe, presso Pontremoli. L’attacco causa la distruzione dei due automezzi e la morte di parecchi tedeschi. -Cinque uomini della 1 Beretta attaccano a Pieve di Pontremoli dieci militari tedeschi e fascisti. Perdite nemiche: un morto e tre feriti. – Sulla strada nazionale della Cisa presso Terrarossa, patrioti del distaccamento della 1 Julia attaccano una macchina tedesca, che viene distrutta. Perdite nemiche: tre morti, fra cui Ufficiali Superiori. – Patrioti della 2 Julia attaccano una autocolonna sulla strada nazionale della Cisa, nel tratto Berceto – Cisa, distruggendo tre grossi autocarri, e facendo quattro morti e vari feriti.
7 Marzo – Patrioti della 1 Beretta attaccano i caselli n. 69 e 7° sulla ferrovia Parma – La Spezia, provocando la distruzione di soldati nemici. – sulla strada della Cisa da parte della 1 Brigata Julia vengono distrutti due autocarri tedeschi. –un guardafili tedesco. – patrioti della Brigata Pablo attaccano una pattuglia di quattordici bersaglieri nella zona pedemontana. Perdite nemiche. Cinque morti e quattro feriti.. – Durante la notte quindici patrioti della 3 Brigata Julia penetrano nel paese di Basilicanova, e, dopo aver eluso la sorveglianza della sentinella, fanno saltare la locale caserma della Brigata nera, contenente 80 militi. La caserma crolla quasi completamente e dalle macerie vengono più tardi estratti 24 morti e 32 feriti.
8 Marzo -Una squadra del Battaglione Pontremolese(1 Beretta) attacca Valdaltena una colonna di salmerie diretta al Passo del Cirone. Dopo breve combattimento vengono fatti prigionieri otto uomini dei trenta di scorta, mentre altri tre rimangono feriti; catturati inoltre tutti i muli ( dodici ) carichi di munizioni.- Nelle vicinanze di Montelungo ( Pontremoli ) patrioti della 1 Julia attaccano una moto carrozzata. Perdite nemiche: un morto ( capitano della San Marco). Un patriota ferito viene fatto prigioniero.
10 Marzo -Patrioti della 2 Beretta sabotano la linea telefonica collegante i comandi tedeschi di Pontremoli con Verona, facendo saltare i pali per 1.500 metri e asportando il filo.- Una pattuglia della 31 Brigata Garibaldi Forni sostiene un violento combattimento con soldati repubblicani del Battaglione Mameli di presidio a Salsomaggiore. Due nemici uccisi.- due distaccamenti del ex Brigata Centocroci agiscono contro il presidio tedesco di Grondola – Guinadi ( Pontremoli ). L’attacco produce nelle file nemiche quindici morti e vari feriti. Da parte nostra un ferito.
11 Marzo -Uomini del distaccamento Barabaschi ( 31 Forni ) attaccano un posto di blocco di Fidenza, uccidendo un sottoufficiale della Brigata nera e catturando un mitra.
12 Marzo-Due squadre della 31 Forni attaccano 5 camion carichi di carburante all’altezza di Ponte Ghiara ( curva San Michele ). Un autocarro viene ribaltato e il carburante disperso. Risultato dell’azione: tre morti, nove feriti, un prigioniero, tutti tedeschi. – Attacco da parte della 1 beretta a pattuglie tedesche e fasciste nei pressi di Pontremoli. Negli scontri rimangono uccisi dieci tedeschi e cinque militi della Brigata Nera.
13 Marzo – Otto patrioti della 31 Forni in località Poggetto di Salsomaggiore fanno saltare due cisterne contenenti cento quintali di petrolio e i relativi impianti di soffiaggio ed estrazione. – patrioti della 1 Beretta provocano il deragliamento di una locomotiva presso Scorcetoli di Pontremoli sulla linea ferroviaria Parma – Spezia. – la 2 Julia compie azioni di disturbo sulla strada nazionale della Cisa durante le quali viene incendiato un camion carico di rifornimenti. Perdite nemiche: due morti. – Una pattuglia della 31 Forni porta in salvo l’equipaggio di un aereo alleato caduto in località Ponte Taro, sottraendo in tal modo alla cattura da parte della brigata nera.- presso Mignegno ( Pontremoli ) patrioti della 1 Beretta catturano un soldato tedesco. – nelle vicinanze di Castellonchio ( Berceto ) patrioti della 1 Beretta attaccano due vetture tedesche, distruggendole e uccidendo quattro tedeschi.
14 Marzo -Patrioti del Gruppo di Manovra Val Taro compiono un atto di sabotaggio sulla Parma – Spezia, facendo saltare 50 metri di binario. – Uomini del distaccamento 135 Brigata Garibaldi attaccano una carrello ferroviario nei pressi di Solignano e catturano un tedesco. – Squadre della 31 Brigata Garibaldi Copelli fanno saltare quattro ponti sulla linea ferroviaria Parma – Spezia nel tratto Fornovo – Valmozzola. – Altre squadre della stessa Brigata distruggono due ponti e un cavalcavia sulla linea ferroviaria Fornovo – Fidenza.
15 Marzo-Patrioti 1 Julia e della32 Brigata Garibaldi attaccano tra Solignano e Valmozzola una pattuglia tedesca di dodici uomini. Dopo vivace sparatoria i nemici subiscono le seguenti perdite. Due morti e quattro feriti.- La 31 Copelli compie diversi attacchi e azioni di sabotaggio. Vengono distrutti un cavalcavia sulla Via Emilia e nel tratto Fidenza – Parola un’interruzione di 15 metri. Vengono inoltre sabotate due centrali di pompa mento di 15 pozzi di petrolio, che producevano giornalmente oltre 2.000 litri di carburante; nella stessa azione vengono dispersi dieci quintali di carburante. È fatta saltare infine la caserma delle Brigate Nere di Medesano, mentre i militi della stessa Brigata Nera perdono in uno scontro nelle vicinanze di Medesano quattro morti e un ferito: sono catturati un mitragliatore, un mitra e due fucili.
16 Marzo-Due squadre della 135 Brigata Garibaldi attaccano circa 15 tedeschi sul ponte ferroviario di Borgotaro. Sotto il fuoco dei mitragliatori sei uomini cadono a terra, morti o feriti – Patrioti della 1 Julia attaccano in località Cimitero di Cargalla nei pressi di Montelungo (Pontremoli) un pattuglione tedesco di circa 30 uomini. Perdite del nemico: dieci morti e sette feriti. Da parte nostra un ferito leggero. – Elementi della 31 Copelli attaccano sulla Via Emilia un pattuglione tedesco facendo quattro morti e cinque feriti e sulla nazionale della Cisa distruggono due autocarri tedeschi e uccidono otto uomini degli equipaggi. – Patrioti della 31 Forni compiono un attacco nella stazione di Fidenza catturando tre tedeschi e inutilizzando i mezzi di collegamento colle le altre stazioni. Al ritorno da questa azione vengono catturati due allievi ufficiali dell’aeronautica repubblicana. – una pattuglia della 32 Brigata Garibaldi entra in pieno giorno in Salsomaggiore infliggendo perdite imprecisate alle locali Brigate Nere.
17 Marzo – La squadra sabotatori della 2 Julia attacca una ventina di tedeschi che stanno razziando la popolazione civile nei pressi di Ostia. Dopo breve combattimento il nemico lascia sul terreno un morto e tre feriti. – Una squadra del distaccamento China della 2 Julia attacca una autocolonna sulla strada nazionale della Cisa, distruggendo due macchine e producendo tre morti e vari feriti. – Elementi della 31 Copelli attaccano un pattuglione tedesco e circa cinquanta militi della Brigata Nera presso Noceto: Parecchi i morti e feriti causati dal nemico.
18 Marzo – Sette patrioti del distaccamento Marchini della 1 Julia tendono un’imboscata a militi fascisti presso Cassio, uccidendone sei, ferendone uno, e recuperando un mitragliatore, quattro fucili e munizioni. – Patrioti della 2 Julia catturano nella zona di Branzone ( Valmozzola ) quattro soldati della Divisione Repubblicana Italia. – Attacco di una squadra 2 Julia ad una autocolonna transitante sulla strada nazionale della Cisa. Risultato un autocarro, trasportante truppe incendiato, due tedeschi uccisi, vari feriti. – Squadre d’assalto della 32 Brigata Garibaldi agendo sulla Via Emilia e sulla strada Fidenza –Salsomaggiore ottengono i seguenti risultati. Un camion catturato, quattro camion distrutti, diciotto tedeschi uccisi, parecchi feriti e due prigionieri. –Durante la notte la 1 Beretta fa saltare l’importantissimo ponte presso Mignegno Pontremoli sulla strada nazionale della Cisa.
19 Marzo -La squadra sabotatori della 1 Julia fa saltare in pieno il Ponte della Borella sulla linea parma –Spezia. In uno scontro immediatamente successivo vengono fatti tre morti e un ferito. – Patrioti della battaglione Poppy della 2 Julia fanno prigionieri undici soldati della divisione Italia, del presidio a Roccamurata Borgotaro. Catturati 14 fucili Mauser materiale vario.
20 Marzo -Una squadra del 31 Copelli nelle vicinanze di Ozzano( linea ferroviaria Parma – Spezia) fa saltare con mine predisposte un carrello trasportante sei soldati tedeschi. Due soldati rimangono uccisi e gli altri quattro gravemente feriti. – Distaccamento Azini ( 2 Julia )attacca con Bazucke un casello ferroviario presso Ostia che crolla sotto i colpi seppellendo sotto le macerie gli occupanti. Contemporaneamente poco lontano vengono uccisi tre tedeschi. – Azione di massa della 31 Forni su Salsomaggiore e Fidenza. Vengono compiuti numerosi atti di sabotaggio agli impianti della Centrale Elettrica di Fidenza, con la conseguente paralizzazione di molte fabbriche, che lavoravano per i tedeschi. Viene pure impedito il raduno del bestiame indetto dai nazi – fascisti in Salsomaggiore.- Azioni di disturbo da parte della 1 Julia ai lavori di riattivazione di un ponte sabotato sulla Parma – Spezia Ponte della Borella. Perdite nemiche accertate : due morti.
21 Marzo – Elementi della 31 Copelli fanno saltare un ponte presso il casello n.29 sulla ferrovia Parma – Spezia ed uccidendo due soldati tedeschi. – Ina squadra della 2 Brigata Beretta attacca presso Borgotaro tre camion tedeschi, mettendone uno fuori uso e causando fra la scorta importanti perdite. –L’ attacco condotto da tre patrioti della 2 Julia contro una autocolonna sulla strada nazionale della Cisa, fra Berceto e Cassio, oltre alla distruzione di un autobotte e alla uccisione dell’equipaggio tre tedeschi operate dai patrioti, provoca una lunga e sanguinosa sparatoria fra opposte colonne di tedeschi e fascisti, sopraggiunte sul luogo dell’attacco successivamente. Dopo una battaglia durata quasi due ore i mimici contano le seguenti perdite: 39 morti e 43 feriti.- Due squadre della 31 Copelli distruggono sulla strada della Cisa il località Piantonia due camion e un autovettura tedeschi. Perdite nemiche: 8 morti e sette feriti.
22 Marzo – Patrioti della 1 Julia attaccano soldati tedeschi presso Roccamurata Borgotaro , facendo tre morti e un ferito. – patrioti della ex Brigata Cento Croci attaccano una colonna appiedata di circa 150 tedeschi presso Montelungo di Pontremoli. Le perdite al nemico ascendono ad una ventina fra morti e feriti. – patrioti della 2 Beretta sabotano la linea telefonica che unisce i comandi tedeschi di Pontremoli e quelli di Verona, facendo saltare 27 pali e asportando lungo tratto di filo. – Azione di sabotaggio alla diga di Aiola di Mignegno da parte della 2 Beretta. –Elementi della 2 Beretta attaccano una vettura sulla strada della Cisa presso l’Ospedale di Pontremoli, producendo fra l’equipaggio un morto e quattro feriti. – Elementi della 1 Beretta attaccano Pontremoli e Scorcetoli un carrello ferroviario, trasportante dodici tedeschi. – Sotto il fuoco micidiale dei patrioti tutti i militari tedeschi trovano la morte.
23 Marzo – Una squadra della 1 Julia attacca tre tedeschi in prossimità del casello n.61 sulla ferrovia Parma – Spezia. Perdite nemiche: due morti. – Squadre d’assalto della 31 Forni penetrano in Salsomaggiore e incendiano nelle locali autorimesse sei automezzi delle forze armate tedesche. Elementi della 2 Julia attaccano in forza i presidi tedeschi che si trovano tra ostia e Roccamurata ( Borgotaro ). Risultato dell’azione undici morti e quindici feriti, vari caselli e postazioni messe fuori uso. – Tre patrioti della 2 Julia catturano il località Fugazzolo un milite della Brigata Nera.
24 Marzo – Patrioti della 2 Julia in due attacchi quasi contemporanei contro i tedeschi presso Ghiare di Berceto ne uccidono otto e ne feriscono quattro. – Alcuni patrioti della 2 Julia attaccano un carrello e un camion ferroviario sulla parma – Spezia presso Valmozzola. Perdite nemiche: due morti e cinque feriti. – La squadra sabotatori della 1 Beretta fa saltare un ponte ferroviario sulla Parma – Spezia presso Guinadi.
25 Marzo – Attacco sulla strada della Cisa di una pattuglia tedesca da parte della 2 Julia. Perdite nemiche: un morto e un ferito. –Uomini della 2 Julia catturano presso Ghiare di Berceto due soldati tedeschi con due fucili. – Una colonna forte di 150 tedeschi effettua una puntata su Braia e Bratto ( Pontremoli ). Approfittando della sorpresa il nemico cattura a Bratto tre patrioti della 1 beretta e ne uccide uno. Sopraggiunte immediatamente squadre di rinforzo, che impegnano decisamente in un combattimento, la colonna tedesca è costretta ad interrompere la sua marcia verso il Passo del Bratello. Essa Ripiega ed infine abbandona in fuga il paesello di Bratto. Molto materiale di guerra viene catturato. Non si sono accertate le perdite del nemico. – Patrioti della 2 Julia attaccano una pattuglia presso Roccamurata, uccidendone due e ferendone due.
26 marzo – Uomini della 2 Julia uccidono presso Berceto un milite della Brigata Nera.
ue.
ADDIO A JOST!
Col tuo viso tondo tondo
Così vago e rubicondo,
Tu venisti, in gran segreto,
Fra le mura di Berceto
Fra pulzelle spulzellate
Hai trascorso le giornate,
Pur facendo, chiotto chiotto,
Il mestier del poliziotto.
Con amabili parole,
(Ed a! fianco tre pistole)
Con insidie raffinate,
Con manovre delicate,
Hai tramato immensi piani
Per declinare i partigiani, .
Sì che ancor, terrorizzate,
Tutte treman le vallate.
Son ben noti i mezzi spicci
Per levarti dagli impicci,
Ricorrendo all’ occasione
Anche a colpi di bastone,
E a diabolici esercizi
Nella stanza dei supplizi
Ben lo sanno tutti quelli
(ferocissimi ribelli)
Che col viso tuo giocondo
hai spediti all’altro mondo.
Ma tu sai cime il tuo paese
Sta pagando già le spese,
E che il corso degli eventi
Non perdona ai delinquenti
JOST! che ponza la tua mente
In tal tragico frangente?
Credi forse, tu, bel bello
Di tornare al paesello,
C’o! tuo viso tondo tondo
Cosi vago e rubicondo;
Con la moto americana,
E la moglie arcimondana?
Tu t’inganni. È giunta l’ora
Di mandarti alla malora,
con la duplice razione
Domani
Da piùdi un anno, soldati del grande Reich, voi spogliate metodicamente le nostre case, conie gia negli anni scorsi avete fatto nel Belgio e nell’ Olanda, nella Francia e nella Danimarca, nella Russia Bianca, nell’Ucraina, nella Norvegia. Tutto è buono alla vostra foia di ruberie, ai vostri stomachi di struzzo. Non abbiamo visto coi nostri occhi un vostro aeroplano caduto, pieno di pentole d’alluminio? e un vagone, diretto naturalmente in Germania, pieno di orinali? Via via che la fine si approssimava, la spoliazione si è venuta trasformando in
Saccheggio inverecondo e brutale: materassi e stoviglie, libri e apparecchi radio, medicine e biciclette vestiti e cibarie: tutto ciò che è trasportabile o vendibile, tutto è buono per ladroni come voi. Arraffa, arraffa o generale o capitano, o soldato della Wermacht: , arraffa arraffa, pel tuo ventre ingordo, per la moglie, per l’amante, per la figliola grassa, bionda e sentimentale,, occhi azzurri e stomaco capace: arraffa, per arricchire il tuo portafoglio, per addobbare il sa/otto, la camera la letto, e soprattutto la cucina di Gretchen: . arraffa la, grosso figlio d’Arminio, come facevi duemila anni fa, se, come farai fra duemila anni, se, una volta per sempre, a monti strapperanno le unghie e non ti metteranno in catene.
Arraffa, araffa, che la baldoria sta per finire. Non senti, sull’Oder, sul Reno, sul Weser, tuonare il cannone che ti uccide nella tua tana? Orso tedesco Atta Tro!, arraffa, arraffa, e nascondi, presto, e rintana la refurtiva, che i/ cacciatore è vicino, e l’ora de/I hallali si approssima.
Ma presto, se vuoi che almeno per un giorno la tua femmina dagli occhi di porcellana e dai capelli di stoppa si rallegri del furto e goda la sua preda! Il cacciatore invade giorno per giorno la tua dimora: egli viene, armato di spiedo e di fiaccola, coi denti lucenti e gli occhi ardenti: e lo seguono, agitando al vento i lunghi sudari, e con le spolpate tibie marcando il passo, lo seguono i dodici milioni di morti che tu o i pallidi ariani tuoi fratelli, avete sacrificato al criminale Moloch che vi domina e conduce. I carri armati divorano allegramente i chilometri della vostra terra, che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto diminuiscono: cento, cinquanta, dieci: e poi…, e poi rivomiterete tutto quello che avete rubato. Giù dalle finestre, fuori dalle vostre case, i materassi e i libri e gli apparecchi radio e le medicine e le biciclette e i vestiti e le cibarie ,e le pentole e gli orinali. E vedrete ardere le vostre case, come arsero le nostre; e giacerete sulla nuda terra, come abbiamo giaciuto noi; e non avrete più, o puri ariani, ne voine le vostre donne, nè burro nè cannoni: e sì, vi stringerete la cintola, come per tanti anni ce la siamo stretta noi, e dimagrirete voi e le vostre donne poppute, a baldi portatori di civiltà: e, senza casa e senza cibo, e senza amore e senza onore, disprezzati, odiati, maledetti da tutti, avrete al fine, nell’anima e nella carne, la giusta pena della vostra ignominia.
E orinerete fuori della finestra! L’uomo venuto dal cielo.
Il fracasso rutilante dei motori frantumava l’azzurro. Le sagome sfuggenti dei caccia balenavano contro il sole. Il venire del “Douglas,, si apri per il parto meraviglioso. Come sboccianti dal nulla i paracaduti si tuffarono contro il ciclo per riconnettere alla vita i tre uomini lanciati in una discesa vertiginosa fuori del tempo e dello spazio. Quando arrivai sul posto, gli aviatori amici si erano già liberati dell’ apparecchio di volo e della tuta. Parevano ancora piuttosto disorientati. Uno di essi dolorava ad un fianco. Dove siamo? mi chiese.
La domanda fattami così a bruciapelo mi sconcertò. Non riuscivo ancora a convincermi dell’ evidenza di ciò che mi stava davanti. Quell’ uomo veniva dall’ altro mondo. Veniva di là. Incominciai a chiedergli un mucchio di cose. L’ interpellato (paracadutista di un reparto italiano, lanciato per addestrarci in nuove armi) sembrava rimanere assai più meravigliato di quanto io non lo fossi stato della sua precedente domanda. Per lui era naturalissimo quelle che per me era soltanto irreale speranza; gli pareva quasi che certe cose gliele chiedessi come per prenderlo in giro.
Rimanemmo assieme per tutta la giornata. Le sue risposte, i suoi chiarimenti provocavano in me il benefico effetto di quando nel dormi-veglia dopo un brutto sogno si incomincia ad intravedere la luce, la realtà. Ad ogni momento si formavano intorno all’ “ uomo venuto dal cielo,, (così venne subito battezzato) crocchi di gente. Le domande erano sempre le stesse. Il paracadutista per nulla infastidito da questa monotonia, rispondeva a tutti pazientemente. Capiva nella voce di chi lo interroga va l’ansia che ormai stava per finire. Qualche partigiano gli chiedeva di questa a di quella città, la propria città. Per tutti la risposta era sempre, ancora la stessa. Dopo un giorno divenne uno dei nostri. Venuto a soffrire con noi.
Giovane, leggiadra, affettuosa signora, prossimamente vedova, fidanzerebbesi, sin da ora con prestante signore residente in pianura, alto, distinto, pallido, barbuto, di carattere dolce, possibilmente patriota, in vista sicuro collocamento.
Scrivere << Signora Jòst fermo posta,Berceto >> .
L’ordinanza del C.U sulla Polizia Annonaria
Ecco il testo dell’ ordinanza con la quale
il C. U. ha dato assetto definitivo a questa complessa materia (1 marzo 1945 ).
La gravità della situazione annonaria e la difficoltà dei rifornimenti per le brigate, rendono più che mai necessaria la strettissima osservanza delle disposizioni ripetutamente emanate da questo C. U. circa le eventuali esportazioni di bestiame e vettovagliamento dalla zona occupata dai Volontari della Libertà, e la concessione di lasciapassare o di nulla—osta per il trasporto del suddetto bestiame o di altre vettovaglie fuori zona. Tali disposizioni si ripetono qui per norma di tutte le autorità, siano militari, siano civili.
1) E libera l’importazione nella zona sia di bestiame, sia di qualsiasi sostanza commestibile.
2) E tassativamente vietata 1’ esportazione dalla zona, verso qualsiasi direzione e per qualsiasi motivo, sia di bestiame, sia di commestibili di qualsiasi specie. Solo il Commissario Politico del C. U. potrà per specialissimi motivi e in singoli casi, rilasciare autorizzazioni per le suddette esportazioni.
3) Bestiame e commestibili che si vogliano far entrare in zona per attraversarla semplicemente, e debbano subito dopo ;venire esportati, avranno, al momento dell’ingresso nella zona, essere forniti di un visto di entrata, a cura delle Brigate rispettive; gli importatori dovranno poi con tale documento presentarsi a questo C.U. il quale potrà rilasciare il necessario buono di uscita dalla zona..
4) Bestiame e vettovaglie dirette fuori zona ,senza l’autorizzazione di questo C. U. dovranno essere fermati da qualsiasi autorità militare o civile, e segnalati a questo C. U., il quale disporrà circa l’uso da farne.
5) E quindi ovvio che nessun’ altra autorità, ne militare ne civile, eccettuato il C.U., può rilasciare nulla-osta, sia di passaggio, sia di uscita per bestiame e vettovaglie indirizzate all’ esportazione.
6) Si eserciti anche una severa sorveglianza sul trasporto del bestiame e delle vettovaglie dall’una all’ altra parte della zona, per evitare che a piccole tappe gli esportatori clandestini possano raggiungere il margine della zona e sfuggire alle norme sopra enunziate. Sara perciò opportuno consigliare a quanti vogliano trasferire bestiame o vettovaglie nell’ interno della zona, di munirsi di un preciso lascia passare che indichi la provenienza e la destinazione, nonché la qualità e la quantità della merce che si trasferisce. Queste licenze di trasferimento potranno essere rilasciate soltanto dalle seguenti autorità: Comandi di Brigata, Commissari dei Comuni, Comitati di Liberazione. I lasciapassare devono essere sempre datati e avere validità ,non superiore a 48 ore.
7) Le autorità che rilasciano siffatti nulla osta, debbono sempre conservarne copia, o tenerne precisa menzione in apposto registro: in modo che si possa sempre controllare il movimento delle merci nell’ interno della zona.
8) Gli esportatori clandestini, sorpresi sul fatto, dovranno essere fermati e consegnati al più vicino Comando di Polizia e di Brigata. Ne verranno immediatamente catturati i nomi e le generalità a questo Comando, e si attenderanno istruzioni.
9) 1 Comadi di Brigata, i Commissari Civili e i Comitati di Liberazione diano a queste norme la massima diffusione con tutti i mezzi possibili, nell’interesse della popolazione, la quale deve essere difesa contro gli affamatori.
L’Amministrazione della Giustizia nella zona dei Volontari
Per l’esercizio della giustizia nella nostra zona si é provveduto dal Comando Unico con una serie di ordinanze, che hanno rimesso in vigore l’istituto del giudice conciliatore, e hanno Istituito i Tribunali di Divisione e il Tribunale Superiore di Guerra. I giudici conciliatori giudicano la vertenza fino all’importo di mille lire, e agiscono come amichevoli compositori anche per le vertenze di maggiore entità.
I Tribunali Divisionali hanno sede presso i Comandi delle varie divisioni, e giudicano i reati che; non importino pene superiori ai 5 anni di reclusione. Essi sono composti :di un presidente, Comandante o Vicecomandante di Brigata, di due giudici, scelti fra i patrioti, o siano semplici volontari o siano graduati (uno dei quali appartiene alla Brigata a cui appartiene l’imputato o uno fra gli imputati), di un pubblico accusatore, Commissario o Vicecommissario Politico di Brigata, e ,i un giudice istruttore. Il Tribunale Superiore di Guerra ha sede in una città della zona. Esso giudica i reati:
A) commessi da patrioti insigniti del grado di capo di battaglione o di Commissario Politico di battaglione, o di grado superiore; B) di spionaggio, C) implicanti pene superiori a cinque anni di reclusione, D)nei quali, assieme con patrioti regolarmente militanti nelle formazioni siano imputate persone estranee alle formazioni stesse. Il tribunale superiore di guerra è costituito da un Presidente e da due giudici, nonché da un pubblico accusatore e da un giudice istruttore e da un cancelliere, tutti nominati dal C.U., uno dei due giudici è designato dal C.L.N. del Comune ove ha sede il tribunale.
Tanto i Tribunali Divisionali quanto quello Superiore giudicano senza appello: ma l’esecuzione delle sentenze capitali e subordinata al nullaosta del C.U.
I giudicanti del tribunale superiore e di Guerra e i giudicanti dei Tribunali Divisionali, in campi di concentramento; tutti sono trattati con la dovuta umanità
Le ricompense al valore
Le ricompense al valore partigiano sono le seguenti
a) Encomio solenne;
b) Croce di guerra al valore partigiano,
c) Medaglia di bronzo al valore partigiano;
d) medaglia d’argento al valore partigiano;
e) medaglia d’ oro al valore partigiano.
Gli encomi solenni e le proposte di decorazione vengono letti davanti alla formazione cui 1’ encomiato o il decorato appartengono, schierate in armi.
L’ encomio solenne viene conferito dal Comando di Brigata tutte le altre decorazioni vengo no proposte ai Comandi di Brigata al rispettivo Comando di Divisone, e da questo trasmesse, col proprio parere, al C. U., il quale giudica in ultima istanza.
Le proposte di decorazione al valore partigiano avranno tuttavia effetto e saranno conferite soltanto a guerra ultimata. secondo quanto verrà stabilito dal Comando Generale delle Forze di Liberazione, d’ accordo col Governo Nazionale.
Questo giornale si stampa più che mai senza il permesso del Ministero della Cultura Popolare, residente, al solito, a X.
Organizzazione della Polizia
Con una serie di disposizioni, prese via via dallo scorso gennaio in poi, la Polizia é stata sistematicamente ricostruita e riordinata. Divisa in due zolle, con a capo due antichi ufficiali degli Alpini e dei Carabinieri, posta direttamente alle dipendenze del C. U., con stazioni numerose in ogni Comune della zona, la Polizia esercita ormai dappertutto il controllo dell’ ordine pubblico e delle ordinanze annonarie.
Composta di persone pratiche del servizio, politicamente ineccepibili, tutte provenienti dalle formazioni volontarie, la Polizia gode nel territorio della Libertà di una stima, di una simpatia
he erano ignote agli sgherri del regime fascista. Essa é veramente una forza del popolo libe-ro e ordinato, al servizio dell’ ordine e della libertà.
Annunzio a pagamento
Mancia competente a chi riporterà al marito desolato
LA TEDESCA
Smarrita inopinatamente sulla strada nazionale della Cisa, il 21 marzo scorso. Segni particolari: voce avvinazzata, faccia da vecchia sgualdrina, rossetto, cipria, puzzo di bordello. Se non fosse tuttora in vita, si gradirà riceverla almeno defunta, ai fini che si possa onorarla di un’ adeguata pompa funebre.
Due Lettere Del C. U. Parmense Al Comando Tedesco – Parma
Questo C. U. vi ha già scritto vari giorni fa, protestando contro le rappresaglie, che voi esercitate, in contrasto con ogni civile costumanza. Voi non solo non avete risposto, ma anzi, subito dopo, avete consegnato due prigionieri da voi fatti al nominato Angelo Rognoni, Federale di Parma, il quale li ha a sua volta trasferiti alla Brigata Nera di Noceto, dove i due prigionieri sono stati trucidati, a titolo di rappresaglia per l’uccisione, avvenuta in Noceto, di un milite della stessa Brigata Nera, alla quale erano naturalmente estranei i due prigionieri uccisi per rappresaglia.
Questo ci dimostra come sia del tutto vano fare appello ai vostri sentimenti di umanità e di civiltà come con voi sia strettamente necessario scendere al livello da voi scelto, contrapporre violenza a violenza barbarie a barbarie.
Ripugna ai nostro senso latino della giustizia e dell’onestà ricorrere ad abominevoli mezzi di guerra; ma dopo oltre un anno che funestate la nostra terra e massacrate gli innocenti e gli inermi, dovere di cittadini ci costringe a combattervi con le vostre armi.
D’orai in poi ogni atto di rapina e di violenza, ogni tortura inflitta a prigionieri, ogni ucciso. Di ostaggi, tutto ciò che opererete contro le leggi dell’umanità, sarà telegraficamente denunziato ai Comandi Superiori Alleati operanti in Germania, affinché il male da voi fatto in Italia venga adeguatamente ricambiato sulle cose e sugli uomini del Vostro Paese.
29 marzo 1945
Due Convegni in armi
Nei giorni 30 e 31 marzo, in due diverse zone del nostro Territorio Libero, il Comandante Arta e il Commissario Politico Poe hanno passato in rivista alcuni reparti delle nostre formazioni.
I Volontari della Libertà, perfettamente abbigliati ed equipaggiati , con le loro, armi pesanti e leggere, si sono presentati ed hanno sfilato in perfetto, suscitando ammirazione ed entusiasmo ne pubblico che assisteva alle due belle parate. In una di queste, dopo la messa al campo, fu benedetta la bandiera della Divisione Cisa. Dopo le riviste il Commissario poe parlò ai Volontari, animandoli ai prossimi cimenti. I nostri Combattenti accolsero le sue parole con vivo plauso, e chiusero i bei convegni cantando in coro le canzoni dei patrioti.
AD ANGELO ROCNONI – FEDERALE SUO ALLEATO Di PARMA
Pochi giorni fa Voi avete commesso il delitto di farvi consegnare dai vostri padroni tedeschi due prigionieri ( italiani ben inteso) per dargli agli sgherri della Brigata Nera “ Virginio Cavazzoli”, affinché questi, come era uso dei popoli primitivi e pagani, ne facessero sacrifizio sulla tomba di un loro morto. Ciò colma la misura dei vostri misfatti Voi siete stato denunziato a chi di ragione, affinché il vostro nome venga debitamente iscritto nella lista dei criminali di guerra.
29 marzo 1945
Dicono
Dicono i Tedeschi, che noi italiani siamo traditori, perché abbiamo abbandonato gli alleati durante la mischia. Rispondiamo, noi, che i patti e le promesse dei tiranni non impegnano i popoli. Chi sia al potere con la forza non ha nè l’autorità nèil diritto di parlare in nome dei cittadini ai quali è vietato di manifestare la propria volontà I
Il tiranno può impegnare soltanto sè stesso; e chi fa alleanze e trattati col tiranno, se non è l’ultimo dei gonzi, sa benissimo che a quelle transazioni di bassa politica i popoli sono estranei. Se c’ è stato un traditore in questa sporca faccenda del patto d’acciaio (!), esso è stato Mussolini, il quale ha dato a intendere a Hitler che il popolo italiano era d’accordo con lui, mentre il popolo italiano era contrario a lui e al suo alleato.
C’è dunque stato, nell’alleanza italo-tedesca, quello che igiuristi definiscono “ vizio di consenso”. E il “vizio di consenso” basta per fino per rendere nullo il sacro .matrimonio, figuriamoci poi un contrattovizioso e ladresco, come quello che ha unito il sire di Predappio al matto criminale di Berchiesgaden.
Gerente responsabile: il Governo Repubblichino Fascista, e per esso Roberto Farinacci
VOLONTARI DELLA LIBERTÀ !
L’ora dell’ultima battaglia e dell’ultima vittoria già batte alle porte del Destino. Preparate le Armi, tendete le volontà: il nemico brutale e vigliacco che taglieggiò e assassinò i nostri fratelli, già tremebondo appresta i bagagli per la ritirata. Fermate i ladri e il loro bottino. Prendete alla gola i loro complici fascisti.
L’Italia vi guarda: la vostra terra attende da voi la salvezza e la libertà.
Viva l’Italia !
