Donne Nella Resistenza

DONNE  DELLA VAL TARO NELLA RESISTENZA

Prime considerazioni  per avviare un discorso sulla partecipazione della donna alla resistenza borgotarese.

Di Lidia Baroni

Nel considerare il contributo dato dalle  masse femminili alla resistenza nella Val Taro, ci sembra impossibile svolgere un’analisi separata dell’ impostazione più generale del problema.

La tendenza storica ad individuare nella partecipazione della donna alla guerra di Liberazione il presupposto dell’attuale  processo di emancipazione, risulta corretta quando non si separi lo specifico femminile dal contesto più complesso della lotta resistenziale e quindi dal processo di emancipazione nazionale.

Un tale errore di impostazione ci porterebbe a valutare, infatti,  certe contraddizioni emerse nella ricerca tuttora in corso, come proprie delle  masse femminili e non come connaturate alla realtà locale nella sua interezza.

D’altra parte gli elementi di  cui siamo in possesso, per la loro esiguità, non permettono un’elaborazione  organica e razionale: infatti, se è ormai assodato che sia il singolo dato biografico, a causa della propria atipicità individuale e per non subire un processo di mitizzazione teorico, necessità di  essere rapportato alla realtà complessiva, proprio perché è in tale connessione che può assumere una precisa rilevanza storica, è pur sempre l’esistenza di un’organizzazione a determinare  un raccordo, una mediazione fra le qualità dell’apporto individuale e le quantità della partecipazione attiva.

Dalle biografie e dalle interviste non emerge l’elemento organizzativo, bensì il  singolo contributo sostanzialmente individuale.

Nella stessa testimonianza in cui si accenna ad una  manifestazione di protesta avvenuta nel’44, durante la quale venti donne, formando una sorte di  corteo funebre, seguirono il corpo di un partigiano ucciso dai tedeschi ad Ostia e successivamente trasportato al  cimitero  di Borgotaro, non è ricavabile una certezza storica, proprio perché questa, che risulta essere l’unica manifestazione insurrezionale femminile avvenuta nel paese – una donna fu anche  arrestata -, non conferma la presenza di centri organizzativi, poiché sembra aver avuto una matrice spontanea.

È indispensabile pertanto un ulteriore verifica circa la  presumibile esistenza di precisi punti di  riferimento nel C.L.N. locale oltre che nell’organizzazione  cattolica ed in quella del  Fascio.

In questo senso ci  sembra utile proporre la  lettura delle sei  biografie e l’interessante testimonianza di Rosetta Solari proprio per sollecitare, attraverso la  pubblicazione di  questi dati parziali, un indagine ulteriormente approfondita.

LUSARDI SAVINA

Bedonia 21.9.1927

Monte  Pelpi 24.5.1944

Durante il primo grosso rastrellamento di  fine  maggio, i tedeschi battono con particolare meticolosità tutta la Val Taro dove  operano le  formazioni del gruppo  << Penna  e Centocroci >>che  nei mesi precedenti avevano compiute continue azioni contro i presidi fascisti della montagna.

La  ragazza viene sorpresa da una pattuglia tedesca mentre stava pascolando le vacche: alla vista dei militari si spaventa e scappa.

I tedeschi le sparano e la  uccidono.

MANTEGARI ANNA

Tornolo 17.11.1916

Borgotaro 5.1.1945

Alla vigilia del rastrellamento di gennaio, una  grossa formazione  di tedeschi è nascosta nella  galleria del Borgallo con l’intento di  sorprendere il comando partigiano della I Brigata << Julia >>.

Pattuglie di soldati perlustrano la zona per controllare che  nessuno vada ad avvertire i partigiani.

Mantegari  Anna, viene sorpresa dal  coprifuoco, mentre si  affretta a tornare a casa dove l’aspettano i figli.

Da lontano viene  osservata da cecchini tedeschi, che  uccidono con precisi colpi di  fucile.

RUGGERI ANGELA

Borgotaro 25.5.1907

Borgotaro 17.1.1945

Dopo il rastrellamento i tedeschi pattugliano tutti i villaggi.

A Caffaraccia si accorgono di una donna che tutti i giorni lascia l’abitato con una  borsa: porta viveri ai partigiani di nascosto, nel cui gruppo milita  il suo innamorato.

Dal campanile della chiesa l’8gennaio le sparano alcune fucilate: viene ferita mortalmente e muore qualche giorno dopo.

CALZETTA LUISA << TIGRONA >>

38ª Bg. GARIBALDI << BERSANI  >>

Nata a Compiano il 16.10.1919

Morta in combattimento a Fuselli ( P.C. ) il 4.12.1944

Luisa vive in una  famiglia di tradizioni  antifasciste, derivate dal padre che, tornato dall’emigrazione negli U.S.A., non poteva  accettare  la logica antiliberale del fascismo.

Compie gli studi con facilità, fino alla II media, si  dedica ai lavoro domestici aiutando la madre rimasta vedova, inserita nella tipica logica che voleva le  belle  ragazze benestanti aspettare il matrimonio.

Luisa non dimostra particolare ambizione e sfoga la sua esuberanza soprattutto non mancando le occasioni di  divertimento offerte da Bedonia e Borgotaro.

Durante  la guerra si è fidanzata con un  ufficiale di Roma al quale, dopo l’8 settembre, chiede di togliersi la divisa e non servire più un regime ormai squalificato.

Al  rifiuto di  questi, rompe  il fidanzamento;  è la prima scelta  dolorosa.

Verso l’ottobre ed il novembre per la  valle passano militari sbandati e militari inglesi evasi  dai campi di  concentramento. Luisa con la  vecchia  madre, li ospita. Viene scoperta, i militari riescono a fuggire, ma su  di lei pesa una denuncia e l’arresto.

Il maresciallo dei carabinieri  di Bedonia riesce a farla  avvertire e Luisa scappa a Bobbio, dalla sorella Linda, sposata ad un autista delle autolinee.

Ma  anche  a Bobbio la  ragazza  è ricercata ed è costretta scappare ad Ozzola dalla nonna e qui si  aggrega al gruppo partigiano  dell’Istriano.

Da allora Luisa partecipa a tutte le azioni dei partigiani della Val Nure, dapprima  con l’Istriano, poi quando  questo si  sposta sul Monte  penna, con il Montenegrino, nella banda  Trebbia quindi con la 59ª Brigata Caio in Val  Nure.

Nel contempo la  casa della sorella Linda  diventa recapito del C.L.N. e punto  di riferimento dei partigiani della zona.

La morte li Luisa viene  raccontata  da Roberto  Battaglia nella storia  della Resistenza Italiana.

<< Il 4 dicembre una colonna di  autocarri partigiani, proveniente da Morfasso e  accorrenti in soccorso ai reparti più gravemente impegnati dal rastrellamento invernale  nel piacentino, cade in una imboscata a Fuselli, località occupata di  sorpresa, durante la  notte dai mongoli.

Un uragano investe da ogni parte il drappello partigiano.

L’impari lotta dura a lungo e 32 patrioti, in una difesa veramente epica, cadono eroicamente.

Molti episodi si intrecciano durante la furibonda mischia come il generoso ardimento della Pigrona che, sebbene colpita  a morte, mentre cerca di porgere aiuto  ad un suo compagno ferito, continua a sparare fino all’estremo delle sue  forze >>.

Testimonianze più particolareggiate si possono leggere in uno studio dell’Istituto Storico  della Resistenza di  Piacenza ( vedi  bibliografia n68 )

SCARSELLA  ALICE

Tornolo 18.12.1914

Tornolo7.4.1944

È la prima  vittima civile della resistenza della Val  Taro.

Durante la Settimana Santa del’44, l’Alta Val taro viene investita da una combinata azione di fascisti e tedeschi partiti da Parma e dalla Liguria; viene investita la Val  Gotra, il Passo Centocroci e le  pendici del penna.

Nell’azione combinata che  vede i primi scontri  a Montevaccà e a Tasola, si ha la prima  vittima volta un’azione di rastrellamento della popolazione civile, nel corso  del quale vengono prelevati una ventina di ostaggi.

Scarsella Alice viene sorpresa dai fascisti, la  ragazza non si ferma: ifascisti le sparano ed alice  viene  uccisa.

ROSETTA SOLARI

È l’autrice della memoria inviata. È certamente fra i partigiani più coraggiosi della Val  Taro.

Partecipa ad azioni coi gruppi << Molinatico e Centocroci >> distinguendosi particolarmente per il suo coraggio.

Fra le  azioni vengono ricordate quella  con  Richetto all’assalto del presidio tedesco in San Pietro Vara e quella con la I Brigata  << Julia >> l’8 aprile, giorno della Liberazione  di  Borgotaro, collocare una  carica di  esplosivo dentro il presidio tedesco di palazzo Ostacchini insieme ad altri due sabotatori, tutto nel  corso  del  combattimento.

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Autore: 4345Resistenza in Valtaro Val Ceno

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