Sfilata a Borgotaro 1945

La Nuova Italia

LA NUOVA  ITALIA

GIORNALE DELLE LIBERE VALLI DEL TARO E DEL CENO

Presso la sede del Coniando Unico Operativo della Provincia di Parma Ovest  Cisa         N. 2

                                                                                                                     Lunedì 9 aprile 1945

 

Ieri e oggi

Otto mesi  di  silenzio sono pochi a confronto all’eternità, ma sarebbero troppi, se insieme con le lingue si fossero  riposate  anche  le  nostre mani . Fortunatamente se il giornale taceva, le mani operavano: e dallo scorso luglio  a oggi, dopo tre ra­strellamenti, dopo la tragedia di BOSCO, dopo tante vicende luttuose, luminose, malinconiche e gioiose, i Volontari della Libertà, più fieri, più risoluti, più forti che mai, sono tutti in prima linea, attendono tutti con fede intatta, con animo saldo, l’ultima battaglia, la vittoria definitiva.

Il giorno stesso in cui, nello scorso luglio, il primo numero di questo gior­nale andava a ruba per le strade delle nostre città, colonne tedesche, provenienti da tutti i punti cardinali, iniziavano quello che fu il più sanguinoso, il più feroce, il più abominevole rastrellamento col quale il tedesco si sia disonorato in Italia. O case di Cereseto, di Strela, di Bruschi, di Setterone di Strepeto. di Bergotto, di Lozzola, bruciate per vandalica fida di distruzione, le vostre mura guardano anco­ra con cave occhiaie le vallate rifiorenti, mostrano sulle pareti superstiti le tracce della rabbia germanica; o morti inermi e innocenti, vecchi, donne, bambini, gente di lavoro, di pace, di giochi puerili, assassinata senza ragione, per il sadico piacere di spargere sangue umano e di pascersi di spettacoli orrendi, ancora di sotto le zolle dei cimiteri dove vi compose (nolenti i bruti che vi soppressero) la pietà dei sopravvissuti, ancora i vostri corpi straziati gridano vendetta a Dio e a noi.

E vendetta avrete: quella che i vostri carnefici hanno voluta, meritata, quella essi si sono comprata con lo stupido orgoglio, con la bestialità grossolana che è loro caratteristica. La avrete, più e meglio che dalle città tedesche devastate e, dalle folle tedesche e inebetite di terrore e d’orrore, assai meglio e più . dalla vanità tedesca che oggi piega le ginocchia a terra dalla  superbia tedesca che oggi curva la stolida cervice  sotto il pugno  del vincitore, dalle mani , tedesche che vedono disfatta dal   diritto la violenza, che  vedono crollare sotto la  forza del  vindice ai  popoli liberi e fino  a ieri inermi la  loro melensa certezza di  supremazia mondiale e sotto lo splendido  sole  della civiltà cristiana gli sciocchi miti del loro fumoso Olimpo barbarico. Frattanto presaghi dell’imminente castigo, i lupi, le lupe, e i lupachiotti da ogni parte  d’Italia cresciuti  e raccolti nella Valle del  Po, salgono  attraverso  i ponti  alti, cercando invano, in tanto giro d’orizzonte, tra il  fiume e le  Alpi, il valico dello scampo. E, già moribondi, ancora  tentano di  azzannare, impotenti  e crudeli, sanguinari  e vigliacchi, nelle luride rappresaglie la  gran madre Italia: essi, già scacciati dalla nostra convivenza, nemici di  ieri,  di  oggi,  di  sempre, estranei alla famiglia, esuli nella patria,  fuorusciti dell’umanità

 

Quante vicende, da quel luglio assolato e sanguinoso a questo aprile già rorido di vittoria e di pace! Per questo nostro esercito che si appresta all’ultima battaglia, quante battaglie e quante sofferenze, ma anche quanta forza e quanta sempre rina­scente e crescente speranza nei cuori. Attraverso tre rastrellamenti, rinnovando il mito di Anteo, i Volontari dell’ Appennino tre volte risorsero, sempre più forti meglio ordinati. Dalle cinque o sei brigate sparpagliate e autonome del Luglio alle nove brigate del settembre, alle diciotto brigate del marzo; dall’ abbigliamento e dall’ar­mamento disuguale e scomposto di allora alla seria dignità delle divise, dall’abbon­danza delle armi e delle munizioni che oggi ci fanno più forti dei tedeschi e dei fascisti; dallo spirito di spavalda autonomia di una volta alla volontaria conquista del Comando Unico, della disciplina unitaria, al blocco che unisce in un solo volere gli entusiasmi, le giovanili esuberanze, le fedi diverse di tante migliaia  di combattenti, e a tutti assegna una sola meta, La libertà, e a tutti pone sulle labbra e nel cuore una sola parola. Italia!

E quante battaglie, di giorno e di notte, di qua e di là dalle grandi arterie pulsanti di sangue nemico, la via della Cisa, la ferrovia Spezia–Parma, la via Emilia. O lunghe, pazienti attese, nelle forre boscose lei ,fossi nevicati; e assalti inebrianti, a nervi tesi, a cuori picchianti; o lieti ritorni, onusti di spoglie nemi­che; o funerali mesti e gloriosi ai compagni perduti sulle vie del doveri e dell’onore. O pena, o furore avvampanti e duramente repressi, pei fratelli torturati e fucilati: o – più alta più grande d’ ogni altra passione – volontà umana e civile, eroico sforzo, per non rispondere, no, mai, con la barbarie alla barbaria, con l’ignominia all’ignominia. Svergognati tedeschi, questa vittoria non avete avuta  su di noi: noni ci avete indotti a imitare la vostra obiezione, a gareggiare con la vostre barbarie. Ne questa ne nessun’ altra vittoria, ne aveste ne avrete. E via via che voi precipitate nel baratro della sconfitta, voi e la vostra civiltà di idealistico sadismo, di vino e di sangue, noi, noi giovani, noi, i partigiani, i banditi, i  fuorilegge, solleviamo sugli omeri le fortune della nostra Terra, ergiamo nel Sole le armi e Le bandiere, affratelliamo nella mischia le anime, protendiamo verso il domani luminoso e in­fallibile, le speranze, le volontà, le certezze della Patria risorta.

Aneddoti della guerrig1ia

 

Una topolino, un camion, quattro tedeschi e un agente della Polizia giudiziaria  fascista

La scena si svolge sulla via Emilia, un bel pomeriggio di marzo. Automezzi che vengono, automezzi che vanno sull’asfalto luccicante, dove è così bello scivolate, obliando, nell’ ebbrezza della corsa, le miserie di questa vita di guerra. E cinque maledettissimi volon­tari, appostati all’angolo di una casa, immersi contemplazione di quel sereno tramonto primaverile

Che è, non è, una giovane topolino, lustra ed elegante, si avanza a rapidi passi e quei cinque ragazzi, si  sa,  per meglio ammirarla, si fanno  in mezzo alla strada, e: <<Alt >> le gridammo vezzosa creatura, fermati un  istante, che noi possiamo contemplarti un poco, anzi pochino.

 E quella sosta, lievemente  ansante:e quattro eleganti personaggi scendono  dai  soffici sedili. Sul  duro  asfalto,  e  si  allineano, premurosi e servizievoli, anch’essi, in mezzo  alla strada. dando cortesemente  le mani in alto.

Noi siamo innocenti  borghesi – esclama uno di essi – e viaggiano solamente per ragione di scambi, ossia di pulito commercio.

<<Commercianti >> dicono i Volontari, con sommario disprezzo: << andatevene, filate. Per noi  non  servite  a niente.

E quelli non se lo fanno ripetere due volte: salgono compostamente, da  sollecitazione, anzi  velocissimamente.

Rimane il  conducente,  sbigottito, poverino,  e silenzioso. <<E tu? Fuori le carte! » Le carte vengono fuori, pudiche riluttanti  nel loro candore, dai recessi del portafogli.

E viene fuori, eziandio, che il conducente è un agente di  Polizia Giudiziaria di Parma in borghese, si capisce per ragioni di servizio e  di prudenza, ma la parola  agente viene  dal latino agere che  vuol  dire, in italiano moderno,

r …………..                       fare:  onde l’agente giudiziario e notoriamente un malfattore.

<< Un  agente fascista, caspita >> grida  uno dei cinque  ragazzi, leccandosi il posto  dove gli uomini pelosi portano  i baffi: << caspita, che chiappo ! >>  

………………………………………………………………………………………………

 

Flebilmente l’autista.

Quali tre?

Quelli che avete lasciati scappare! >>

<< Corpo del diavolo gridano tutti assieme i cinque ragazzi che coglioni siamo stati .

Presto .. addosso . . . . chiappiamoli .. >> .

Si fa presto a dirle, ma non si fa ugual­mente presto a farloChe gambe quei fascisti! Lontani lontani, sul grigiore metallico della Via Emilia sembrano tre topolini e anche loro ormai all’orizzonte prossimi a perdersi fra  cielo e terra.

Oh Dio mio e che  facciamo, ora ?

Che facciamo? Ci  sono scappati  tre fasci­sti dobbiamo chiappare almeno  tre tedeschi.

<<Ci sto . . .  ci sto…>> approvano tutti in coro << ma prima dobbiamo  disfarci di  questo  malfattore!>>.

E il malfattore si inginocchia a terra e lucida ancor più, coicalzoni di buona lana 1’ asfalto della strada;  e grida:

<< Pietà, misericordia buoni partigiani bravi patrioti , siamo tutti italiani…..pietà sono fidanzato, e mi debbo sposare alla fine del mese!>>

E una buna ,donna  incinta, apparsa sull’uscio della casa, grida:<<  Non 1’ammazzate 1’ ammazzate, per carità. Aspetto un figlio. Se l’ammazzate abortisco. >>

« E chi  lo vuole ammazzare? Risponde uno  dei  cinque. Siamo mica tedeschi noi e nemmeno servi di Mussolini……Orsù, vuoi farla  franca, te, specie di poltrone? >>

<< Sì, oh, sì mi debbo sposare Lo sappiamo . alla fine del mese…..

Ebbene, se proprio ti vuoi sposare, tò. ecco un mitra piantati qui, e fèrmaci il primo camion tedesco, che capita da queste parti. >> E l’altro afferra il mitra, se lo nasconde dietro il dorso,  e  si pianta sul margine  della Via Emilia.

Ed ecco una macchina, con due borghesi a bordo ed ecco quello, che, tramutatosi spontaneamente in regolatore del traffico, agita  la mano  sinistra ( perché la  destra ha  da  fare a tergo), e  fa  segno  che  vadano, che  vadano.

E una, e due, e tre .. ma  ecco  un camion, un bel  camion  possente e ruggente, il re  della  strada, che  si  avanza a  gran passi: e sopra tanti  bei pezzi  di  macchinario, e  sopra ancora quattro  bei tedeschi  placidi  e rubizzi.

E dall’angolo della casa una voce  grida: << Oi,  ecco  il momento, fa il tuo  dovere!>>

E l’agente  della polizia giudiziaria fascista si pianta in mezzo  alla  strada,  e punta il mitra e grida,  si lui, proprio lui, con la  più fiera voce mussoliniana, e col più fiero cipiglio romano:

<< Alta, alt .. o  sparo!>>

e il camion  si  ferma; e i quattro  tedeschi scendono  a terra; i cinque ragazzi saltati  fuori,  e due  ore dopo  in una  città della nostra zona  entravano trionfalmente la  topolino, il camion, i quattro tedeschi, l’agente della Polizia  giudiziaria,  e cinque  ragazzi, e tutti ridevano  come  matti: ma i tedeschi  ridevano  verde.

 

 

MANI IN ALTO!

Sul cammino della rinascita della nostra Patria troviamo  schierata la parte migliore del popolo italiano. Schierata in armi, con quelle armi che non ha potuto impugnare nel passato per liberarsi dalla barbaria  fascista che impugna ora nella lotta cruenta , per scacciar­e dal sacro suolo della Patria il barbaro nazista; e per cancellare dalle coscienze degli italiani obbrobrio morale del fascismo: per eliminare  radicalmente dalla vita nazionale il grasso ciarpame fisico dei fascisti colle loro organizzazioni, strumenti di schiavitù.

I gloriosi eserciti delle Nazioni Unite, stringono da Occidente e da Oriente, sempre più alla gola,, la banda nazista.

La Germania, orgogliosa terra di semibarbari conquistatori al servizio di una cricca reazionaria mascherata dal nazismo, infatuata dal mito della razza superiore e dalla barbara teoria del sangue, inorgoglita da una torbida filosofia e da un fosco romanticismo, agonizza.

Dietro la maschera allucinata di quel tra­gico strumento d’espansione imperialistica che fu Hitler, la cricca reazionaria tedesca, nemica del popolo e della libertà, aveva, ancora una volta, scatenata la sua guerra di conquista per la monopolizzazione  dell’ Europa e del Mondo per distruggere la libertà nazionale di tutti i popoli d’ Europa. Questi briganti, che hanno portato la barbarie, la morte e la desola­zione in quasi tutta l’Europa ora agonizzano in un crepuscolo di semidei bestiali e barbari.

Un forte lezzo acre di obbrobrio morale, si alza dalle rovine fumanti della Germania  in fiamme; e sullo sfondo di un cielo di catastrofe che sovrasta l’ultimo rifugio dei briganti nazisti, si intravedono innumerevoli, e ordite, a dita spalancate, in aria le mani insanguinate dei  boia delle S.S.. della Gestapo delle  S.D. di Hitler a Kesselring.

Mani il alto!

A questo grido di tutta l’umanità ormai libera dal giogo nazi-fascista, le mani insanguinate  di tutti i criminali di guerra, dei mas­sacratori di innocenti, dei seviziati i scientifici, si levano in alto.

La giustizia degli uomini che hanno saputo dare ad altri, e conquistare per se stessi la Libertà, li raggiungerà inesorabile e radicale.

Nessuna  pietà!

                                                                                  II

L’ orgogliosa Germania sta così per cedere in un crepuscolo di ignominia.

Trascina con se gli ultimi relitti di quel  fascismo che, espres­sione delle vecchie cricche dirigenti reazionarie, ha gettato nell’ abisso l’ Italia.

Tre grandi complessi nazionali l’ Inglese, il russo, 1’ americano, lottano uniti per la liberazione del mondo dal giogo nazi-fascista. Uniti da un comune ideale di libertà, stretti da una superiore necessità pratica di lotta. Solo nell’ unità di sforzi dei tre -grandi com­plessi nazionali, l’ umanità va liberandosi dal giogo nazi-fascista. –

L’ UNITA! Ecco lo strumento più efficace che ha dato ai popoli la garanzia più forte e migliore per una riuscita vittoriosa della lotta di liberazione in campo internazionale.

Le tre più grandi Democrazie del mondo la Democrazia socialista dell’ URSS, le Demo­crazie borghesi, ing1ese e americana, divise da interessi di carattere ideologico, sono, in questo momento storico, unite da una suprema neces­sità comune, dall’ interesse comune di preser­vare a se stesse e a tutti i popoli la libertà nazionale e colla libertà nazionale gli interessi nazionali.

I tre grandi popoli, paladini di un solo riscatto, marciano uniti e compatti, capeggiando questa guerra, che, con l’ intervento dell’ URSS, ha assunto un chiaro e benevolo volto de­mocratico.

Nell’ UNITÀ la VITTORIA!

Se l’ unità delle forze è la chiave di volta che regge la vittoria delle Nazioni Unite in campo internazionale, l’ UNITÀ è pure la chiave di volta che potenzia .e regge la vittoria sul nazi-fascismo in seno alle singole nazionalità.

Nella nostra lotta di liberazione nazionale, lotta aspra e violenta, fiorita di eroismo di alto spirito di sacrificio, di consapevolezza politica, di capacità tecnica, l’ UNITÀ delle forze popolari è stata ed è la spina dorsale, l’ impalcatura, che regge e coordina tutte le nostre forze, che le porta ad una maggior compattezza ed efficienza combattiva.

L’ UNITA è il segreto della nostra vittoria; è presupposto indispensabile su cui poggia la nostra guerra di liberazione nazionale, la rico­struzione della Patria.

Tutti uniti, al disopra di qualsiasi ideolo­gia politica e religiosa Liberali. Comunisti, Democristiani, Socialisti. del Partito d’ Azione, per la liberazione dell’ Italia; nelle file combat­tenti che il popolo -italiano ha saputo organiz­zare per virtù dei suoi figli migliori ; nei GAP, pelle SAP, nelle Brigate dei Volontari, della libertà della montagna!

In unione alle forze propulsive della classe operaia italiana, facciamo blocco per condurre con sempre maggiore irruenza questa nostra sacra guerra di liberazione nazionale che darà al popolo italiano, attraverso il riscatto dal nazi-fascismo, una nuova dignità nazionale, nuove coscienze politiche e la Democrazia Progressiva.

Togliatti ha scritto « La nostra strada è chiaramente tracciata davanti a noi. Noi im­pegniamo tutte le nostre forze per la liberazione e per il rinnovamento del Paese e l’ arma principale che offriamo alla classe operaia; a e al popolo per condurre vittoriosamente questa azioneè quella dell’ UNITÀ >>

 

                                    GIORGIO

Il 23 marzo è caduto pressi di Noceto il patriota Giorgio ( Nello Ossiprandi) vittima di una delle innumerevoli feroci rappresaglie delle famigerate brigate nere.

Tutti lo conobbero, lo amarono e lo stimarono attraverso la sua diuturna, tenace ed entusiasta attività di patriota. Buttatosi, fin dal lontano set­tembre 1943 con tutta la foga della sua esuberante giovinezza nel movimento patriottico, venne arrestato il giorno di S. Stefano dalla polizia fascista in seguito al vittorioso combattimento di Osacca e tradotto nelle carceri di Parma. Il suo coraggio, la sua fede e la sua indomita fierezza resero inutili i più raffinati mezzi di tortura messi in atto dai car­nefici di piazzale S. Fiora. Passarono i mesi ed a maggio, durante un bombardamento aereo, fuggì dalle carceri e, tornato ai suoi monti, fu eletto, dopo pochi giorni, comandante del Btg. Copelli. Divenne in breve tempo un pilastro ed un animatore instan­cabile della nostra dura lotta; coraggioso e forte fu di sprone e di esempio per tutti e rivelò non comuni doti di organizzatore come intendente prima e come vicecomandante della 31° Brigata Garibaldi poi.

L’ ultima volta io lo vidi la sera del 6 gennaio; c’ era molta neve, faceva freddo e quel giorno incominciò il rastrellamento. E chi come me ha visto Giorgio quella notte non può dimenticarlo.

Un sorriso da fanciullo ed un corpo forte come un tronco secolare. Nel turbinio della bufera la sua parola calma e sonora dava ai compagni ordini e consigli: non un turbamento non un dubbio. E venne il momento di separarci: come all’ inizio del rastrellamento di luglio ci salutammo entrambi com­mossi e ci abbracciammo augurandoci un arrivederci presto.

Non sei stato fortunato quanto me, mio povero carissimo amico, poiché avverse circostanze ti fecero cadere nelle mani dei nostri nemici. Ed anche nel momento supremo tu non ti sei smarrito poiché contro gli insulti e le sevizie di quei barbari si eresse fiero ed indomabile il tuo spirito ribelle per gridare a quei bruti il tuo odio e il tuo disprezzo.

E sei caduto da eroe!

L’ attività Operativa dei volontari della Libertà

Nel territorio libero delle Valli del Taro e del Ceno

Durante il marzo  1944

 

UN  MESE DI ATTIVITÀ GUERRIERA SULLE NOSTRE  MONTAGNE

Avremmo voluto tessere, sia pure in forma ste­nografica se non  la storia, almeno la cronaca dell’attività guerriera dei nostri Volontari su questi  monti dei quali ogni metro attesta ormai e ricorda l’ardimento e la , gloria. Dobbiamo rinunciare, perché a ciò non basterebbe nonché una pagina, ma vari numeri del nostro giornale. Altri, e un al­tro luogo, farà ciò, senza dubbio, e narrerà, col debito  colore  e colla commozione della vita e della battaglia combattuta la fiera e luminosa storia delle nostre formazioni. Noi qui ci limi­tiamo ad uno schematico elenco di fatti, anzi ad un pure indice di quello che le nostre formazioni hanno operato dal primo al ventotto marzo scorso. La fan­tasia di chi legge, e più ancora che la fantasia, il sentimento supplisca alla nuda e scheletrica forma che adottiamo: riviva le marce notturne le febbrili attese, i lunghi agguati e i leonini assalti; e riveda. sopratutto i tedeschi in fuga e i fascisti in rotta come li hanno visti, coi loro occhi di vent’anni, i Combattenti della Libertà!

[Componente di FrontPage Salva risultati]

1 Marzo                         

Una pattuglia della  12 Brigata Garibaldi fa saltare un ponte

sulla   strada  nazionale  della Cisa a sud  di  Berceto.

2 Marzo                

 Uomini  della Brigata Julia  prelevano  quattro alpini dell’esercito fascista con 5 fucili e munizioni in località

 di  S.S. Annunziata.–In prossimità di  Vignola ( Pontremoli ) uomini della  1 Brigata

Beretta danneggiano  una locomotiva, e provocano due  morti e sette feriti  della scorta                            

3 Marzo            

In uno scontro fra una pattuglia della 12 Garibaldi ed una tedesca presso Castel Graiana, alcuni tedeschi 

rimangono  feriti. –Elementi della 2   Brigata Beretta  attaccano presso la  stazione  di  

Migliarina un pattugliane di  nazifascisti, facendo due  morti e parecchi  feriti. – Attacco in forza

della  1  Beretta su  Pontremoli. L’attacco produce  gravi danni ad accantonamenti e magazzini

tedeschi colpiti  da proiettili di  Bazuke e mortai. Vengono fatti inoltre morti  e feriti imprecisati.

I patrioti lamentano tre feriti  leggeri.

4 Marzo                        

Squadre  della 2 Julia in un attacco al  presidio  tedesco  di Mostarolo,  distruggono due 

mitragliere  da 20 mm ed una mitragliatrice Breda 37. perdite nemiche: tre morti.

5 Marzo                

Uomini  della 1 Brigata Julia salvano  da cattura, l’equipaggio di  un aereo

alleato in Val Baganza. Dall’ apparecchio vengono  recuperate: due  mitragliatrici   pesanti

ed una mitragliera da 20 mm.

6 Marzo                                                                                                                

Elementi  della 1  Beretta attaccano  due  autocarri tedeschi, trasportanti  truppe, presso Pontremoli.

L’attacco  causa la distruzione  dei  due  automezzi e la  morte  di parecchi  tedeschi. -Cinque 

uomini  della 1  Beretta attaccano  a Pieve  di  Pontremoli dieci  militari tedeschi  e fascisti.

 Perdite  nemiche: un morto  e tre feriti. – Sulla  strada nazionale della Cisa presso

Terrarossa, patrioti del  distaccamento  della 1 Julia attaccano una macchina tedesca,

che  viene  distrutta. Perdite  nemiche: tre morti, fra cui Ufficiali  Superiori. –  Patrioti della

2 Julia attaccano una  autocolonna sulla  strada  nazionale  della Cisa, nel tratto  Berceto –

Cisa, distruggendo tre  grossi  autocarri,  e facendo quattro morti e vari  feriti.

7 Marzo          

Patrioti della 1  Beretta attaccano i  caselli n. 69 e 7°  sulla  ferrovia Parma – La Spezia, provocando

 la distruzione  di soldati nemici. – sulla  strada della Cisa da  parte  della     1 Brigata Julia vengono

distrutti due  autocarri tedeschi. –un guardafili tedesco. – patrioti della Brigata Pablo attaccano  una

pattuglia di  quattordici  bersaglieri nella  zona pedemontana. Perdite nemiche. Cinque morti e quattro

feriti.. – Durante la notte quindici patrioti della 3 Brigata Julia penetrano nel paese di  Basilicanova, e,

dopo aver eluso  la sorveglianza della sentinella, fanno saltare la locale  caserma della Brigata nera,

contenente  80 militi. La  caserma crolla  quasi completamente e dalle macerie  vengono più tardi  estratti

 24 morti e 32 feriti.

8 Marzo          

Una  squadra del  Battaglione Pontremolese(1 Beretta) attacca Valdaltena una colonna di salmerie diretta

al  Passo  del  Cirone. Dopo breve combattimento vengono  fatti prigionieri otto uomini dei  trenta  discorta,

mentre altri   tre rimangono feriti; catturati inoltre tutti  i muli ( dodici ) carichi  di  munizioni.- Nelle vicinanze

di  Montelungo ( Pontremoli ) patrioti  della   1 Julia attaccano una motocarrozzata. Perdite nemiche: un

morto ( capitano della San Marco). Un patriota ferito  viene  fatto  prigioniero.

10 Marzo

Patrioti  della 2  Beretta sabotano la linea telefonica collegante  i  comandi tedeschi   di  Pontremoli  con

Verona, facendo  saltare  i pali per  1.500 metri e asportando  il filo.- Una pattuglia della 31 Brigata

Garibaldi Forni sostiene un violento  combattimento con  soldati repubblicani del  Battaglione Mameli di 

presidio  a Salsomaggiore. Due  nemici  uccisi.- due  distaccamenti del ex Brigata Centocroci agiscono 

contro il presidio tedesco di  Grondola – Guinadi ( Pontremoli ). L’attacco produce nelle file  nemiche

quindici  morti e vari  feriti. Da parte nostra un ferito.

11 Marzo

Uomini  del  distaccamento Barabaschi ( 31 Forni ) attaccano un posto  di  blocco di  Fidenza, uccidendo

un  sottoufficiale della Brigata nera e catturando  un mitra.

12 Marzo

   Due squadre della 31 Forni attaccano 5 camion carichi  di  carburante all’altezza  di  Ponte Ghiara

( curva  San Michele ). Un autocarro viene ribaltato e il carburante  disperso. Risultato  dell’azione:

tre morti, nove feriti, un prigioniero, tutti  tedeschi. – Attacco da parte  della 1 beretta a pattuglie 

 tedesche e fasciste nei pressi  di  Pontremoli. Negli  scontri rimangono uccisi dieci  tedeschi e cinque

militi della Brigata Nera.

13 Marzo

Otto patrioti  della 31 Forni in località Poggetto  di Salsomaggiore fanno  saltare due  cisterne

contenenti cento quintali di petrolio e i relativi impianti di  soffiaggio ed estrazione. – patrioti  della

1 Beretta provocano  il deragliamento di  una locomotiva presso  Scorcetoli di  Pontremoli sulla

linea ferroviaria Parma – Spezia. – la 2 Julia compie azioni di  disturbo sulla strada  nazionale della

 Cisa durante le quali viene incendiato un camion  carico  di  rifornimenti. Perdite nemiche: due  morti.

– Una pattuglia  della 31 Forni porta in salvo l’equipaggio di  un aereo  alleato caduto in località Ponte

Taro,sottraendo in tal modo alla  cattura da parte della brigata nera.- presso Mignegno ( Pontremoli )

patrioti  della 1 Beretta catturano  un soldato tedesco. – nelle  vicinanze  di  Castellonchio  ( Berceto )

 patrioti  della 1 Beretta  attaccano  due  vetture tedesche, distruggendole  e uccidendo quattro  tedeschi.

14 Marzo 

 Patrioti  del  Gruppo di  Manovra Val  Taro compiono un atto di  sabotaggio sulla

Parma – Spezia, facendo saltare 50 metri  di  binario. – Uomini del  distaccamento 135 Brigata    

Garibaldi attaccano una  carrello ferroviario nei  pressi di Solignano  e catturano un tedesco.

– Squadre della 31 Brigata     Garibaldi Copelli fanno saltare quattro ponti  sulla linea  

ferroviaria Parma – Spezia nel tratto Fornovo – Valmozzola. – Altre squadre della stessa

Brigata distruggono due ponti e un cavalcavia sulla linea ferroviaria Fornovo  – Fidenza.

15 Marzo

Patrioti 1 Julia e della32 Brigata Garibaldi attaccano tra Solignano  e Valmozzola una

 pattuglia tedesca di  dodici uomini. Dopo vivace  sparatoria i nemici subiscono le  seguenti

 perdite. Due morti e quattro  feriti.- La 31 Copelli compie diversi attacchi e azioni  di

sabotaggio. Vengono  distrutti  un cavalcavia sulla Via Emilia e nel tratto Fidenza – Parola

un’interruzione  di  15 metri. Vengono inoltre sabotate due  centrali di pompamento  di 

15 pozzi di petrolio, che  producevano giornalmente oltre 2.000 litri  di  carburante; nella

 stessa azione vengono dispersi dieci  quintali di  carburante. È fatta saltare infine la caserma

 delle Brigate Nere di Medesano, mentre i militi della stessa Brigata Nera perdono in  

 uno  scontro nelle vicinanze  di  Medesano quattro morti e un ferito: sono catturati un

mitragliatore, un mitra e  due  fucili.

 16 Marzo                                     

  Due  squadre  della 135 Brigata     Garibaldi  attaccano circa 15 tedeschi sul  ponte 

ferroviario  di  Borgotaro. Sotto il fuoco dei  mitragliatori sei  uomini cadono a terra,

morti o feriti – Patrioti  della  1 Julia attaccano in località Cimitero di Cargalla nei

pressi di Montelungo (Pontremoli) un pattuglione tedesco di  circa 30 uomini.

Perdite del nemico: dieci morti e sette  feriti. Da parte nostra un ferito leggero.

– Elementi  della 31 Copelli attaccano  sulla Via Emilia un pattuglione tedesco

facendo quattro morti e cinque  feriti e sulla nazionale  della Cisa distruggono due 

 autocarri tedeschi e uccidono otto uomini degli equipaggi. – Patrioti  della 31 Forni

compiono un attacco nella  stazione  di  Fidenza catturando tre tedeschi e  inutilizzando

i mezzi  di  collegamento colle le altre stazioni. Al  ritorno da questa azione vengono

 catturati due  allievi ufficiali dell’aeronautica repubblicana. – una pattuglia della

32 Brigata Garibaldi entra in pieno giorno in Salsomaggiore infliggendo perdite

imprecisate alle locali Brigate Nere.

17 Marzo              

La squadra sabotatori della 2 Julia attacca una ventina di  tedeschi che  stanno

razziando la popolazione civile  nei  pressi  di  Ostia. Dopo breve combattimento

il nemico  lascia sul terreno un morto e tre feriti. – Una squadra del  distaccamento

China della 2 Julia attacca una autocolonna sulla strada nazionale  della Cisa, 

distruggendo  due  macchine e producendo tre morti e vari  feriti. – Elementi  della

31 Copelli attaccano un pattuglione tedesco e circa cinquanta militi della Brigata Nera

presso  Noceto: Parecchi  i morti e feriti  causati dal nemico.

18 Marzo              

Sette patrioti del  distaccamento  Marchini della 1 Julia tendono un’imboscata

 a militi fascisti presso  Cassio, uccidendone sei, ferendone uno,  e recuperando

 un mitragliatore, quattro fucili e munizioni. – Patrioti  della 2 Julia catturano

nella zona di  Branzone ( Valmozzola ) quattro  soldati  della Divisione

Repubblicana Italia. – Attacco di  una  squadra 2 Julia ad una autocolonna

transitante  sulla strada nazionale della Cisa. Risultato un autocarro, trasportante

truppe incendiato, due  tedeschi uccisi, vari  feriti. – Squadre d’assalto della

32 Brigata Garibaldi agendo sulla Via Emilia e sulla  strada Fidenza –Salsomaggiore

ottengono i seguenti  risultati. Un camion catturato, quattro camion distrutti, diciotto 

 tedeschi uccisi, parecchi  feriti e due  prigionieri. –Durante la notte la 1 Beretta fa 

saltare l’importantissimo ponte presso Mignegno  Pontremoli  sulla strada nazionale  della Cisa.

 19 Marzo                 

La squadra  sabotatori della 1 Julia fa saltare in pieno  il Ponte della Borella 

 sulla linea parma –Spezia. In uno scontro immediatamente successivo vengono

 fatti tre morti e un ferito. – Patrioti della battaglione Poppy della 2 Julia

fanno prigionieri undici  soldati della divisione Italia, del presidio a Roccamurata

Borgotaro. Catturati  14  fucili Mauser materiale  vario.

20 Marzo                       

Una  squadra del 31 Copelli nelle  vicinanze  di  Ozzano( linea ferroviaria Parma

 – Spezia) fa  saltare con mine  predisposte un carrello trasportante sei  soldati 

 tedeschi. Due soldati rimangono uccisi e gli  altri  quattro gravemente  feriti.

– Distaccamento  Azini ( 2 Julia )attacca  con Bazucke un casello ferroviario 

presso  Ostia  che  crolla sotto  i colpi  seppellendo sotto le macerie

gli occupanti.Contemporaneamente poco lontano vengono uccisi  tre tedeschi.

– Azione  di massa della 31 Forni su  Salsomaggiore e Fidenza. Vengono 

compiuti numerosi  atti  di  sabotaggio agli impianti  della Centrale Elettrica 

di  Fidenza, con la conseguente parallizzazione  di molte  fabbriche, che  lavoravano

 per i tedeschi. Viene pure impedito il raduno del bestiame indetto  dai nazi – fascisti

in Salsomaggiore.- Azioni di  disturbo da parte della 1 julia ai lavori  di  riattivazione

 di un ponte  sabotato sulla Parma – Spezia Ponte  della Borella. Perdite nemiche

accertate : due  morti.

 21 Marzo                       

 Elementi della 31 Copelli fanno saltare un ponte presso il casello n.29 sulla  ferrovia

Parma – Spezia ed uccidendo due  soldati tedeschi. – Ina  squadra della 2 Brigata Beretta

attacca presso Borgotaro tre camion tedeschi, mettendone uno fuori uso e causando fra la

scorta importanti perdite. –L’ attacco condotto da tre patrioti della 2 Julia contro una

autocolonna sulla strada nazionale  della Cisa, fra berceto  e Cassio, oltre alla  distruzione

 di  un autobotte e alla uccisione dell’equipaggio tre tedeschi operate  dai patrioti, provoca

 una lunga e sanguinosa   sparatoria    fra opposte  colonne di tedeschi e fascisti, sopraggiunte

sul luogo dell’attacco successivamente. Dopo una battaglia durata quasi  due  ore i mimici

contano le  seguenti perdite: 39 morti e 43 feriti.- Due squadre della 31 Copelli distruggono

 sulla strada della Cisa il località Piantonia due  camion e un autovettura tedeschi. Perdite

nemiche: 8 morti e sette feriti.

22 Marzo                       

Patrioti  della 1 Julia attaccano soldati tedeschi presso  Roccamurata Borgotaro , facendo

tre morti e un ferito. – patrioti della ex Brigata Cento Croci attaccano una colonna

appiedata di  circa 150 tedeschi presso  Montelungo di pontremoli. Le perdite al nemico

ascendono ad una ventina fra morti e feriti. – patrioti della 2 Beretta sabotano la linea telefonica

che unisce i comandi tedeschi di pontremoli e quelli  di  Verona, facendo  saltare 27 pali e

asportando lungo tratto  di  filo. – Azione  di sabotaggio  alla diga  di  Aiola di  Mignegno

da parte della 2 Beretta. –Elementi  della 2 Beretta attaccano una vettura sulla strada  della

 Cisa presso l’Ospedale di Pontremoli, producendo fra l’equipaggio  un morto e quattro  feriti.

– Elementi  della 1 Beretta attaccano Pontremoli e Scorcetoli un carrello ferroviario,trasportante

dodici tedeschi. – Sotto il fuoco micidiale dei patrioti tutti  i militari tedeschi trovano la morte.

23 Marzo         

Una squadra della 1 Julia attacca tre tedeschi in prossimità del casello n.61 sulla ferrovia

Parma – Spezia. Perdite nemiche: due morti. – Squadre d’assalto  della 31 Forni penetrano

in Salsomaggiore e incendiano nelle locali  autorimesse sei  automezzi delle forze armate 

 tedesche. Elementi della 2 julia attaccano in forza i presidi tedeschi che  si trovano

tra ostia e Roccamurata ( Borgotaro  ). Risultato dell’azione undici  morti e quindici  feriti,

vari  caselli e postazioni messe fuori  uso. – Tre patrioti  della 2 Julia catturano il località

Fugazzolo un milite della Brigata Nera.

24 Marzo       

   Patrioti  della 2 Julia in due  attacchi quasi  contemporanei contro  i tedeschi presso 

Ghiare  di  Berceto ne  uccidono otto e ne  feriscono  quattro. – Alcuni patrioti della

2 Julia attaccano  un carrello e un camion ferroviario sulla parma – Spezia presso 

Valmozzola. Perdite nemiche: due morti  e cinque  feriti. – La  squadra sabotatori

della 1 Beretta fa saltare un ponte  ferroviario  sulla Parma – Spezia presso Guinadi.

           

25 Marzo     

     Attacco  sulla strada della Cisa di una pattuglia tedesca da parte della

2 Julia. Perdite nemiche: un morto  e un ferito. –Uomini della 2 Julia catturano presso 

Ghiare di  Berceto due  soldati  tedeschi con  due  fucili. – Una colonna forte

di  150 tedeschi effettua  una puntata su  Braia e Bratto ( Pontremoli ). Approfittando

della sorpresa il nemico  cattura a Bratto tre patrioti della 1 beretta e ne  uccide uno.

Sopraggiunte immediatamente squadre di  rinforzo, che impegnano decisamente in

un combattimento, la  colonna tedesca è costretta ad interrompere la  sua marcia 

verso il Passo  del  bratello. Essa Ripiega ed infine  abbandona in fuga il paesello 

 di  Bratto. Molto materiale di  guerra viene  catturato. Non si  sono accertate le

 perdite  del nemico. – Patrioti della 2 Julia attaccano una pattuglia presso 

Roccamurata, uccidendone  due e  ferendone due.

26 marzo      

 Uomini  della 2 Julia uccidono presso  berceto un milite della Brigata Nera.

ue.

                ADDIO A JOST!

Col tuo viso tondo tondo

Così vago e rubicondo,

Tu venisti, in gran segreto,

Fra le mura di Berceto

 

Fra pulzelle spulzellate

Hai trascorso le giornate,

Pur facendo, chiotto chiotto,

Il mestier del poliziotto.

Con amabili parole,

(Ed a! fianco tre pistole)

Con insidie raffinate,

Con manovre delicate,

Hai tramato immensi piani

Per declinare i partigiani, .

Sì che ancor, terrorizzate,

Tutte  treman le vallate.

 

Son ben noti i mezzi spicci

Per levarti dagli impicci,

Ricorrendo all’ occasione

Anche a colpi di bastone,

E a diabolici esercizi

 

 

Nella stanza dei supplizi

Ben lo sanno tutti quelli

(ferocissimi ribelli)

Che col viso tuo giocondo

hai spediti all’altro mondo.

 

Ma tu sai cime il tuo paese

Sta pagando già le spese,

E che il corso degli eventi

Non perdona ai delinquenti

JOST! che ponza la tua mente

In tal tragico frangente?

Credi forse, tu, bel bello

Di tornare al paesello,

C’o! tuo viso tondo tondo

Cosi vago e rubicondo;

Con la moto americana,

E la moglie arcimondana?

Tu t’inganni. È giunta l’ora

Di mandarti alla malora,

con la duplice razione

 

Domani

Da più di un anno, soldati del grande Reich, voi spogliate metodicamente le nostre case, conie gia negli anni scorsi avete fatto nel Belgio e nell’ Olanda, nella Francia e nella Danimarca, nella Russia Bianca, nell’Ucraina, nella Norvegia. Tut­to è buono alla vostra foia di ruberie, ai vostri stomachi di struzzo. Non ab­biamo visto coi nostri occhi un vostro aeroplano caduto, pieno di pentole  d’alluminioe un vagone, diretto  naturalmente in Germania, pieno di orinali? Via via che la fine si approssimava, la spoliazione si è venuta trasformando in

Saccheggio inverecondo  e brutale: materassi e stoviglie,libri e apparecchi radio, medicine e biciclette vestiti e cibarie: tutto  ciò che è trasportabile o vendibile, tutto è buono per ladroni  come voi.

Arraffa, arraffa o  generale o capitano, o  soldato della Wermacht: arraffa arraffa, pel tuo ventre ingordo, per la  moglie, per l’amante, per la figliola  grassa, bionda e sentimentale,, occhi azzurri e stomaco  capace:  arraffa, per arricchire il tuo portafoglio,per addobbare il sa/otto, la camera la letto, e sopratutto la cucina di Gretchen: arraffa la, grosso figlio d’Arminio, come facevi duemila anni fa, se, come farai fra duemila anni, se, una volta  per sempre, non ti strapperanno le unghie non ti metteranno in catene.

Arraffa, araffa, che la baldoria sta per finire. Non  senti, sull’Oder, sul Reno, sul Weser, tuonare il cannone che ti uccide nella tua tana? Orso tedesco Atta Tro!, arraffaarraffa, e nascondi, presto, e rintana la refurtiva, che i/ cacciatore è vicino, e l’ora de/I hallali si approssima.

Ma presto, se vuoi che almeno per un giorno la tua  femmina dagli occhi  di  porcellana e  dai capelli  di  stoppa si  rallegri del furto e goda la sua  preda! Il cacciatore invade  giorno per giorno la tua dimora: egli viene, armato di  spiedo e  di  fiaccola,  coi  denti lucenti e gli occhi  ardenti: e lo seguono, agitando al vento i lunghi  sudari,  e con le spolpate  tibie marcando  il passo, lo seguono i dodici milioni  di  morti che  tu o i pallidi  ariani tuoi fratelli, avete  sacrificato al  criminale Moloch che  vi domina e conduce. I carri  armati divorano allegramente i chilometri della vostra  terra, che  ogni  giorno, ogni ora, ogni minuto diminuiscono: cento, cinquanta, dieci: e poi…,  e poi rivomiterete tutto  quello che  avete  rubato. Giù dalle  finestre, fuori  dalle vostre  case, i materassi e i libri e  gli  apparecchi radio e le  medicine e le biciclette e i vestiti e  le  cibarie ,e le  pentole e  gli orinali. E vedrete ardere le vostre case, come arsero le  nostre; e giacerete  sulla  nuda  terra, come abbiamo  giaciuto  noi; e non avrete più, o puri  ariani, ne voi  ne le vostre donne, nè burro nè cannoni: e sì, vi stringerete la cintola, come per tanti anni ce la siamo stretta noi, e dimagrirete voi e le vostre donne poppute, a baldi portatori di civiltà: e, senza casa e senza cibo, e senza amore e senza onore, disprezzati, odiati, male­detti da tutti, avrete al fine, nell’anima e nella carne, la giusta pena della vostra ignominia.

E orinerete fuori della finestra!

 

L’uomo venuto  dal  cielo

Il fracasso rutilante dei motori frantuma­va l’azzurro. Le sagome sfuggenti dei caccia balenavano contro il sole. Il venire del “Dou­glas,, si apri per il parto meraviglioso. Come sboccianti dal nulla i paracaduti si tuffarono contro il ciclo per riconnettere alla vita i tre uomini lanciati in una discesa vertiginosa fuori del tempo e dello spazio.

Quando arrivai sul posto, gli aviatori amici si erano già liberati dell’ apparecchio di volo e della tuta. Parevano ancora piuttosto disorientati. Uno di essi dolorava ad un fianco.

Dove siamo? mi chiese.

La domanda fattami così a bruciapelo mi sconcertò. Non riuscivo ancora a convincermi dell’ evidenza di ciò che mi stava davanti. Quel­l’ uomo veniva dall’ altro mondo. Veniva di là

Incominciai  a chiedergli un mucchio di cose. L’ interpellato (paracadutista di un reparto italiano, lanciato per addestrarci in nuove armi) sembrava rimanere assai più meravigliato di quanto io non lo fossi stato della sua precedente domanda. Per lui era naturalissimo quelle che per me era soltanto irreale speranza; gli pareva quasi che certe cose gliele chiedessi come per prenderlo in giro.

Rimanemmo assieme per tutta la giornata. Le sue risposte, i suoi chiarimenti provocavano in me il benefico effetto di quando nel dormi-veglia dopo un brutto sogno si incomincia ad intravedere la luce, la realtà. Ad ogni momento si formavano intorno all’ “ uomo venuto dal cielo,, (così venne subito battezzato) crocchi di gente. Le domande erano sempre le stesse. Il paracadutista per nulla infastidito da questa monotonia, rispondeva a tutti pazientemente. Capiva nella voce di chi lo interroga va l’ansia che ormai stava per finire. Qualche partigiano gli chiedeva di questa a di quella città, la propria città. Per tutti la risposta era sempre, ancora la stessa. Dopo un giorno divenne uno dei nostri. Venuto a soffrire con noi.

                                                 —————————————

Giovane, leggiadra, affettuosa signora, prossi­mamente vedova, fidanzerebbesi, sin da ora con pre­stante signore residente in pianura, alto, distinto, pallido, barbuto, di carattere dolce, possibilmente patriota, in vista sicuro  collocamento.

Scrivere  << Signora Jòst fermo posta,Berceto >> .

L’ordinanza del C.U sulla Polizia Annonaria

 

Ecco il testo dell’ ordinanza con la quale

il          C. U. ha dato assetto definitivo a questa complessa materia (1 marzo 1945 ).

La gravità della situazione annonaria e la difficoltà dei rifornimenti per le brigate, rendono più che mai necessaria la strettissima osservanza delle disposizioni ripetutamente ema­nate da questo C. U. circa le eventuali esportazioni di bestiame e vettovagliamento  dalla zona oc­cupata dai Volontari della Libertà, e la con­cessione di lasciapassare o di nulla—osta per il trasporto del suddetto bestiame o di altre vet­tovaglie fuori zona.

Tali disposizioni si ripetono qui per norma di tutte le autorità, siano militari, siano civili.

1)         E libera l’importazione nella zona sia di bestiame, sia di qualsiasi sostanza commestibile.

2)         E tassativamente vietata 1’ esportazione dalla zona, verso qualsiasi direzione e per qualsiasi motivo, sia di bestiame, sia di com­mestibili di qualsiasi specie. Solo il Commissa­rio Politico del C. U. potrà per specialissimi motivi e in singoli casi, rilasciare autorizzazio­ni per le suddette esportazioni.

3)         Bestiame e commestibili che si vogliano far entrare in zona per attraversarla semplice­mente, e debbano subito dopo ;venire esportati, avranno, al momento dell’ingresso nella zona, essere forniti di un visto di entrata, a cura delle Brigate rispettive; gli importatori dovrann­o poi con tale documento presentarsi a questo C.U. il quale potrà rilasciare il necessario buono di uscita dalla zona..

4)         Bestiame e vettovaglie dirette fuori zona ,senza l’autorizzazione di questo C. U. dovranno essere fermati da qualsiasi autorità militare o civile, e segnalati a questo C. U., il quale disporrà circa l’uso da farne.

5)         E quindi ovvio che nessun’ altra auto­rità, ne militare ne civile, eccettuato il C.U., può rilasciare nulla-osta, sia di passaggio, sia di uscita per bestiame e vettovaglie indirizzate all’ esportazione.

6)         Si eserciti anche una severa sorveglian­za sul trasporto del bestiame e delle vettovaglie dall’una all’ altra parte della zona, per evitare che a piccole tappe gli esportatori clandestini possano raggiungere il margine della zona e sfuggire alle norme sopra enunziate. Sara per­ciò opportuno consigliare a quanti vogliano trasferire bestiame o vettovaglie nell’ interno della zona, di munirsi di un preciso lascia pas­sare che indichi la provenienza e la destinazione, nonché la qualità e la quantità della  merce  che  si trasferisce. Queste licenze di trasferi­mento potranno essere rilasciate soltanto dalle seguenti autorità: Comandi di Brigata, Com­missari dei Comuni, Comitati di Liberazione. I lasciapassare devono essere sempre datati e avere validità ,non superiore a 48 ore.

7)         Le autorità che rilasciano siffatti nulla osta, debbono sempre conservarne copia, o tener­ne precisa menzione in apposto registro: in modo che si possa sempre controllare il movimento delle merci nell’ interno della zona.

8)         Gli esportatori clandestini, sorpresi sul fatto, dovranno essere fermati e consegnati al più vicino Comando di Polizia e di Brigata. Ne verranno immediatamente catturati i nomi

e le generalità a questo Comando, e si at­tenderanno istruzioni.

9)         1 Comadi di Brigata, i Commissari Civili e i Comitati di Liberazione diano a que­ste norme la massima diffusione con tutti i mezzi possibili, nell’interesse della popolazione, la quale deve essere difesa contro gli affamatori.

L’Amministrazione  della Giustizia nella  zona dei  Volontari

Per l’esercizio della giustizia nella nostra zona si é provveduto dal Comando Unico con una serie di ordinanze, che hanno rimesso in vigore l’istituto del giudice conciliatoree hanno Istituito i Tribunali di Divisione e il Tribunale Superiore di Guerra.

I giudici conciliatori giudicano la vertenza fino all’importo di mille lire, e agiscono come amichevoli compositori anche per le vertenze  di maggiore entità.

I Tribunali Divisionali hanno sede presso i Comandi  delle varie divisioni, e giudicano i reati che; non importino pene superiori ai 5 anni di reclusione. Essi sono composti :di un presidente, Comandante o Vicecomandante di Brigata, di due giudici, scelti fra i patrioti, o siano semplici volontari o siano graduati (uno dei quali ap­partiene alla Brigata a cui appartiene l’imputato o uno fra gli imputati), di un pubblico accusatore, Commissario o Vicecommissario Po­litico di Brigata, e ,i un giudice istruttore.

Il Tribunale Superiore di Guerra ha sede in una città della zona. Esso giudica i reati:

  1. A) commessi da patrioti insigniti del  grado di  capo di  battaglione o  di  Commissario Politico di  battaglione, o di  grado superiore; B) di  spionaggio, C) implicanti  pene  superiori a cinque anni  di  reclusione, D)nei  quali, assieme con patrioti regolarmente  militanti nelle formazioni siano imputate persone  estranee alle  formazioni stesse. Il tribunale superiore di  guerra è  costituito  da un Presidente e da due giudici, nonché da  un pubblico  accusatore e da un giudice istruttore e  da un cancelliere, tutti nominati dal  C.U., uno dei  due giudici è  designato dal  C.L.N. del Comune ove ha sede il tribunale.

Tanto  i  Tribunali Divisionali quanto  quello Superiore giudicano senza appello: ma l’esecuzione delle sentenze capitali e subordinata al nullaosta del  C.U.

I  giudicanti del  tribunale superiore e di  Guerra e i giudicanti dei  Tribunali Divisionali, in campi  di  concentramento; tutti sono trattati con la  dovuta  umanità

Le ricompense al valore

Le ricompense al valore partigiano sono le seguenti

  1. a) Encomio solenne;
  2. b) Croce di guerra al valore partigiano,
  3. c) Medaglia di  bronzo al valore partigiano;
  4. d) medaglia d’ar­gento al valore partigiano;
  5. e) medaglia d’ oro al valore partigiano.

Gli encomi solenni e le proposte di decora­zione vengono letti davanti alla formazione cui 1’ encomiato o il decorato appartengono, schie­rate in armi.

L’ encomio solenne viene conferito dal Co­mando di  Brigata tutte le altre decorazioni vengo no proposte ai Comandi di Brigata al rispettivo Comando di Divisone, e da questo trasmesse, col proprio parere, al C. U., il qua­le giudica in ultima istanza.

Le proposte di decorazione al valore partigiano avranno tuttavia effetto e saranno confe­rite soltanto a guerra ultimata. secondo quanto verrà stabilito dal Comando Generale delle Forze di Liberazione, d’ accordo col Governo Nazionale.

 

 

Questo giornale si stampa più che mai senza il permesso del M­inistero della Cultura Popolare, residente, al solito, a X.

 

Organizzazione della Polizia

Con una serie di disposizioni, prese via via dallo scorso gennaio in poi, la Polizia é stata sistematicamente ricostruita e riordinata. Divisa in due zolle, con a capo due antichi ufficiali degli Alpini e dei Carabinieri, posta diretta­mente alle dipendenze del C. U., con stazioni numerose in ogni Comune della zona, la Poli­zia esercita ormai dappertutto il controllo del­l’ ordine pubblico e delle ordinanze annonarie.

Composta di persone pratiche del servizio, politicamente ineccepibili, tutte provenienti dalle formazioni volontarie, la Polizia gode nel terri­torio della Libertà di una stima, di una simpa­tia

che erano ignote agli sgherri del regime fascista. Essa é veramente una forza del popolo libe-ro e ordinato, al servizio dell’ ordine e della libertà.

 

 

Annunzio a pagamento

Mancia competente a chi riporterà al marito desolato

LA TEDESCA

Smarrita inopinatamente sulla strada nazionale della Cisa, il 21 marzo scorso. Segni particolari: voce avvinazzata, faccia da vecchia sgualdrina, rossetto, cipria, puzzo di bordello. Se non fosse tuttora  in vita, si gradirà riceverla almeno defunta, ai fini che si possa onorarla di un’ adeguata pompa funebre.

      Due Lettere Del C. U. Parmense Al Comando Tedesco – Parma

 

Questo C. U. vi ha già scritto vari giorni fa, protestando contro le rappresaglie, che voi esercitate, in contrasto con ogni civile costumanza. Voi non solo non avete  risposto, ma anzi, subito dopo, avete consegnato due prigionieri da voi fatti al no­minato Angelo Rognoni, Federale di Parma, il quale li ha a sua volta trasferiti alla Bri­gata Nera di Noceto, dove i due prigionieri sono stati trucidati, a titolo di rappresaglia  per l’uccisione, avvenuta in Noceto, di un milite della stessa Brigata Nera, alla quale erano naturalmente estranei i due prigionie­ri uccisi per rappresaglia.

Questo ci dimostra come sia del tutto vano fare appello ai vostri sentimenti di umanità e di civiltà come con voi sia stret­tamente necessario scendere al livello da voi scelto, contrapporre violenza a violenza barbarie a barbarie.

Ripugna ai nostro senso latino della giustizia e dell’onestà ricorrere ad abomi­nevoli mezzi di guerra; ma dopo oltre un anno che funestate la nostra terra e massa­crate gli innocenti e gli inermi, dovere di cittadini ci costringe a combattervi con le vostre armi.

D’orai in poi ogni atto di rapina e di violenza, ogni tortura inflitta  a prigionieri, ogni ucciso. Di ostaggi, tutto ciò che o­pererete contro le leggi dell’umanità, sarà telegraficamente denunziato  ai Comandi Su­periori Alleati operanti in Germania, affinché il            male da voi fatto in Italia venga ade­guatamente ricambiato sulle cose e sugli uomini del Vostro Paese.

 

 29 marzo 1945

Due Convegni  in armi

 

Nei  giorni 30  e 31 marzo, in due diverse  zone del nostro Territorio Libero, il  Comandante Arta e il Commissario Politico  Poe hanno passato in rivista alcuni reparti delle  nostre  formazioni.

 I Volontari della Libertà, perfettamente abbigliati ed equipaggiati , con le  loro, armi pesanti e leggere,  si  sono presentati ed hanno sfilato  in perfetto, suscitando ammirazione ed entusiasmo ne pubblico  che  assisteva alle  due belle parate. In una di  queste, dopo la messa al  campo,  fu  benedetta la  bandiera della Divisione Cisa. Dopo le  riviste il Commissario poe parlò ai  Volontari, animandoli ai prossimi cimenti. I nostri Combattenti accolsero le  sue  parole con  vivo plauso, e chiusero i bei convegni cantando in coro le canzoni dei  patrioti.

AD ANGELO ROCNONI – FEDERALE      SUO ALLEATO Di PARMA

Pochi  giorni  fa Voi avete commesso il delitto di  farvi  consegnare dai vostri padroni tedeschi due prigionieri ( italiani ben inteso) per  dargli  agli  sgherri della Brigata Nera “ Virginio Cavazzoli”, affinché questi, come  era uso dei popoli primitivi e pagani, ne facessero sacrifizio sulla tomba  di un loro morto. Ciò colma la misura dei  vostri misfatti Voi siete stato  denunziato a chi  di  ragione, affinché il vostro nome venga debitamente iscritto nella lista  dei  criminali di  guerra.

29 marzo  1945

Dicono

Dicono i Tedeschi, che noi italiani siamo traditori, perché abbiamo abbandonato gli alleati durante la  mischia. Rispondiamo, noi, che i patti e le promesse dei tiranni non impegnano i po­poli. Chi sia al potere con la forza non ha nè l’autorità nè il diritto di parlare in nome dei cittadini ai quali è vietato di manifestare la propria volontà I

Il tiranno può impegnare soltanto sè stesso; e chi fa alleanze e trattati col tiranno, se non è l’ultimo dei gonzi, sa benissimo che a quelle transazioni di bassa politica i popoli sono estranei. Se c’ è stato un traditore in questa sporca faccenda del patto d’acciaio (!), esso è stato Mussolini, il quale ha dato a intendere a Hitler che il popolo ita­liano era d’accordo con lui, mentre il popolo italiano era contrario a lui e al suo alleato.

C’è dunque stato, nell’alleanza ita­lo-tedesca, quello  che i giuristi definiscono “ vizio di consenso”. E il “vizio di consenso” basta per fino per rendere nullo il sacro .matrimonio, figuriamoci poi  un contratto        vizioso e la­dresco, come quello che  ha  unito il  sire di  Predappio al matto criminale  di Berchiesgaden.

Gerente  responsabile: il  Governo Repubblichino  Fascista, e per esso  Roberto  Farinacci

VOLONTARI  DELLA LIBERTÀ !

L’ora dell’ultima battaglia e dell’ultima vittoria già batte  alle porte del  Destino. Preparate  le  Armi, tendete le volontà: il nemico brutale e vigliacco che  taglieggiò e assassinò i nostri  fratelli, già  tremebondo appresta i bagagli per la  ritirata. Fermate  i ladri e il loro  bottino. Prendete alla gola i loro complici  fascisti.

L’Italia vi  guarda: la vostra terra attende da voi la  salvezza e la  libertà.

Viva l’Italia !

Avatar di Sconosciuto

Autore: 4345Resistenza in Valtaro Val Ceno

Libri giornali interviste canti foto della Resistenza in Valtaro Val Ceno ANPI ALPI APC

Lascia un commento